Nuova, incantevole versione dello Schiaccianoci, Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni mescola il racconto fantastico scritto da E.T.A.Hoffmann nel 1816 e il gioioso balletto natalizio musicato da Čajkovskij quasi un secolo dopo.
Il padrino Drosselmeyer (Morgan Freeman) è il più vecchio e fidato amico del signor Stahlbaum (Matthew Macfadyen). Così, come ogni vigilia di Natale, il ricco uomo d’affari e sua figlia Clara (Mackenzie Foy) si riuniscono con gli altri ospiti nel grande salone di casa Drosselmeyer, per partecipare alla magnifica festa che il giocattolaio indice tutti gli anni.
Durante i consueti festeggiamenti però, avviene un fatto insolito: seguendo per gioco un filo dorato che attraversa i corridoi dell’immensa magione, la giovane Clara viene condotta in un mondo magico e sconosciuto, diviso in quattro reami incantati. Scortata dal valoroso soldato Philip e da una banda di arzilli topini, la bambina attraversa i paesaggi imbiancati del Paese dei fiocchi di neve, le terre variopinte del Paese dei fiori e infine i villaggi “commestibili” del Paese dei dolci. Incontra nuovi amici e preziosi alleati, tra i quali la sdolcinata Fata Confetto (Keira Knightley), e viene a conoscenza di una missione che solo lei può portare a termine: infiltrarsi nell’ostile quarto reame, dimora della perfida Madre Ginger (Helen Mirren) e recuperare un’antica chiave in grado di sbloccare un misterioso cofanetto.
PANORAMICA SU LO SCHIACCIANOCI E I QUATTRO REGNI:
In Fantasia di Walt Disney, la partitura musicale di Tchaikovsky veniva riproposta fedelmente: fate, funghi e orchidee danzavano sul pelo dell’acqua al ritmo dello Schiaccianoci. Quasi ottant’anni dopo, l’annuncio di una trasposizione live action del romanzo fantastico “Schiaccianoci e il re dei topi” di E. T. A. Hoffmann, è stato accompagnato dalla decisione di incorporare nel film le trascinanti musiche del balletto russo.
Impensabile per il regista Lasse Hallström, il primo a salire a bordo dell’ambizioso progetto, raccontare le avventure della giovane Clara senza la vibrante musica della celesta, senza le pirouette e i grand jeté che hanno reso immortale il Balletto del 1891.
La sceneggiatura curata da Ashleigh Powell, inoltre, mescola le fantasie letterarie dell’autore romantico e i vaporosi scenari teatrali con una terza versione della storia, entrata in punta di piedi, quasi sulle mezze punte, a far parte dell’immaginario comune. Quella scritta da Alexandre Dumas nel 1845, alla quale Tchaikovsky si ispirò direttamente. Il testo francese, meno cupo dell’originale, comincia la sera di Natale, quando Clara (Marie in questa versione) trova fra i giocattoli ricevuti in dono uno schiaccianoci con la divisa di velluto viola, alamari bianchi e stivaletti tirati a lucido. A mezzanotte in punto, un esercito di topi attacca i giocattoli della vetrina, i quali, capitanati dal generale Schiaccianoci, si catapultano fuori dall’armadio e passano al contrattacco. Clara, intervenuta in difesa dell’amato soldatino, finisce così nel magico mondo delle favole.
A interpretare la coraggiosa protagonista è Mackenzie Foy, classe 2000, conosciuta e apprezzata nel ruolo della giovane Murph in Interstellar di Christopher Nolan. Seguono, in ordine di ingresso nel cast: Morgan Freemancon la benda sull’occhio del padrino Drosselmeyer. Keira Knightley nei panni della smielata Fata Confetto e Helen Mirren in quelli della perfida Madre Cicogna. L’attore messicano Eugenio Derbez è l’ultimo a firmare per il ruolo del sovrano del Regno dei fiori, mentre la stella del balletto americano Misty Copeland danza sul grande schermo sulle note della magica suite.
CRITICA DI LO SCHIACCIANOCI E I QUATTRO REGNI:
Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni tenta da un lato di adattare la fiaba di Hoffman al taglio dell’Alice burtoniana, dall’altro prova ad omaggiare l’eredità musicale del balletto di Čajkovskij. Ne risulta un film sovraccarico, recitato sopra le righe (specie da Keira Knightley), inutilmente contorto e per questo disperatamente spiegato ogni due per tre. Grande allestimento scenico, con Joe Johnston che è stato chiamato ad affiancare Lasse Hallström e porta solidi effetti visivi. Nonostante l’ambizione produttiva evidente, rimane un lungometraggio che gira a vuoto, prigioniero di un modello di successo applicato con fatica. (Domenico Misciagna – Comingsoon.it)
CURIOSITÀ SU LO SCHIACCIANOCI E I QUATTRO REGNI:
Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni porta la firma di due registi, Lasse Hallstrom e Joe Johnston, che non hanno mai lavorato insieme prima d’ora. La situazione particolare si deve alla mancata disponibilità di Hallstrom a lavorare su un mese aggiuntivo di nuove riprese “correttive”, i cosiddetti reshoot, che sono stati portati a termine invece da Johnston. Accade per molti film hollywoodiani, ma in questo caso i rifacimenti sono stati talmente prolungati che Johnston, diversamente da quanto accade di solito, è stato accreditato alla regia insieme a Hallstrom.
Il lungometraggio è stato girato senza badare a spese, interamente su pellicola Kodak da 65mm, quella che poi in proiezione viene stampata sul 70mm e/o IMAX. La sceneggiatura è a cura di Ashleigh Powell, una giovane scrittrice al primo lavoro importante in ambito cinematografico. Qui viene coadiuvata da Tom McCarthy, per i più il regista premio Oscar del Caso Spotlight e di diverse opere indipendenti americane, ma dietro ai copioni anche del pixariano Up e del recente Ritorno al Bosco dei 100 Acri. Per una curiosa coincidenza, Keira Knightley riscopre sul set Matthew McFayden, suo compagno di set in Orgoglio e pregiudizio (2005) e successivamente Anna Karenina (2012).
un grazie a Coming Soon, per l’anteprima del trainer.
di Antonio Gentile