A cura di Franco Capanna (Teramo)
franco.capanna@dconline.info
Sindacalista – giornalista – scrittore
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< Quadro desolante: gli italiani leggono poco ed anche su “IL POPOLO” della D.C. articoli interessanti troppo spesso snobbati ed a zero commenti ! >
Gli italiani non leggono e – se fo fanno – poco ed in maniera assai distratta: i dati parlano chiaro .
Da Editorialista de < IL POPOLO > della D.C. ( www.ilpopolo.news ) vorrei aggiungere che anche in D.C. gli articoli gli articoli pubblicati sul nostro giornale democristiano vengono spesso vengono snobbati con talvolta addirittura zero commenti, nonostante che la Direzione del giornale e del partito abbia spesso rivolto inviti pressanti in questo senso, affinchè si utilizzi questo strumento di dialogo e di confronto con la dovuta efficacia ed attenzione !
Chi scrive riesce fare leggere perché ha una fitta rete di conoscenze all’estero che a loro volta diffondono.
Ma davvero desolante qui in Italia.
Recentemente un medico al quale mando miei articoli e credevo leggesse perché le “grappette” erano blù mi disse di non conoscermi!
Rispetto al resto dell’Europa i dati sono davvero imbarazzanti: la percentuale dei lettori è superiore al 75% nella maggior parte dei Paesi del centro e del nord dell’Europa occidentale: Svezia (89%, il dato più alto), Danimarca, Finlandia, Estonia, Olanda, Lussemburgo, Germania, Regno Unito. Mentre è inferiore al 60% in Portogallo (il dato europeo più basso: meno del 40%), Cipro, Romania,Ungheria, Grecia e Italia.
E questo è quanto, è sotto gli occhi di tutte le istituzioni culturali del Paese, ma sembra non interessare a nessuno.
La cultura è uscita dall’agenda politica e dalla programmazione dei Governi da anni.
Gli unici interventi che riguardano i consumi culturali sono monetari: dal bonus ai diciottenni a quello ai docenti.
Ma mettere a disposizione dei soldi per i consumi culturali incide poco o nulla, infatti gli insegnanti per l’anno 2016/2017 hanno speso circa 200 milioni di euro in hardware e software nuovo, ma solo 38 milioni di euro in libri.
Il punto davvero significativo è che i dati dell’Istat indicano come fonte della scarsa propensione alla lettura il basso livello culturale e la mancanza di politiche scolastiche di educazione alla lettura.
Si potrebbe quindi concentrare i pochi sforzi possibili proprio all’interno della scuola perché insegnare ad un giovane studente il piacere ed i benefici della lettura è sicuramente più utile (o quantomeno possibile) che provare a convertire un adulto disinteressato.
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www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *
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Mi permetto di aggiungere che la cultura al leggere, dovrebbe iniziare già in tenera età ,parlo di bambini di una fascia protetta da0-3 anni , dove il leggere un libro “prezioso “da trattare con cura, diventa veramente , se pur piccoli, un loro amico di scoperte , di conoscenze. Parallelamente alle realtà scolastiche, ci dovrebbero essere le famiglie che latitano nella lettura con i propri figli; preferiscono infatti metterli davanti alla tv o , peggio ancora, regalare loro un marchingegno tecnologico che , anziché arricchirli di conoscenze, sapere e implementare il linguaggio; altro capitolo spigoloso, contribuiscono ad atrofizzare e depauperare il cervello, le relazioni sociali, la loro creatività
È un problema di base. L’ideologia di sinistra ha portato ad evitare l’oratorio, punto cardine della crescita dei bambini e dei ragazzi. L’alternativa è stata il salotto, compensato da un ora d’aria al parchetto sotto stretta sorveglianza di un parente, anch’esso stretto. Ed il turbine degli impegni dei genitori porta a sacrificare il tempo da dedicare alla cultura. L’analisi dell’evoluzione culturale dall’avvento di internet è curiosa ed interessante, un salto evolutivo e tecnologico ha portato ad una devoluzione enorme
Condivido l’analisi svolta da FRANCO CAPANNA, sia dal punto di vista generale che – nello specifico – sullo non sempre attenta lettura (anche in casa D.C.) degli articoli pubblicati su “IL POPOLO” della Democrazia Cristiana, non sempre adeguatamente valorizzati e nemmeno commentati. Sforziamoci dunque di leggere gli articoli ed anche di commentarli utilizzando questo importante strumento di confronto, di dialogo e di crescita sociale e culturale di notevole rilevanza (ache sotto l’aspetto politico). E magari, con un po’ di coraggio, prendiamo anche in mano “carta, penna e calamaio” (si diceva una volta), ora dobbiamo dire…”tastiera e computer” e scriviamo anche noi qualche articolo da poter offrire alla platea dei nostri lettori, contribuendo ad un dibattito che – all’interno di un partito sano e democratico – è davvero fondamentale ! * ANGELO SANDRI (Cervignano del Friuli/UD)
Grazie per i dotti interventi all’oggetto.
Leggere, sebbene il più delle volte sia un’attività che svolgiamo per dovere, come la preparazione di una materia universitaria o un attività professionale, è anche una delle attività che se svolta per libera scelta e non per impegni professionali, ci dona grande piacere. Un piacere tutto da coltivare, un timbro autentico per uno stile di vita sostenibile.
La lettura, se intesa come un’attività di puro piacere, attraverso cui è possibile arricchire la propria persona e arricchire il proprio bagaglio culturale rappresenta un’attività da cui non riusciremo più a staccarci poiché la lettura sarà l’amante perfetto della nostra vita. La lettura come fonte di piacere è un’attività che ci consolida nella mente e nel cuore, un’attività che ci rende più forti e ci dà la possibilità di conoscere mondi sconosciuti, realtà diverse dalla nostra, ma, soprattutto, ci dà la possibilità di vivere emozioni impareggiabili.