LA CURA DELL’ANIMA !

LA CURA DELL’ANIMA !

A cura di Natascia Pizzutti (Manzano/UD)

natascia.pizzutti@dconline.info * cell. 349-3502954 *

Segretaria regionale del Mov. Femminile e Pari Opportunità della D.C. del Friuli Venezia Giulia

Segretaria regionale del Dip. Cultura – Scuola – Pubblica Istruzione D.C. del Friuli Venezia Giulia

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

< LA CURA DELL’ANIMA ! >

Oggi più che mai si avverte nell’uomo una forte crisi di identità etico-cristiana dovuta al depauperamento di quei valori che dovrebbero essere le colonne portanti del nostro IO: il rispetto, l’aiuto non finalizzato a secondi fini, ascoltare chi chiede aiuto, contrastare l’imperante cecità umana verso il prossimo.

Questa aridità umana esonda non solamente in sanguinose guerre con la perdita di molte vite  innocenti, ma anche in violenze di genere quotidiane, in pestaggi studenteschi verso i pari o i docenti dovuti a futili motivi.

Come si potrebbe cercare di recuperare la propria interiorità, il nostro IO che attribuiamo all’anima?

Se da un lato ci troviamo di fronte a una serie di fattori coinvolgenti il nostro vivere quali: la salute, il successo, il lavoro, l’amore, gli interessi materiali, il lavoro, il successo la casa; “cose” di cui uno si deve preoccupare, altrimenti viene definito “fuori dalle righe” o anticonformista.

Il messaggio biblico e la Dottrina sociale della Chiesa ci obbligano a occuparci di  tutto questo. Si tratta di doveri importanti, fondamentali, che non devono essere pensati come “assoluti”.

L’uomo non è riducibile alla dimensione terrena, seppur deve impegnarsi per realizzarla, imperitura che deve avere la precedenza ed il primato, proprio perché immortale.

Per risalire alla vera cura dell’anima, dobbiamo andare indietro nei secoli per capire che non si tratta di una scoperta originale di Gesu’ Cristo.

Vero è che questa è “Sua“ dottrina ma non nel senso che l’abbia “inventata”. Lui l’ha certamente ampliata, approfondita, maturata nelle sue componenti.

Socrate

Se volessimo individuare un Suo precursore, colui che ha preferito la morte pur di non rinnegare la sua concezione antropologica. egli è Socrate.

La parte essenziale di tutto il messaggio socratico è quello che lui chiamava “LA CURA DELL’ANIMA”.

Questa cura dell’anima è la formazione interiore dell’uomo, di una coscienza salda e incrollabile. Parlare del primato dell’anima significa esprimere la verità sull’uomo un quanto tale.

Democrito

Per il filosofo “l’uomo è la sua anima dal momento che è l’anima che distingue l’uomo da qualsiasi altra cosa.

Se Socrate ha maturato questa idea, l’argomento era già stato trattato da Democrito che riconosceva la necessità di una disciplina dell’anima, il doversi prendere cura dell’anima affinché sia capace di vivere con ciò che è eterno, imperituro.

L’anima viene curata quando è orientata verso il bene !

Dalla dimensione intellettuale si passa a quella etica: fare il bene. Grazie alla capacità di discernere il bene, si giunge al buono.

La cura dell’anima è interiore, orientandosi verso il bene, si identifica con il bene.

Il compianto Cardinale Carlo Maria Martini

Per Socrate la virtu’(arete) è conoscenza e il vizio è ignoranza. Se l’uomo è la sua anima, il compito principale dell’uomo in quanto uomo è quello di curare la sua anima. “non dei corpi dovete prendervi cura , né delle ricchezze, né di alcun’altra cosa prima e con maggior impegno che dell’anima’ in modo che diventi buona il più possibile”.

Il filosofo condiziona la bellezza del corpo alla bontà dell’anima, affrontando tale problema nel Carmide in cui spiega che, “per rendersi conto della bellezza di un ragazzo bisogna prima accertarsi se sia in possesso, oltre alla bellezza del corpo abbia anche l’anima bella”.

Il Cardinale Carlo Maria Martini ai giorni nostri  aveva attualizzato questo messaggio: ”quando incontriamo una persona ricca di bontà,di generosità, di dedizione agli altri,di mitezza, dal cuore magnanimo e capace di perdono, ci accorgiamo che il suo volto, fosse pure rugoso come era il volto di Madre Teresa di Calcutta, è bello, di una bellezza vera, luminosa, interiore, spirituale, di una bellezza attraente perché irradia gioia, serenità,armonia, pace.

Madre Teresa di Calcutta

Platone ci apre un altro spiraglio:la cura dell’anima si apre attraverso la dimensione riflessiva, il pensiero che indaga continuamente.

E’ necessario che l’uomo sviluppi la sua capacità pensante, valorizzi la sua componente razionale.

Il grande “attentato “all’uomo oggi è quello di subire l’atrofizzazione del cervello,ubriacandosi di notizie, di rumori, di falsi miti:l’importante non fermarsi a pensare, a riflettere.

In un recente scritto si legge: ”L’importante è non restare soli mai,neppure per un momento, soli e in silenzio.Si rischierebbe di cominciare a pensare.

”Oggi questo rischio, ironicamente trattato dall’autore,è più attuale di ieri. Si cerca di formare un homo tecnologicus, non un uomo pensante. Ma in questa maniera si affossa la cura dell’anima.

L’inconscio non è solo la sede della personalità, ma anche il “luogo” simbolico della presenza di Dio nella sua creatura.

Il filosofo Platone

La filosofia greca non poteva arrivare a tanto ma ci si è avvicinata. Quando la dottrina cristiana dice che Dio Trinità viene ad abitare nel battezzato, prende dimora nella sua anima, basandosi sulla garanzia della promessa di Gesù Cristo.

I Santi hanno scritto: Dio abita nel centro più intimo dell’anima; ed ancora:”l’intimo fondo dell’anima è il luogo dove Dio abita completamente solo.

Il Concilio ha identificato questo “luogo” con la COSCIENZA vista come il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria.

E’ da questa profondità che Dio parla. Sant’agostino ha scritto”: Non andare fuori di te, ritorna in te stesso.La verità dimora nell’uomo interiore”.

Possiamo quindi comprendere la correlazione tra il pensiero greci e quello cristiano: nel primo la cura dell’anima consiste nella pratica delle virtù; nel secondo nell’amore.

L’essenza del cristianesimo è l’amore. La vita morale ne è la logica conseguenza: se uno ama, evita tutto ciò che non è gradito all’amato, pratica la virtù.