A cura di Dott. LORENZO RANIOLO (Gela/CL) – dott.lorenzoraniolo@tiscali.it – Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
<BUON COMPLEANNO JOSE’ ALTAFINI>
“Ho la pensione sociale, 700 euro al mese…non ho la pensione da calciatore, non sono riuscito a farla. Diciamo che sono tornato un po’ alle origini, ma le scarpe ce le ho ancora eh. Quando un uomo vive senza mai pensare ai soldi, i soldi non li fa, e io ho vissuto così. Non ho mai cercato il denaro. Pensavo solo a divertirmi, in campo e fuori, senza tanti calcoli. I calciatori ai miei tempi non facevano i miliardi e nel mio caso ancora meno perché non avevo quel tipo di testa. Per me il calcio è poesia, è Pelè, è Messi, è Garrincha, è Zizinho. Poeti. E quando uno è poeta non pensa al denaro.
Premetto che non sono invidioso e non provo gelosia, però leggendo le percentuali che prendono agenti e procuratori dalla vendita dei loro assistiti, inorridisco. Con questo mondo che va alla deriva bisogna darsi una regolata. Negli anni 60 per rinnovare un contratto eravamo insultati per le nostre richieste, oggi i giocatori dopo due o tre mesi dalla firma del contratto chiedono l’adeguamento. Ridicoli!
Ai miei tempi era difficile che un ragazzo uscisse fuori dai binari, immediatamente si veniva rimproverati. Forse perché allora non c’erano molti soldi come adesso, non pensavamo alle bravate. Si doveva pensare solo alla carriera. Come possono i ragazzi prendere esempio dai calciatori di oggi, che ostentano il loro lusso tra yacht, aerei, auto di valore, spese folli?
Ho vissuto una vita bellissima, tutto quello che sognavo mi è capitato. Anzi, sono andato oltre perché io sognavo di giocare nel Piracicaba in serie A. Mi sembrava tutto facile, tutto regalato. E non stavo tanto lì a guardare orari e diete come fanno adesso. Io ingrassavo ma mi divertivo…
Pilloline? Come no. Prima dell’antidoping le squadre davano le pastigliette. Roba leggera però, tipo quelle per stare svegli e aumentare le prestazioni. Come prendere 5/6 caffè.
Le gioie sono state tante, i Mondiali, le coppe, i figli, mia moglie… Il dolore più grande quando è morto il mio cane: una tristezza e un dolore incredibile…”
Buon compleanno José Altafini. 24 LUGLIO 1938
FONTE: RADIO AMORE CAMPANIA