Una guerra che sorprende il mondo.
Si teme che il Medio Oriente si incendia con la partecipazione di altre confinanti.
Pietà assoluta per le popolazioni di entrambi in guerra
L’attacco lanciato da Hamas a Israele è di una violenza e di una gravità tale da superare e minimizzare qualsiasi considerazione politica attinente al “prima”: l’arroganza politica e militare, l’occupazione indebita, il tentativo smisurato di sottomissione.
C’è invece l’adesso, la cronaca che sgomenta, che evoca la vendetta, anzi di più, l’annientamento del nemico, mentre la scossa della guerra travolge l’intero Medio Oriente, dove nessuna nazione potrà voltarsi dall’altra parte, con il timore, o meglio il terrore, dell’innesco di un effetto domino che comunque porterà distruzione e dolore, fin dove, chissà. I confini di questo nuovo/antico conflitto devono essere ancora disegnati con chiarezza, e molti giorni passeranno prima che la nebbia si diradi. Ma è certo che questo attacco (improvviso per chi l’ha ricevuto, ma pianificato al millimetro dagli esecutori) ha scavato non un solco, ma un baratro da cui non si tornerà più indietro. Il 7 ottobre come l’11 settembre: una data incancellabile per Israele, a prescindere da come andrà a finire.
Un attacco che spazza via 75 anni di storia tormentata, che travalica i torti e le ragioni, che arma anche gli indecisi, che umilia le vittime, che calpesta il dolore e la dignità delle popolazioni civili, ancora una volta sopraffatte dalla follia e dal fanatismo di gruppi armati e di gruppi di potere, categorie che a volte coincidono. Mentre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riunito d’urgenza per affrontare la gravissima questione, non è riuscito a trovare nemmeno l’accordo per stilare una
dichiarazione scritta di condanna per l’azione dei terroristi palestinesi. E mentre torna a circolare in rete una dichiarazione di Mahmoud Al-Zahar, dirigente e co-fondatore di Hamas, che alla fine dello scorso anno farneticava: «Israele è soltanto il primo obiettivo. L’intero pianeta sarà sotto la nostra legge, non ci saranno più ebrei o traditori cristiani».
Autore Franco Capanna Editorialista redattore de il Popolo della Democrazia Cristiana Roma
Monache Roma P.
Veramente grave la futura .
Preghiamo per la pace.
La guerra in Israele certo intendere