Il partito della Lega di Salvini pare che ce la stia mettendo tutta per complicare la vita non solo agli extracomunitari, ma anche ai cittadini italiani e allora cosa si inventa? La tassa unica sulla casa, la firma è di Alberto Gusmeroli (Lega), vicepresidente della commissione Finanze della Camera. Ed è tra i 700 segnalati per la discussione delle modifiche al ddl Bilancio che iniziata la scorsa settimana a Montecitorio. Non è escluso che, essendo presentato dalla maggioranza e – pare – riceva anche l’approvazione del Tesoro, venga approvato e cambi così la storia delle tasse sulla casa in Italia.
L’obiettivo del leghista è quello di unificare le imposte sul mattone che, dopo il 2014, si sono accavallate in un complicato groviglio che anche gli esperti faticano a trattare. Soprattutto per chi ha seconde case, negozi, capannoni o due garage e si ritrova a versare due tasse sullo stesso immobile (con doppi calcoli, doppe dichiarazioni ecc ecc). L’idea della Lega è quella di unificare “Imu” e “Tasi“, trasformandola in una tassa unica sulla casa, eliminando (o riducendo) anche le oltre 200mila aliquote oggi esistenti. Un ginepraio. Il nome non è ancora stato scelto e sebbene l’obiettivo sia la semplificazione (se ne parla dal 2015), il rischio – per ora – è che arrivi anche un aumento del carico fiscale.
Secondo l’emendamento, infatti, la nuova imposta unica – come spiega il Sole 24 Ore – potrebbe salire fino all’11,4 per mille. Ad oggi questo tetto massimo era stato raggiunto solo da 1 Comune su 7, ovverto quelli che avevano applicato nel 2014 una maggiorazione alla “Tasi” per mantenere i conti in ordine. Se l’emendamento della Lega venisse approvato così come presentato in Commissione, allora tutti i sindaci potrebbero innalzare la tassa unica sulla casa fino a quella soglia. Come spiega il Sole, peraltro, quello di innalzare un po’ l’attuale limite è un sogno dei Comuni (c’è stato anche un incontro tecnico con l’Anci), che potrebbero così incassare qualche soldo in più. Ma non si erano spinti fino a qui. Un errore tecnico? Sarà rimediato? Possibile. Per ora però il testo è questo.
Intanto si fanno avanti anche altre modifiche, come quella di innalzare la deducibilità dell’Imu dall’Ires per tutte quelle imprese che hanno dei capannoni. Certo una notizia positiva, ma che andrà ancora discussa. Ci sono da limare dei dettagli: mentre l’Imu non è deducibile dall’Irap, la Tasi sì. Se verranno unificate, quale condizione prevarrà? Difficile dirlo.
La novità dovrebbe però riguardare anche un altro punto. Ovvero quello delle aliquote. Attualmente i Comuni hanno potuto fare il buono e il cattivo tempo, inserendo le più disparate aliquote nel sistema nazionale. Per questo è stato impossibile fino ad oggi creare un modello precompilato che arrivasse a casa del contribuente. Se passasse l’emendamento leghista, allora le cose cambierebbero: verrebbero previste solo alcune aliquote, specificate da griglie inserite nella legge. Un esempio? Per le case di proprietà, si potrà distinguere tra “quelle vuote, quelle affittate con contratto registrato da almeno due anni e quelle concesse in comodato gratuito a figli o genitori”.
Ricordiamo quindi che la “nuova Imu” sostituirebbe l’attuale imposta municipale sugli immobili e il tributo per i servizi indivisibili (Tasi).
L’imposta continuerebbe a non riguardare le abitazioni principali salvo che si tratti di abitazioni signorili, ville e castelli. Per quanto riguarda gli immobili strumentali l’imposta – secondo la proposta della Lega – sarebbe deducibile ai fini della determinazione del reddito di impresa per il 40 per cento.
dal web di Antonio Gentile