A cura di Franco Capanna (Teramo)
Sindacalista – Giornalista – Scrittore
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< UNA ANALISI TRA I FASTI DELL’IMPERO DI AUGUSTO ED I VANEGGIAMENTI DI OGGI DA PARTE DI POLITICI FOLLI ! >
Il penoso di oggi per opera di politici che credono di essere rinnovatori ma forse meglio se internati in Reims psichiatria.
Tanti Italiani alla fame,cittadini terrorizzati da delinquenti esportati questa particolare neo segretaria pd ha in programma mandare in mare la flotta Italiana e prendere milioni di clandestini disperati e dare lavoro e case e ogni diritto.
Questa non è poi una credente o buona ma tra le tante oscenità tutela unioni tra omosessuali e lei stessa si definisce.
Siamo alla follia totale!
Milano prima nella classifica dei reati
In cima all’indice della criminalità, per numero di reati denunciati in proporzione al numero di abitanti, c’è la città di Milano, seguita da Rimini (seconda), Torino (terza), Bologna (quarta), Roma (quinta), Imperia (sesta) e Firenze (settima).
La classifica elaborata dal quotidiano economico, prende in considerazione diverse fattispecie di reato, tra cui spaccio di stupefacenti, furti, incendi, estorsioni, minacce, rapine, violenze sessuali e altri reati di questa portata.
In tutte le 107 province italiane, Milano si attesta al primo posto per furti negli esercizi commerciali ed è seconda per quanto concerne le rapine.
É terza per associazione a delinquere.
La città di Rimini segna invece un’impennata di denunce per violenza sessuale, subito dopo Imperia, Bologna e Trieste.
E Napoli?
Nella classifica del quotidiano economico de Il Sole 24 Ore, non manca la città di Napoli. In cosa primeggia?
Se classifica generale dei reati, Napoli è “solo” decima, il capoluogo campano si contraddistingue per le sue 125.119 denunce, 4.217 ogni 100mila abitanti, di cui una parte consistente riferita a contrabbando e furti con strappo – i cosiddetti scippi – e di furto di motocicli.
Si tratta dunque delle due tipologie di reato per le quali la metropoli partenopea è prima in classifica.
Ancora altissimo – purtroppo – il primato del capoluogo campano per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e per contrabbando.
Al terzo posto per rapine in strada. Quarta per contraffazione di marchi e prodotti industriali. Quinto posto invece per estorsioni e riciclaggio. Alla quindicesima posizione per furti d’auto in sosta.
*
La Pax romana fu un periodo di relativa stabilità che caratterizzò l’impero romano La Pax romana fu un periodo di relativa stabilità che caratterizzò l’impero romano per oltre 200 anni, a partire dal regno di Augusto. L’obiettivo del princeps e dei suoi successori era quello di garantire il rispetto della legge, l’ordine e la sicurezza sul territorio, anche attraverso l’intervento militare e la conquista.
Durante tutta la repubblica romana e la prima parte dell’Impero, i confini di Roma si espansero continuamente. Oltre alle prime conquiste territoriali e al controllo del Mediterraneo, ottenuto grazie alle vittorie nelle guerre puniche, Roma allargò i suoi territori nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Grazie alle campagne di Giulio Cesare, i romani espansero i limiti ad Ovest, nelle Gallie, ma ancora in Spagna, verso il nord della Germania e persino in Britannia.
Attraverso i trionfi di Cesare, Augusto, Claudio e Marco Aurelio, Roma divenne uno dei più grandi imperi che fossero mai esistiti, più grande di quello della Persia e della Siria, sfidando addirittura quello di Alessandro Magno, che si sgretolò subito dopo la sua morte.
La gestione di un territorio così vasto causò tuttavia molte difficoltà: rivolte, ribellioni e insurrezioni dilagavano puntualmente. La soluzione a questi problemi di instabilità e di violenza arrivò sotto l’astuta guida dell’ imperatore Augusto, tramite un sistema di forza e di diplomazia, ma anche di gestione del territorio e delle aristocrazie locali chiamato “Pax romana”.
Il potere di Augusto
Alla morte del dittatore a vita Giulio Cesare, la Repubblica precipitò nel caos. I tentativi di conciliazione da parte di Marco Antonio fallirono miseramente. Ottaviano, il giovane figlio adottivo di Cesare, braccò gli assassini di suo padre e sconfisse gli altri pretendenti al comando di Roma, tra cui Marco Antonio ed Emilio Lepido, assicurandosi la guida di Roma. Augusto, il suo nuovo nome da imperatore, avrebbe inaugurato così un’età senza precedenti di prosperità e stabilità, ponendo fine a 30 anni di guerre civili.
Il Senato Romano, ormai nelle mani di Augusto, concesse al Princeps poteri quasi illimitati. Inizia così il periodo del “principato di Augusto”: egli aveva il cosiddetto Imperium maius, ovvero la suprema autorità sui governatori provinciali, oltre che l’autorità come tribuno della plebe, e la possibilità di convocare l’assemblea del popolo per emanare le leggi.per oltre 200 anni, a partire dal regno di Augusto. L’obiettivo del princeps e dei suoi successori era quello di garantire il rispetto della legge, l’ordine e la sicurezza sul territorio, anche attraverso l’intervento militare e la conquista.
Durante tutta la repubblica romana e la prima parte dell’Impero, i confini di Roma si espansero continuamente. Oltre alle prime conquiste territoriali e al controllo del Mediterraneo, ottenuto grazie alle vittorie nelle guerre puniche, Roma allargò i suoi territori nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Grazie alle campagne di Giulio Cesare, i romani espansero i limiti ad Ovest, nelle Gallie, ma ancora in Spagna, verso il nord della Germania e persino in Britannia.
Attraverso i trionfi di Cesare, Augusto, Claudio e Marco Aurelio, Roma divenne uno dei più grandi imperi che fossero mai esistiti, più grande di quello della Persia e della Siria, sfidando addirittura quello di Alessandro Magno, che si sgretolò subito dopo la sua morte.
La gestione di un territorio così vasto causò tuttavia molte difficoltà: rivolte, ribellioni e insurrezioni dilagavano puntualmente. La soluzione a questi problemi di instabilità e di violenza arrivò sotto l’astuta guida dell’ imperatore Augusto, tramite un sistema di forza e di diplomazia, ma anche di gestione del territorio e delle aristocrazie locali chiamato “Pax romana”
La Pax romana fu un periodo di relativa stabilità che caratterizzò l’impero romano La Pax romana fu un periodo di relativa stabilità che caratterizzò l’impero romano per oltre 200 anni, a partire dal regno di Augusto. L’obiettivo del princeps e dei suoi successori era quello di garantire il rispetto della legge, l’ordine e la sicurezza sul territorio, anche attraverso l’intervento militare e la conquista.
Durante tutta la repubblica romana e la prima parte dell’Impero, i confini di Roma si espansero continuamente. Oltre alle prime conquiste territoriali e al controllo del Mediterraneo, ottenuto grazie alle vittorie nelle guerre puniche, Roma allargò i suoi territori nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Grazie alle campagne di Giulio Cesare, i romani espansero i limiti ad Ovest, nelle Gallie, ma ancora in Spagna, verso il nord della Germania e persino in Britannia.
Attraverso i trionfi di Cesare, Augusto, Claudio e Marco Aurelio, Roma divenne uno dei più grandi imperi che fossero mai esistiti, più grande di quello della Persia e della Siria, sfidando addirittura quello di Alessandro Magno, che si sgretolò subito dopo la sua morte.
La gestione di un territorio così vasto causò tuttavia molte difficoltà: rivolte, ribellioni e insurrezioni dilagavano puntualmente. La soluzione a questi problemi di instabilità e di violenza arrivò sotto l’astuta guida dell’ imperatore Augusto, tramite un sistema di forza e di diplomazia, ma anche di gestione del territorio e delle aristocrazie locali chiamato “Pax romana”.
Il potere di Augusto
Alla morte del dittatore a vita Giulio Cesare, la Repubblica precipitò nel caos. I tentativi di conciliazione da parte di Marco Antonio fallirono miseramente. Ottaviano, il giovane figlio adottivo di Cesare, braccò gli assassini di suo padre e sconfisse gli altri pretendenti al comando di Roma, tra cui Marco Antonio ed Emilio Lepido, assicurandosi la guida di Roma. Augusto, il suo nuovo nome da imperatore, avrebbe inaugurato così un’età senza precedenti di prosperità e stabilità, ponendo fine a 30 anni di guerre civili.
Il Senato Romano, ormai nelle mani di Augusto, concesse al Princeps poteri quasi illimitati. Inizia così il periodo del “principato di Augusto”: egli aveva il cosiddetto Imperium maius, ovvero la suprema autorità sui governatori provinciali, oltre che l’autorità come tribuno della plebe, e la possibilità di convocare l’assemblea del popolo per emanare le leggi.per oltre 200 anni, a partire dal regno di Augusto. L’obiettivo del princeps e dei suoi successori era quello di garantire il rispetto della legge, l’ordine e la sicurezza sul territorio, anche attraverso l’intervento militare e la conquista.
Durante tutta la repubblica romana e la prima parte dell’Impero, i confini di Roma si espansero continuamente. Oltre alle prime conquiste territoriali e al controllo del Mediterraneo, ottenuto grazie alle vittorie nelle guerre puniche, Roma allargò i suoi territori nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Grazie alle campagne di Giulio Cesare, i romani espansero i limiti ad Ovest, nelle Gallie, ma ancora in Spagna, verso il nord della Germania e persino in Britannia.
Attraverso i trionfi di Cesare, Augusto, Claudio e Marco Aurelio, Roma divenne uno dei più grandi imperi che fossero mai esistiti, più grande di quello della Persia e della Siria, sfidando addirittura quello di Alessandro Magno, che si sgretolò subito dopo la sua morte.
La gestione di un territorio così vasto causò tuttavia molte difficoltà: rivolte, ribellioni e insurrezioni dilagavano puntualmente. La soluzione a questi problemi di instabilità e di violenza arrivò sotto l’astuta guida dell’ imperatore Augusto, tramite un sistema di forza e di diplomazia, ma anche di gestione del territorio e delle aristocrazie locali chiamato “Pax romana”
Autore Franco Capanna.