Per i pazienti non cambierà nulla, almeno per ora. Ma quando inizieranno a chiudere gli ambulatori, allora sì che ne risentiranno. E’ stato proclamato ufficialmente per il 9 novembre l’annunciato sciopero dei camici bianchi. E’ quanto si apprende dalla comunicazione inviata alle istituzioni competenti dai sindacati. L’astensione dal servizio durerà 24 ore ma come previsto dalla legge, “sarà garantita la continuità delle prestazioni indispensabili”.
L’agitazione riguarderà il personale appartenente alla dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa del Servizio Sanitario Nazionale. Una seconda giornata di sciopero dei medici dovrebbe tenersi anche il 23 novembre, come riporta il sito della Commissione di Garanzia sugli Scioperi.
Tra le motivazioni, si legge nella proclamazione, l’insufficienza del finanziamento previsto per il Fondo sanitario Nazionale 2019, in relazione alla garanzia dei Lea ed agli investimenti nel patrimonio edilizio sanitario e tecnologico. Ma anche il mancato incremento delle risorse destinate all’assunzione del personale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria nel Ssn. Inoltre l’esiguità delle risorse assegnate al finanziamento dei contratti di lavoro, i ritardi amministrativi nei processi di stabilizzazione del precariato del settore sanitario e il mancato finanziamento aggiuntivo per i contratti di formazione specialistica. Per gli stessi motivi, i camici bianchi saranno in piazza a Roma il 17 in un sit nazionale, dalle ore 11 a Montecitorio. A promuovere la mobilitazione, le organizzazioni sindacali: Anaao Assomed, Cimo, Fp Cgil Medici, Federazione Veterinari e Medici, Fassid, Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials e Uil Fpl.