In arrivo un nuovo aumento dei pacchetti di sigarette, per tutte le fasce di prezzo. Secondo quanto si legge nella relazione tecnica che accompagna la manovra “l’incremento della fiscalità potrebbe essere recuperato dai produttori con un aumento dei prezzi di vendita di circa 10 centesimi a pacchetto, per tutte le fasce di prezzo”. Nella legge di Bilancio sono previsti per il 2019 rincari della tassazione per le sigarette di 108 milioni, altri 22,5 milioni per il tabacco trinciato, circa 1,8 milioni per i sigari, per un totale di 132,6 milioni.
Ma ogni volta che c’è un rincaro dei prezzi, quanto ricava lo stato?
Per i trinciati per sigarette si stima un consumo annuo di circa 4,5 milioni di kg. Quindi l’incremento di 5 euro/kg dell’accisa minima comporta un maggior gettito nelle casse dello Stato di circa 22,5 milioni di euro l’anno. Per le sigarette di 108 milioni. Per sigari e sigaretti la relazione tecnica indica due dati diversi. Nel testo si parla di circa 1,8 milioni di euro mentre nella tabella sono indicati 2,1 milioni di euro. Tenendo conto di quest’ultima cifra, il ricavo complessivo per le casse dello Stato derivato dall’aumento di prezzo dei tabacchi, lavorati e non, sarebbe di 132,6 milioni di euro.
Fondi per 900 specializzandi medicina in più – Novecento nuovi contratti di formazione specialistica per i medici, a partire dal 2019. E’ l’effetto dell’incremento previsto in legge di bilancio dei fondi per gli specializzandi, secondo quanto spiega la relazione tecnica alla manovra. Al finanziamento complessivo già previsto di 708 milioni se ne aggiungeranno “22,5 per il 2019, 45 milioni per il 2020, 68,4 milioni per il 2021, 91,8 milioni di euro per il 2022 e 100 milioni di euro a decorrere dall’anno 2023”.
Il governo non rinnova il blocco degli aumenti delle imposte locali, dalle addizionali all’Imu sulle seconde case, ‘congelate’ dal 2016 e così dal 2019 ci saranno “inevitabilmente più tasse locali”. “Come accade spesso nel bilancio dello Stato, il diavolo è sempre nei dettagli e basta approfondire il quadro degli investimenti pubblici per capire le scelte miopi effettuate. La sintesi della manovra è: più tasse locali e meno investimenti pubblici”. “Com’era prevedibile dal quadro macroeconomico, dice Boccia – la manovra alla prova delle singole misure legislative, sinora non conosciute, dimostra le sue lacune. Emergono in queste ore le scelte di campo su investimenti e pressione fiscale”. “Aver deciso di utilizzare gran parte della flessibilità legata al maggior deficit per spesa corrente è un evidente limite nell’impalcatura generale della legge di bilancio 2019-2021. Come accade spesso nel bilancio dello Stato, il diavolo è sempre nei dettagli e basta approfondire il quadro degli investimenti pubblici per capire le scelte miopi effettuate. La sintesi della manovra è: più tasse locali e meno investimenti pubblici. La riduzione evidente degli investimenti pubblici a scapito dell’aumento della spesa corrente e l’aumento inevitabile della pressione fiscale confermano pertanto tutti i limiti della manovra che sicuramente non coglierà gli obiettivi di crescita ipotizzati con il Pil programmatico”, conclude.
Ma c’è anche una buona notizia, arriva il “Bonus eccellenze” per favorire i migliori laureati, ‘Bonus eccellenze’ per favorire i migliori laureati.
Sempre all’interno della relazione tecnica è prevista l’istituzione di un “bonus eccellenze”, che dovrebbe consentire di ottenere un posto di lavoro fisso a circa un laureato con il massimo dei voti su dieci. In pratica, la manovra prevede sconti sui contributi a carico dei datori di lavoro sino a 8mila euro in caso di assunzione di laureati con meno di 30 anni e che abbiano conseguito la votazione finale pari a 110 e lode.
Lo stesso bonus è previsto per i dottori di ricerca con meno di 34 anni che abbiano conseguito questo titolo tra gennaio 2018 e giugno 2019: si stimano in tutto circa 6.000 assunzioni. Ma la manovra prevede tagli alla spesa dei diversi ministeri per 435 milioni di euro complessivi. La spesa in conto capitale, quella che finanzia gli investimenti, subirà una riduzione pari a 822 milioni di euro, cui vanno ad aggiungersi 790 milioni di euro risparmiati per “riprogrammazioni”.
Le tabelle presenti nella relazione evidenziano, nel 2019, un aumento dei fondi per la spesa corrente pari a 206 milioni di euro (oltre a rifinanziamenti per 646 milioni), mentre la spesa per investimenti aumenterà di 342 milioni di euro(con 1,9 miliardi di euro di rifinanziamenti).