Prof.sa GABRIELLA STRIZZI (Ancona) * gabriella.strizzi@dconline.info
Segretario politico nazionale Vicario della Democrazia Cristiana italiana.
www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it * 351-9686977
Come ha ottimamente illustrato il Vice-Direttore de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana dott. ANTONIO GENTILE (Frosinone) in altro articolo di questo stesso nostro giornale il 25 aprile è il giorno in cui ogni anno, in Italia, si celebra la Festa della Liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel 1945.
L’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, ma si considera tuttavia il 25 aprile come data simbolo, perché quel giorno del 1945 coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era vigorosamente ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per poter riprendere le città.
La decisione di scegliere il 25 aprile come “Festa della Liberazione” (o come “anniversario della Liberazione d’Italia”) fu presa il 22 aprile del 1946, quando il Governo italiano provvisorio – il primo, che fu guidato da Alcide De Gasperi e l’ultimo del Regno d’Italia – stabilì con un decreto che il 25 aprile dovesse essere “festa nazionale”.
La data fu fissata in modo definitivo con la legge n. 269 del maggio 1949, presentata da Alcide De Gasperi in Senato nel settembre 1948.
Da allora, il 25 aprile è un giorno festivo, come le domeniche, il primo maggio, il giorno di Natale e da alcuni anni anche la festa della Repubblica, che come noto ricorre il 2 giugno.
La guerra in Italia non finì il 25 aprile 1945, comunque: continuò ancora per qualche giorno, fino agli inizi di maggio. Nei primi mesi del 1945 c’erano diverse decine di migliaia di persone, per lo più partigiani, che combattevano contro l’occupazione tedesca e la repubblica di Salò nell’Italia settentrionale, con una discreta organizzazione dal punto di vista militare.
A sud della Pianura padana nel marzo del 1945 c’erano molti soldati occupanti, raccolti per cercare di resistere all’offensiva finale degli Alleati, che si intensificò a partire dal 9 aprile (in una zona a est di Bologna) lungo un fronte parallelo alla via Emilia.
L’offensiva fu da subito un successo, sia per la superiorità di uomini e mezzi degli attaccanti che per il generale sentimento di sfiducia e inevitabilità nella sconfitta, che si era diffuso tra i soldati tedeschi e i repubblichini, nonostante le volontà delle massime autorità tedesche e fasciste di continuare la guerra fino all’ultimo.
Il 16 aprile il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, di cui facevano parte tutti i movimenti antifascisti e di resistenza italiani, dai comunisti ai socialisti ai democristiani e agli azionisti, cioè i membri del Partito d’Azione) emanò istruzioni di insurrezione generale.
I partigiani organizzarono e avviarono attacchi verso i centri urbani. Bologna, ad esempio, fu attaccata dai partigiani il 19 aprile e definitivamente liberata con l’aiuto degli alleati il 21 aprile.
Il 24 aprile 1945 gli alleati superarono il Po e il 25 aprile i soldati tedeschi e della repubblica di Salò cominciarono a ritirarsi da Milano e da Torino. A Milano era stato proclamato, a partire dalla mattina del giorno precedente, uno sciopero generale, annunciato alla radio “Milano Libera” da Sandro Pertini (futuro presidente della Repubblica), allora partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).
Anche oggi – 25 aprile 2019 – ha molto senso celebrare la Festa della Liberazione ma allargandone il senso a tutta una serie di aspetti che la rendono molto attuale e significativa.
Ricordare come nel 1945 avvenne la Liberazione dal nazi-fascismo intollerabile ed opprimente dovremmo oggi trovare la forza e la determinazione di liberarci da tutta una serie di soprusi ed illegalità che minano la corretta impostazione della società italiana.
Una battaglia contro l’estendersi di infiltrazioni mafiose nel tessuto della società italiana, per un sistema improntato a criteri di legalità e di giustizia, dovrebbe essere più che doverosa.
Batterci per salvaguardare quei principi di sovranità nazionale che sono alla base della nostra convivenza civile ed a fondamento della Costituzione della Repubblica italiana dovrebbe essere altrettanto doveroso.
Difendere quei principi di ispirazione cristiana suggeriti dalla Dottrina Sociale della Chiesa e che sono alla base della nostra Società e che garantiscono equità, solidarietà e principi di umana convivenza è un motivo importante di impegno e di partecipazione anche politica.
Questi sono alcuni motivi per cui la Festa del 25 aprile non dovrebbe essere solo un motivo di vacanza ma uno sprone per dare anche il nostro contributo alla società italiana affinchè continui ad essere più giusta, più umana e più equa possibile.
Prof.sa GABRIELLA STRIZZI(Ancona) * gabriella.strizzi@dconline.info
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