Suor Maria Caterina non è più tra noi ma tra gli angeli del Paradiso.
Da dove nasce la vocazione di una suora? Da un incontro non casuale ma personalissimo con Cristo e la sua parola dal quale poi nasce un amore sognato, amore cercato, amore sbocciato, che giorno dopo giorno diventa sempre più intenso, caldo, passionale, travolgente, vivo.
Alla salita al cielo di suor Maria Caterina in segno mi ha avvisato lassù
Amore che con il tempo si fortifica manifestandosi tenero, delicato, dolce, comprensivo, complice.
Credo che quello di suor Caterina sia stato un amore santo, un amore coraggioso, audace, che emoziona, amore che riempie, amore che non manca mai, amore giovane, maturo, che cura, che cresce, amore che costruisce, amore che non distrugge, amore che vince.
Un amore che ha contagiato e convinto chiunque l’ha conosciuta, frequentata ed apprezzata.
Come del resto ogni suora, ha cercato di plasmare la sua vita a quella del Cristo Salvatore, per farsi specchio terrestre dell’Amore di Dio, amplificandolo e irradiandolo su quella umanità che quotidianamente è stata a contatto con lei e che ha trattato sempre come veri fratelli e sorelle in Cristo.
Infatti possiamo dire che una suora ha gli stessi organi sensitivi di Gesù e di Maria e cioè:
- gli occhi per saper guardare al di là delle apparenze, fin dentro il cuore
- le orecchie, per saper sentire quello che i silenzi non dicono
- la bocca, per saper dire parole che scaldano e costruiscono
- le mani, per accompagnare e sorreggere nel cammino chi è stanco di andare da solo
- il cuore, tanto grande da contenere tutto, tanto dolce da saper curare ogni affanno
In altre parole suor Maria Caterina con la sua dolce simpatia, ci ha comunicato il saper stare, come stava Maria ai piedi della croce, con quella fermezza nella fede, certa del ritorno glorioso di Cristo.