IL CROCEFISSO SULLA VETTA DELLA MONTAGNA: SIMBOLO UNIVERSALE DI PACE E DI FRATELLANZA !

IL CROCEFISSO SULLA VETTA DELLA MONTAGNA: SIMBOLO UNIVERSALE DI PACE E DI FRATELLANZA !
Alessandro Dianda (Lucca)

A cura di Alessandro Dianda (Lucca)

alessandro.dianda@dconline.info * cell. 349-8403420 *

Vice-Segretario nazionale del Dipartimento Sviluppo – Comunicazione – Marketing della DEMOCRAZIA CRISTIANA italiana

Segretario Organizzativo regionale della Democrazia Cristiana della regione TOSCANA

Segretario politico provinciale della Democrazia Cristiana della provincia di Lucca

<  IL CROCEFISSO SULLA VETTA DELLA MONTAGNA: SIMBOLO UNIVERSALE DI PACE E DI FRATELLANZA ! >

In questi giorni in mancanza di nuove e fresche polemiche che tendono a dividere ed a creare nuove fratture sociali, si è infilata di prepotenza la questione della < Croce di Vetta > nelle montagne.

Non ci bastavano le divisioni sul comunismo e fascismo; sivax e novax;, Pace e guerra.

 Una Croce sulla vetta di una montagna

In questi giorni, per saldare meglio questa nostra epoca caratterizzata sulla contrapposizione e molto meno sulla coesione e la fratellanza, è entrata a pieno titolo la polemica sulla < Croce di Vetta > poste sulle montagne.

A scatenare l’ennesimo conflitto è l’associazione Mountain Wilderness che da tempo porta avanti la questione sulle croci collocate nelle vette montane.

Da qualche giorno anche il CAI (Club Alpino Italiano, SIC), si è accodato ed ha espresso la sua contrarietà ad installare nuove Croci sulle vette montane.

Ora c’è subito da fare: un distinguo un conto e togliere le Croci esistenti, un conto è installarne di nuove.

Mi sembra di aver capito dalle letture che il problema sia principalmente quello di installarne di nuove, sperando che questo non crei il presupposto ed il precedente per poi togliere le vecchie.

Ma al netto di questo distinguo comunque basilare, rimozione delle vecchie o non installarne di nuove, è evidente che il tema del Crocifisso continui a portare discussione e polemica, quando invece dovrebbe portare unione e amore tra la gente, di tutta la gente.

La continua battaglia della Croce nelle scuole, negli uffici pubblici ora passa anche dalle Croci sulle montagne.

La lotta contro Cristo e il cristianesimo continua, a volte subdolamente a volte in modo più aperto e deciso.

Chi si pone dalla parte e a difesa di chi si sente offeso dal simbolo e lo trova divisivo è per primo lui stesso divisivo e cerca il pretesto per lo scontro.

Nessun cristiano in visita o in permanenza in un Paese dove prevale l’induismo, il buddismo, l’islamismo o l’ebraismo, si deve e si può sentire offeso dalle loro tradizioni, cultura e in particolar modo dalla loro religione.

Perché quando siamo accolti in un Paese con altra religione dovremmo sentirci offesi dai simboli della loro religione? Perché?

Magari ci potremmo sentire in grande difficoltà se non potessimo liberamente professare ed esprimere la nostra religione, ma non credo che questo sia affrontato dalle associazioni della montagna.

Il problema sembra che sia una questione di gentilezza che dovremmo porre a chi è di altra religione e scalando una vetta si trova di fronte ad una Croce, una questione di rispetto, perché in quel momento verrebbe meno e verrebbe scalfita la loro dignità e appartenenza di credo per la propria religione e quindi questa risulterebbe divisiva.

Non lo so se questo ragionamento è proprio quello corretto, ma è quello più accreditato, posso anche arrivare a capire che qualcuno non si senta appagato nel vedere una Croce, che non si senta entusiasta, ma che questo gli crei tanta ostilità non riesco proprio a comprenderlo, perché il nostro Gesù sulla Croce dovrebbe creare difficoltà a chi lo vede?

Oltretutto le Croci di Vetta sono senza il nostro Cristo crocifisso, quindi un simbolo ancor più universale.

Per quale strano motivo una Croce può risultare divisiva? In particolar modo a chi non ci crede, mi viene da pensare che se veramente questo simbolo di Pace porta tanta ritrosia, tanto imbarazzo, tanta acredine, la persona debba essere gentilmente presa in carico dalle strutture sociali o al limite accompagnata di ritorno alle sue origini.

Non vorrei invece che questa scusa della mancanza di rispetto allo straniero e alla sua integrazione, fosse un’invenzione dei nostrani atei italici e non, e sostenuti dalle correnti mondialiste e globaliste, tra cui la Cancel Culture, che nascondendosi dietro alla divisione tra religioni e per una migliore tolleranza tra i popoli, provano per l’ennesima volta a incrinare quei cardini culturali che sono nostri da oltre duemila anni oramai.

Che lo si voglia o no la nostra cultura si basa totalmente sul cristianesimo, noi siamo il cristianesimo, sia per chi crede sia per chi non crede, la nostra vita è fatta di Chiese, di oratori, di preghiere, di simboli religiosi, di arte religiosa, di turismo religioso, di luoghi sacri, di canti religiosi, di calendari, di Santi e di appuntamenti religiosi.

Quindi, cosa facciamo? Rasiamo al suolo mezza Europa?

Il problema di queste battaglie queste sì davvero anacronistiche, servono solo a dare un poco di visibilità a persone piccole e poco significanti… e con buona pace anche per l’ateo più convinto e baldanzoso, in punto di morte sicuramente chiederà e invocherà anche per lui il perdono a Dio.

Quindi da parte mia, della Democrazia Cristiana di Lucca e della Toscana, e di tutta la DC esprimo la mia totale solidarietà a tutte le croci vecchie e nuove, a tutti i simboli cristiani e cattolici e resto profondamente grato della cultura in cui sono cresciuto e che mi ha dato il dono della libertà, della libera scelta.

Alessandro Dianda

 

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Natascia Pizzutti
1 anno fa

Buonasera condivido totalmente quanto hai scritto Alessandro. Bisogna lottare per fare rispettare quello in cui si crede ,

Arturo147@libero.it
1 anno fa

Credo in cristo morto e risorto ,queste battaglie contro la croce e crocefissi a scuola in montagna nei luoghi pubblici dicono per rispetto ad altre religioni evidentemente si dimentica Italia e cattolica, finché oratori e chiese erano gremite l Italia era il centro operativo della cultura e vita sociale ,oggigiorno.no ma chi non piace. Se Nevada al loro paesello ,se io vado in altri paesi e sono cattolico e lo dichiaro apertamente devo stare a altre idee e regole lì nessuno pensa ai noi

1 anno fa

Carissimo Alessandro Dianda,
le tue parole, espresse sapientemente e le tue certezze ti nobilitano oltre la nobiltà d’animo e la cultura che dimostri di avere.
Anche se non ne hai bisogno, mi sento sinceramente di dirti: “bravo”, hai scritto cose che molti di noi pensano, ma non hanno la forza di scrivere.
Con Amicizia DC
IL PORTAVOCE DELLA DC
(Ing. Enrico Migliardi)