A cura di FRANCO CAPANNA (Teramo)
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Sindacalista – Giornalista – Scrittore
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< FRANCO CAPANNA (TERAMO): LE MALATTIE CI FANNO PAURA E DANNO INSICUREZZA ! >
Parliamo di malattie improvvise delle quali nessuno di noi è immune.
Diversi anni fa ,in forma perfetta, mi recavo per acquisti al supermercato.
D’improvviso avvertii un disagio, i piedi sbattero tra loro e ebbi paura dal momento mi sentivo un hailander, un invincile.
Chiamai il mio prof. e mi disse che probabilmente avendo la carotide occlusa al 50% si è aggravata.
Così presi appuntamento in clinica di Pescara e operato riacquistai normalità.
Si rischia molto come ictus o trauma ischemico che per me era transitorio.
Le paure sono radicate negli esseri viventi. Il suo scopo è proteggerli dalle minacce esterne. Ha un ruolo così importante che è presente sia nelle forme di vita più elementari sia in quelle più complesse.
Può assumere forme semplicissime, per esempio il ritrarsi automatico dell’antenna di una lumaca, o molto articolate, come nell’uomo, dove la paura innesca meccanismi che partono dal cervello in risposta a uno stimolo e coinvolgono l’intero organismo.
La risposta alla paura inizia in una regione chiamata amigdala. Le amigdale sono due piccole strutture a forma di mandorla situate in profondità nel cervello. Da qui, tutte le volte che ci troviamo di fronte a uno stimolo che è interpretato come minaccia, parte una complessa reazione a catena: vengono rilasciati ormoni dello stress, si attiva una parte del sistema nervoso (il sistema nervoso simpatico) coinvolto in quelle funzioni definite di «attacco o fuga».
Il cervello entra in uno stato di allerta, le pupille si dilatano. Il respiro accelera. Aumenta anche la frequenza cardiaca, la pressione e il flusso sanguigno. Viene mandato più glucosio ai muscoli, mentre organi non vitali, come il sistema gastrointestinale, vengono messi in uno stato di ridotta attività.
La concentrazione è tutta sul pericolo che si sta vivendo in quel momento, mentre tutto il resto viene accantonato. Tutto il corpo si prepara ad affrontarlo. Contemporaneamente parte una valutazione della minaccia. Altre aree del cervello (in particolare l’ippocampo e la corteccia prefrontale) aiutano a interpretare la minaccia percepita. La parte «pensante» del cervello dice alla parte «emotiva» se ci si trova di fronte a un falso allarme (e allora si spegne la risposta) o di fronte a un pericolo reale (e allora la risposta continua ).
Scritto da Franco Capanna