A cura di Dott. VINCENZO CESAREO
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Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< LE ENORMI ED INQUIETANTI ANALOGIE TRA IL PROGETTO DI PUTIN E QUELLO DI HITLER ! >
Le analogie tra il progetto di Putin e quello di Hitler sono enormi ed evidenti: l’ambizione di includere sotto la stessa bandiera russa tutti i territori cosiddetti “russofoni” e dominare quelli limitrofi, già facenti parte del decaduto impero sovietico, è ormai chiara e somiglia in maniera inquietante al sogno del Fuhrer della “grande Germania”.
In ambedue alberga lo stesso sentimento di rivalsa nei confronti del resto del mondo per l’isolamento subito, l'”accerchiamento” da parte delle potenze europee che avevano affamato la Germania e l’espansionismo della NATO quale minaccia incombente sulla Russia.
Comune ai due è anche l’odio, covato per anni, nei confronti dei sistemi liberali e democratici, visti come turpi espressioni delle cosche giudaico-massoniche o quelle analoghe della globalizzazione imperialista dell’occidente.
L’analogia è evidente nonostante siano in molti a puntualizzare, in difesa del dittatore russo, che “Putin non è Hitler”, una sorta di “excusatio non petita” rivelatrice di quanto, in realtà l’analogia sussista e associare i due progetti e le rispettive strategie non è affatto destituito di fondamento.
Ma c’è un’altro aspetto comune tra le due vicende: in ambedue i casi, dietro un’illusoria e ipocrita propaganda di “pace” che non tiene conto di quanto la pace dovrebbe essere richiesta a chi aggredisce e non a chi è aggredito, si sta sviluppando quello che, con il rispetto dei veri pacifisti, oserei chiamare “cretinismo pacifista”.
Non già perché sia cretino parteggiare per la pace piuttosto che per la guerra, ovviamente. Ma perché la pace viene invocata assolvendo l’aggressore pur di non inasprire il suo odio verso l’aggredito.
Viene sbandierata cogliendo tutte le attenuanti e tutte le ragioni che l’aggressore può aver maturato per giungere in conclusione al suo atto finale che dovrebbe, secondo questa logica astrusa e inconcludente, “essere analizzato, motivato e, in qualche misura giustificato”.
La “provocazione” ostile, la coalizione delle alleanze contro un unico stato vittima di questa conventio ad escludendum, l’espansione dell’imperialismo occidentale, la discriminazione violenta subita dai “russofoni” nelle aree di confine dell’Ucraina, le sanzioni subite per le “legittime” occupazioni territoriali precedenti, le esercitazioni ostentate dall’Ucraina entro ai suoi confini, divengono, secondo gli illuminati creto-pacifisti, tutte buone motivazioni per sferrare l’attacco mortale contro una nazione sovrana che ha dimostrato un’eccessiva propensione all’indipendenza.
Sarebbe una colpa imperdonabile quella di aver scelto autonomamente i paesi amici ed aver rifiutato la protezione di una nazione “sorella” come la Russia, quella di essersi inchinata all’espansione mortifera della NATO, di aver assecondato il suo progetto di accerchiamento, di aver eletto un presidente fantoccio come il guitto imprudente, ebreo e vagamente nazista.
Che tali farneticazioni facciano parte dell’enorme armamentario propagandistico russo, secondo, per capacità offensiva, solo a quello nucleare, non stupisce: tutte le dittature si avvalgono della capacità di somministrare le propria verità sopprimendo ogni forma alternativa di comunicazione e l’ex colonnello del KGB ha un’esperienza indiscussa nella manipolazione delle informazioni e nella repressione del dissenso.
Ma che, allo stesso modo, le stesse argomentazioni facciano breccia nel nostro mondo e vengano sostenute con astiosa determinazione e un’evidente manifestazione di odio verso l’occidente, l’America (assassina sempre anche se non spara nemmeno un colpo e tace), l’occidente, la NATO, l’Europa, il globalismo capitalista, la lobby ebraica, è davvero stupefacente.
Un fenomeno inspiegabile come quello analogo in cui in molti giudicavano legittime le rivendicazioni di Hitler e colpevoli le misure delle forze democratiche vincitrici della prima guerra mondiale inflitte con le imposizioni di Versailles contro la Germania. Le possibili motivazioni diventano giustificazioni.
Ma il creto-pacifismo è capace di fondere i due concetti e di ostentare le ragioni dell’aggressore insieme alla bandiera multicolore della pace. Che pace non è ma invito alla sottomissione alla prepotenza del più forte. Possibilmente senza che la vittima sacrificale immolata alla quiete del mondo, faccia troppo rumore.