A cura di Ins. Natascia Pizzuti (Manzano/in provincia di Udine)
natascia.pizzuti@dconline.info * cell. 349-3502954 *
Segretario regionale Dip. < Cultura – Scuola – Pubblica Istruzione> della Democrazia Cristiana della regione Friuli Venezia Giulia
Segretario provinciale Dip. < Cultura – Scuola – Pubblica Istruzione> della Democrazia Cristiana della provincia di Udine
Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< LE ORIGINI DELLA SCRITTURA: DAI SUMERI ALLO SMARTPHONE ! > * PRIMA PARTE *
Sempre più spesso, sia in ambito familiare, sia e soprattutto in quello scolastico, si sentono ripetere frasi quali: ”non riesce a tenere correttamente la penna in mano, non sa scrivere!”
L’evoluzione dello scritto , passando attraverso seppur lenta ma corposa evoluzione, ha conosciuto popolazioni che hanno saputo creare, inventare dal nulla le fondamenta di quello che noi oggi diamo per scontato parlando di alfabeto, lettura e scrittura.
Se pensiamo però che gli antichi per fare i conti, per comunicare, per lasciare tracce concrete che poi sono stati recuperati e rinvenuti nei secoli, usando simboli, disegni ,colori non casuali ma curati e ricercati usando la MANO, perché questo arto oggi viene sempre di più soppiantato dalla tecnologia che spegne il cervello umano.
Diversi studiosi quali filosofi,antropologi,studiosi, nel corso dei secoli hanno evidenziato e documentato l’importanza della mano.
Partendo dalle teorie del filosofo italiano Giordano Bruno che ha sovvertito il pensiero aristotelico sostenendo che – a differenza di Aristotele che affermava che la mano è “l’organo degli organi” – Bruno sosteneva che ,grazie all’uso della mano, l’uomo riesce a costruirsi mentalmente grazie al lavoro, inteso come scoperta dell’ignoto, ripetizione dell’errore fino alla conoscenza e all’incarnazione dell’ambiente che lo circonda.
Aattraverso il ripetere, l’uomo crea lo spirito, il linguaggio, la cultura: crea se medesimo. Il filosofo tedesco Kant definiva la mano il “cervello esterno dell’uomo”.
Fu Anassagora, il primo filosofo greco che intuì e comprese l’importanza della filosofia come strumento per salvare l’uomo. Secondo il filosofo, la peculiarità che contraddistingue l’uomo dall’animale è data dall’uso della mano; grazie alla tecnica (téchne), egli è stato in grado di trasformare le conoscenze in oggetti modificando la natura.
Questa è stata una notevole conquista per l’essere umano che è riuscito a sopravvivere nel tempo, trasformando l’ambiente, facendolo diventare accogliente e accomodante l’habitat adatto ai suoi bisogni. Da qui la mano viene vista da Anassagora come lo strumento della ragione.
Se quindi questi studiosi – e mi sento di dire non gli unici – hanno elevato l’importanza della mano, perché l’adulto di oggi non si rende conto che la tecnologia non monitorata sui bambini partendo dalla fascia 0-6 anni non prettamente a quella scolastica, anziché farli sviluppare, contribuisce alla “necrosi” del cervello?
I bambini, soprattutto nei primi anni di vita , possiedono una mente definita “assorbente”, che permette di assorbire e incarnare (M.Montessori), tutto ciò che l’ambiente in toto offre loro. Se però la creatività, la curiosità, la concentrazione, la memoria, l’organizzazione del pensiero non vengono stimolate e non si offrono i mezzi perché tali realtà trovino il precipuo canale di sviluppo rischieremo e mi auspico di sbagliare, di dover insegnare ai bimbi non solo a scrivere ma anche di educarli a usare correttamente la mano.
Proprio recentemente, a settembre, a San Daniele, in Friuli Venezia Giulia – provincia di Udine – è stato istituito un metodo per migliorare lo scrivere il corsivo, adatto agli studenti della secondaria di secondo grado, come materia scolastica presso un istituto superiore (il Vincenzo Manzoni).
Questo metodo dà ai ragazzi la possibilità di sviluppare al meglio la scrittura amanuense, di lavorare sulla postura e sul modo corretto di utilizzare gli strumenti manuali, inchiostro, pennino, del tutto diversi dalle tastiere e dai “touch screen”, seppur utili per lo studio di certe materie.
Si sottolinea , come precedentemente evidenziato, che non è un esercizio fine a se stesso, ma un METODO per acquisire concentrazione e coordinazione, principi cardini anche e non solo del pensiero di Maria Montessori.