50 anni senza Guareschi: lui creò Peppone e Don Camillo.

Giovannino nacque il primo maggio 1908 e sono già 50 che non c'è più. Un ritratto dello scrittore e un episodio a fumetti della saga di Peppone e Don Camillo.

50 anni senza Guareschi: lui creò Peppone e Don Camillo.

Giovannino Guareschi è stato uno scrittore, giornalista, umorista e caricaturista italiano. È stato uno degli scrittori italiani più venduti nel mondo: oltre 20 milioni di copie, nonché lo scrittore italiano più tradotto in assoluto.

La sua creazione più nota, anche per le trasposizioni cinematografiche, è Don Camillo, il “robusto” parroco che ha come antagonista l’agguerrito sindaco Peppone, le cui vicende si svolgono in un paesino immaginario della bassa padana emiliana. Il nome del paese, Ponteratto, è presente solo nel primo racconto della serie, Don Camillo. Negli altri racconti viene sostituito con un più generico “borgo”; i film tratti dall’opera di Guareschi sono stati invece girati a Brescello e Boretto, cosicché Brescello è divenuto universalmente noto come “il paese di Don Camillo”.

 Un autore che, tra le altre cose,  ha trascorso alcuni momenti della sua vita anche in Ticino, a Cademario. “Giovannino” Guareschi, il padre di Don Camillo e Peppone. In occasione della ricorrenza, si è cercato di capire, tra Roncole Verdi e Brescello, nella Bassa, quale eredità hanno lasciato le vicende del parrocco e del sindaco comunista che hanno mosso i loro primi passi sulla rivista “Il Candido”. I libri, i personaggi di Guareschi hanno funzionato anche trasposti al cinema ed hanno fatto di lui uno degli autori più rappresentativi del ‘900 italiano.

Ed il volto sorridente compare anche sopra un francobollo che è stato emesso in Italia per ricordare i 50 anni dalla sua morte. Il “dentello”reca l’indicazione ”B-50 g.”; la vignetta, resa nota da Poste Italiane, oltre al volto dello scrittore reca la riproduzione della sua firma autografa sovrapposta alla pagina dattiloscritta di un racconto inedito

Don Camillo” è il primo libro della serie “Mondo piccolo” (che comprende altri sei titoli): qui impariamo a conoscere il mondo della Bassa, irruento e sanguigno, e i due protagonisti, il parroco don Camillo – a volte intemperante nella sua missione pastorale – e il sindaco comunista Peppone, pronto a ignorare – nei casi di coscienza – le direttive del partito. Fra rivalità e dispetti continui, dichiarazioni di guerra e proclami di ultimatum mai eseguiti. don Camillo e Peppone ci insegnano, oggi come ieri, che il rispetto, la simpatia e l’amicizia non hanno nulla a che fare con il colore della bandiera o della tonaca. Quello che conta è l’umanità delle persone.

La profonda fede cattolica, l’attaccamento alla monarchia e il fervente  anticomunismo fecero di Guareschi uno dei più acuti critici del Partito Comunista Italiano. Famosissime le sue vignette intitolate “Obbedienza cieca, pronta, assoluta”, dove sbeffeggiava i militanti comunisti che lui definiva trinariciuti, i quali prendevano alla lettera le direttive che arrivavano dall’alto, nonostante i chiari errori di stampa, poi corretti con la frase “Contrordine compagni!”.

« Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: (Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni insetti), contiene un errore di stampa e pertanto va letta: “Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni inetti”. »

 

«Per comporre la biografia civile di Guareschi bisogna riconoscere i suoi tre paradossi: dopo due anni nei campi di concentramento nazisti, passò per un fascista; dopo aver vinto la battaglia nel ’48, appoggiando la Dc di De Gasperi, finì in galera per la querela del medesimo De Gasperi; dopo aver umanizzato i comunisti, fondò il settimanale più efficace nella lotta al comunismo e là scrisse il primo libro nero del comunismo». In Italia sono state organizzate diverse commemorazioni dedicate allo scrittore, inventore di Don Camillo e Peppone, cinquant’anni  fa, esattamente nel luglio 1968, se ne andava a Cervia uno degli scrittori e umoristi più amati di sempre dai lettori.

di Antonio Gentile