IL VUOTO AL CENTRO ( parte seconda )

IL VUOTO AL CENTRO ( parte seconda )

 GOFRREDO DI BUGLIONE  –  IL VUOTO AL CENTRO ( parte seconda )

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  STATI GENERALI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA 

< COSTRUIAMO INSIEME L’ITALIA CHE VOGLIAMO ! >

  ROMA – Venerdì 18 gennaio / Sabato 19 gennaio 2019

Auditorium “Casa Tra Noi” – Via Monte del Gallo num. 133 –

Roma (Zona Città del Vaticano/Prati) – Tel. 6705531 

segreteria.nazionale@dconline.info * 347.0138387 (Duca Arcuri) * 350-0659794 (Bertocchi) * 334-3614005  (Cirulli) * 335-7709516  (Concordia) * 389-8866754 (Dascalu) * 347 -1861543 (Fardella)  * 335-7087740 (Gentile) * 393-8981186 (Martuscelli) *342-3529608 (Micheletti) * 338.2445376 (Muratore) * 377-2562057 (Pinto) * 347-2430079 (Pinton) * 342-9581946 * 342-1876463 (Sandri)

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A proposito della denominazione del nostro partito < DOMOCRAZIA CRISTIANA > dobbiamo ragionare bene sulla parola “Cristiana”.

Nessuno vuole abolire le proprie origini ed il proprio credo cristiano, ma ricordiamoci che questo partito è nato in contrapposizione a un partito, o meglio a una filosofia, che era, ed è tuttora, anticlericale e atea, ovvero il comunismo.

Chiaro era allora l’appoggio della Chiesa, non solo per “il fondatore” del Partito popolare, il grande don Luigi Sturzo, ma anche perché, come molti sapranno, la classe dirigente della prima DC fu “formata” proprio dentro le mura del Vaticano, durante il secondo conflitto mondiale, sotto la guida dell’allora vescovo Montini, divenuto poi papa Paolo VI.

Attività nata proprio per salvaguardare il mondo cattolico dalla diffusione delle idee marxiste.

Oggi il marxismo, o più in generale il comunismo, non rappresenta più il pericolo primario della Chiesa, intesa come comunità cattolica-cristiana, ma lo sono sicuramente gli scandali che si sono avuti all’interno della Chiesa stessa da parte di alcuni suoi esponenti, non solo apicali; la perdita di valori propri della dignità umana, come anche la perdita del ruolo della famiglia come riferimento e collante della Società.

Come nel dopoguerra, quindi, anche oggi c’è la necessità di “ricostruire” la Società, partendo proprio dalle sue fondamenta, la famiglia, tenendo in considerazione però gli sviluppi inter-razziali e inter-religiosi e sociali che si sono avuti negli ultimi due decenni, principalmente  dovuti alla globalizzazione o meglio alla facilità di spostamento delle masse, delle idee e delle cose da una parta all’altra del mondo, travalicando confini e secolari tradizioni.

Quindi, un partito che vuole rappresentare gli italiani, non può essere esclusivo nè dal punto di vista razziale (e la Democrazia Cristiana non lo è mai stata), nè tantomeno da quello religioso, accogliendo anche coloro che, nel rispetto delle regole comuni valide per una qualsiasi società civile, condividono le linee di condotta del partito (ricordiamo che l’accoglienza del diverso è uno dei “principi” fondanti del cristianesimo, più volte ribadito da nostro Signore).

Un partito laico quindi, ma con profonde radici cristiane, che dialoga con la Chiesa, ma anche con gli altri “Credo”, per il raggiungimento di un accordo comune nel reciproco rispetto, senza appunto rinnegare le proprie tradizioni (non deve esistere che non si possa nominare Gesù Cristo o non si possa fare la recita di Natale per “non offendere”, ad esempio, il mussulmano !).

Un partito che, ribadisco,  sia rivolto all’Europa (in maggioranza di cultura protestante e ortodossa), ma non succube di essa, che riunisca, sotto un’unica bandiera, la maggioranza dei cittadini europei!

D’altronde  la Democrazia Cristiana è stato il partito delle anime diverse, delle contraddizioni interne, degli opposti, tutti riuniti dietro un unico simbolo.

Non è un’impresa facile, ma neanche visionaria, in un periodo, come quello attuale, in cui non esistono più nè le ideologie del passato, nè i valori tipici di una società sana, se non quello egoistico del proprio tornaconto personale o del “dovere avere” senza “dovere dare”, laddove il rispetto per la dignità umana è ritornata ai tempi medioevali,;laddove i valori propri dell’uomo sono stati annichiliti; il tutto a favore del “dio denaro”. Si è cristiani con i fatti, non col nome!

Si può stare uniti tutti sotto l’unico simbolo dello scudo crociato, più volte utilizzato nella storia a difesa della “cultura europea” e rinominarsi, ad esempio, DCE (intesa come Democrazia Comune Europea).

Una nota di innovazione che si fonda sulle solide radici del passato. D’altronde, anche i partiti storici non esistono più o hanno cambiato nome, come il PCI che ha subito plurime modifiche del suo nome originario fino a diventare l’attuale PD. E non credo sia finita qui!

Inoltre per ricevere fiducia dal popolo, in modo che aderisca quanto più possibile al nuovo progetto di rinascita, è necessario presentare figure nuove, professionalmente valide e capaci, ma è altrettanto necessario che i “navigati politici di sempre”, stiano dietro le quinte, siano i registi di tale rinascita, siano i fondatori di una nuova scuola politica ormai scomparsa.

È necessario che il programma proposto sia attuale e attuabile, senza promesse mirabolanti, di effetto, poi non realizzabili, le cosiddette “promesse da marinaio” che, ahimè, abbiamo subito negli ultimi 20 anni.

Si dovrebbe puntare a 4-5 punti chiari e da conseguire, aggiungendo, nel caso, altri obiettivi realizzabili di anno in anno.

Si spera che i prossimi STATI GENERALI  della DEMOCRAZIA CRISTIANA sanciscano questa rinascita e si lavori per un nuovo partito  di Centro innovativo, agile e moderno.

La sfida è entusiasmante: il successo dipende da noi!

 

 GOFRREDO DI BUGLIONE *

(*) Goffredo di Buglione è stato un cavaliere franco e uno dei comandanti della prima crociata. Dopo il riuscito assedio di Gerusalemme, Goffredo divenne il primo sovrano del nuovo Stato Crociato, il Regno di Gerusalemme ma, secondo la leggenda rifiutò il titolo di Re in quanto credeva che l’unico vero Re di Gerusalemme fosse Cristo. Lo pseudonimo scelto è per ribadire il profondo credo religioso, la speranza di riunificazione del Centro e , sotto un’unica bandiera, essere tra i promotori di un’Europa unita al raggiungimento di obiettivi comuni, secondo i canoni dei padri fondatori,  nonostante le differenze di “credo”.