di DORA CIRULLI (Roma) * www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *
In data odierna si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1999 in ricordo dell’assassinio delle sorelle Mirabal, tre donne domenicane brutalmente uccise il 25 novembre 1960 in quanto contrarie alla dittatura di Rafael Leonida Trujillo.
Nonostante una campagna di sensibilizzazione costante da parte delle istituzioni, continuano a essere ancora troppi gli episodi di cronaca nera riguardanti femminicidi e violenza sulle donne ( spesso con il coinvolgimento di minori, come nella recente tragedia di Mantova, in cui un uomo in preda alla cieca follia contro la ex compagna ha ucciso il figlio di pochi anni dando fuoco alla casa), un problema che non riguarda solo l’ambito familiare ma anche quello lavorativo se pensiamo per esempio alla disparità salariale e alle difficoltà per molte lavoratrici di conciliare impegni professionali e vita privata.
Non è facile riassumere in poche righe l’entità del problema: se da una parte gli aberranti episodi di femminicidio sono spesso la conseguenza di denunce non ascoltate, processi troppo lenti, mancati interventi da parte delle Forze dell’Ordine, dall’altra è ancora diffusa la tendenza a “stare zitte”, a sopportare in silenzio per paura, mancanza di prospettive economiche e per una cultura che spesso tende a vedere l’uomo come l’essere dominante per il quale tutto è giustificabile, mentre quando una donna rimane vittima di uno stupro si liquida il fatto con l’orrenda frase “beh, se l’era cercata”. Oltre a questo, l’utilizzo sempre più incontrollato dei social media e delle nuove tecnologie sta facendo nascere una nuova forma di aggressione nei confronti del mondo femminile, ovvero quel bullismo dietro una tastiera fatto di insulti, minacce, diffamazioni e addirittura stalking.
Tra le misure volte a contrastare questa piaga vergognosa, ricordiamo la presenza su tutto il territorio nazionale di Centri Antiviolenza, tra cui si è il significativo è il caso di Roma Capitale, città da sempre molto sensibile al tema. “Sin dal nostro insediamento, abbiamo rafforzato le azioni e le iniziative per contrastare la violenza sulle donne. Lo scorso marzo abbiamo aperto tre nuovi Centri Antiviolenza nei Municipi VI, VII e VIII. Nei primi sei mesi di attività, queste strutture hanno accolto 443 donne. È stato poi attivato l’avviso pubblico per l’apertura di altri 2 nuovi Centri Antiviolenza, nei Municipi I e III”, spiega la Sindaca di Roma Virginia Raggi. “I Centri sono aperti per almeno cinque giorni a settimana, garantiscono un numero telefonico attivo 24 ore su 24 e assicurano, attraverso un percorso personalizzato, ascolto, accoglienza, assistenza psicologica, assistenza legale, supporto, orientamento al lavoro, orientamento all’autonomia abitativa. Queste realtà si erano aggiunte a due Case Rifugio e a una Casa per la Semiautonomia già attive sul territorio capitolino” specifica la prima cittadina.
Tra le iniziative odierne della Capitale segnaliamo il convegno organizzato dalla Commissione Capitolina delle Pari Opportunità “La schiavitù invisibile e il business della prostituzione” che si terrà dalle 9.30 alle 13.00 presso la Promoteca del Campidoglio con la partecipazione della Sindaca Virginia Raggi, dell’assessora di Roma Capitale per Roma Semplice e Pari Opportunità Flavia Marzano e l’assessora di Roma Capitale per la Persona, la Scuola e la Comunità solidale Laura Baldassarre, con annessa mostra fotografica sul femminicidio di Marco Picistrelli.
Nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.00, vi sarà la rassegna “Ti amo da vivere” con monologhi teatrali, letture di poesie e video sul tema della violenza contro le donne.
In finte, nell’area sottostante la Scalinata del Vignola, il Camper del “Progetto della Polizia di Stato – Questo non è amore”, con del personale della Polizia di Stato che svolgerà attività informativa e di prevenzione contro la violenza di genere.
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