Una faticosa ricerca delle soluzioni a fronte di un andamento sociale di forte rischio per tutti !

Una faticosa ricerca delle soluzioni a fronte di un andamento sociale di forte rischio per tutti !

A cura di Franco Capanna (Teramo)

franco.capanna@dconline.info * cell. 345-1594496 *

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

 

< Una faticosa ricerca delle soluzioni a fronte di un andamento sociale di forte rischio per tutti ! >

 

Gli autorevoli personaggi chiamati a commentare la situazione parlano di una tempesta perfetta e di drammi di natura generale che toccano il commercio, ma anche tutto il sistema produttivo e il Paese – evidenzia il Presidente della FIPE Stoppani  – ricordando che “le bollette le pagano anche le famiglie”.

 

<< Con questi aumenti si riduce il d’acquisto delle famiglie e si pregiudicano gli investimenti produttivi.

Posso dire che si tratta di uno scenario di grandissima preoccupazione, al quale si aggiungono le turbolenze legate alle crisi internazionali, come la situazione in Ucraina.

Quanto alle parole del premier Draghi, che ha annunciato un intervento di “ampia portata” Stoppani osserva:

<< Da una parte va apprezzato lo sforzo del governo nel cercare risorse, perché c’è consapevolezza su quelli che sono i danni che questi livelli di prezzi producono su tutto il sistema economico del Paese, oltre che sui bilanci delle famiglie.

Dall’altra occorre favorire la defiscalizzazione a favore delle imprese energivore di risorse che compensino gli aumenti.

Fa bene all’economia e di conseguenza a tutto il tessuto sociale del Paese >>.

Nove italiani su 10 sono preoccupati per i rincari delle bollette di luce e gas, delle materie prime, dei beni di consumo, dei prodotti alimentari e per l’inflazione in generale; per questo saranno costretti a ridurre i consumi – oltre che di elettricità, gas e carburanti- anche di numerosi prodotti, a partire da abbigliamento, scarpe, cosmetici, carne, salumi e pesce.
Inoltre, circa 1 italiano su 2 vede prospettive negative per la situazione economica e dei livelli di risparmio della propria famiglia.

È quanto risulta dalle risposte ad un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana nell’ambito dell’Osservatorio Legacoop, ideato e realizzato dall’Area Studi dell’Associazione insieme con il partner di ricerca IPSOS.

A guidare la classifica l’aumento delle bollette della luce (che preoccupa, tra molto e abbastanza, il 93% degli intervistati), seguito da quello dei prezzi delle materie prime (92%), delle bollette del gas (91%), dei beni di consumo (90%), dei prodotti alimentari (88%).

L’87% degli intervistati, infine, afferma di essere preoccupato per l’inflazione.

Valori più alti si registrano nel ceto popolare, la cui percentuale più alta di preoccupazione si registra per l’aumento dei prezzi dei beni di consumo.

 

Nove italiani su 10 sono preoccupati per i rincari delle bollette di luce e gas, delle materie prime, dei beni di consumo, dei prodotti alimentari e per l’inflazione in generale; per questo saranno costretti a ridurre i consumi – oltre che di elettricità, gas e carburanti- anche di numerosi prodotti, a partire da abbigliamento, scarpe, cosmetici, carne, salumi e pesce.

Inoltre, circa 1 italiano su 2 vede prospettive negative per la situazione economica e dei livelli di risparmio della propria famiglia.

Quali i settori e i prodotti dove gli italiani hanno registrato i maggiori rincari?

Al top gas, energia elettrica, benzina e gasolio (indicati dal 96% degli intervistati), seguiti, nei primi posti, da frutta e verdura (91%), pane e pasta (86%), carne (84%), pesce (82%), formaggi (78%).

Anche in questo caso, a percepire maggiormente gli aumenti è il ceto popolare, soprattutto per quanto riguarda i prodotti alimentari (il 95% per frutta e verdura, il 90% per pane e pasta, l’88% per la carne).

Conseguenza diretta dei rincari, la previsione di dover ridurre o tagliare in modo consistente (fino alla rinuncia) i propri consumi; una tendenza che sarà più marcata per i giovani tra i 18 e i 30 anni, i residenti nel mezzogiorno e le classi sociali più basse.

Anche qui, al top il gas e l’energia elettrica, con il 79% degli intervistati che prevede riduzioni di consumo (il 49% di entità limitata, il 26% tagli consistenti, il 4% la rinuncia).

Al secondo posto l’abbigliamento con il 71% di riduzioni (per il 39% limitate, per il 23% consistenti, per il 9% la rinuncia) e al terzo, sempre con il 71% complessivo, la benzina e il gasolio (per il 44% limitate, per il 23% consistenti, per il 4% la rinuncia).

Seguono le scarpe, con riduzioni dei consumi del 68% (40% limitate, 21% consistenti, 8% rinuncia), i cosmetici con riduzioni del 67% (37% limitate, 20% consistenti, 10% rinuncia), la carne con riduzioni dei consumi del 61% (41% limitate, 15% consistenti, 5% rinuncia).

Scritto da Franco Capanna

 

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2 anni fa

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