Da ieri il misterioso paziente zero dell’esperimento spaziale di Elon Musk ha un nome: sarà l’imprenditore miliardario giapponese Yusaku Maezawa – se si prendono per buoni i progetti dell’eccentrico patron di Tesla – il primo astronauta non professionista a viaggiare intorno alla Luna a bordo di una delle creature di SpaceX, la società che dà corpo ai sogni interstellari dell’inventore.
Se la missione dovesse concretizzarsi, sarebbe la prima volta che un umano si avvicina alla Luna dai tempi del programma Apollo degli anni Settanta.
I dubbi sul fatto che Maezawa – fondatore del colosso della moda online Zozotown, un patrimonio da 2,9 miliardi di dollari – si troverà effettivamente faccia a faccia con il satellite sono molti. Innanzitutto perché il razzo a bordo del quale dovrebbe viaggiare, il Big Falcon Rocket, non è ancora stato costruito. E in secondo luogo perché anche la tempista non è per nulla certa: si era parlato del 2023, ma la data potrebbe slittare. Se mai la «navicella» salperà, s’intende. Anche perché, a guardare alle performance della casa automobilistica Tesla non ci si rincuora. Musk ha annunciato per il 2019 la produzione del fuoristrada a zero emissioni «Model Y», ma deve ancora far fronte alle centinaia di migliaia di ordini della «Model 3», l’elettrica «economica»: due anni fa il manager aveva promesso che ne avrebbe prodotti 200mila esemplari nel 2017, e invece si è fermato a 2.700.
Maezawa, comunque, ci crede moltissimo. I presenti alla cerimonia di svelamento della sua identità, nel quartier generale di SpaceX in California, lo hanno visto persino salire sulle spalle di Musk per l’entusiasmo. «È il sogno della mia vita», ha detto il miliardario 42enne, che ha reso famosa nel mondo la sua marca di abbigliamento grazie ai vestiti su misura e che a inizio 2018 ha lanciato la Zozosuit, una tuta che calcola le dimensioni esatte di chi la indossa attraverso un’apposita applicazione. Un entusiasmo che va condiviso: per questo Maezawa ha annunciato che approfitterà dell’occasione per fare del «mecenatismo spaziale».
L’imprenditore ha detto che porterà con sé 8 artisti – pittori, musicisti, registi, stilisti, insomma i più grandi talenti terrestri – che, una volta tornati sul nostro pianeta, produrranno delle opere ispirate al paesaggio lunare, nel contesto dell’iniziativa da lui ideata «Dear Moon», cara Luna. Il futuro astronauta, del resto, non è nuovo a slanci di mecenatismo forse un po’ folli: l’anno scorso ha acquistato una tela del 1982 dell’artista statunitense Jean-Michel Basquiat per 110 milioni di dollari. E il biglietto per lo spazio Maezawa ha detto di averlo pagato molto di più (senza però svelare la cifra).
L’evento di ieri, e la serie di progetti spaziali, fungono anche da diversivo per Musk, a cui ieri è stata recapitata una denuncia per diffamazione e calunnia da parte di Vernon Unsworth, uno dei sub che hanno salvato i 13 ragazzi intrappolati nella grotta in Thailandia. Musk gli aveva dato del «pedofilo» dopo che i suoi mini-sommergibili erano stati rifiutati dai soccorritori.
di Antonio Gentile