Giornalismo e social media
Il giornalismo di oggi offre molti possibili output per il proprio lavoro. Ai media classici, carta (stampata, televisione, radio), si sono aggiunte quelli digitali e i social media. Oggi quando un giornalista riporta una notizia può sceglierlo dove, come e quando farlo in maniera molto più ampia. Le modalità di base restano le stesse (parola scritta, video, audio), ma il mezzo su cui si sceglie di pubblicare il proprio contributo determina molte caratteristiche del messaggio.
Innanzitutto, sfatiamo un mito: è possibile fare un buon giornalismo su qualsiasi piattaforma e con qualsiasi mezzo. L’importante è essere consapevoli del mezzo che stiamo utilizzando.
Se stiamo realizzando un podcast, sarà necessario avere degli audio puliti e buone capacità di montaggio audio, se la nostra piattaforma principale è Instagram dovremo privilegiare i video e le grafiche su lunghi contenuti scritti, e così via.
Certo è che i social media hanno cambiato profondamente il modo di fare giornalismo, accelerando la diffusione delle notizie, democratizzando l’accesso alle informazioni e trasformato il modo in cui giornalisti e pubblico interagiscono, ma presentando (o forse ingigantendo) alcuni problemi e sfide come la gestione della disinformazione e la ridefinizione dei modelli di business giornalistici.
L’intelligenza artificiale
L’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) sta cambiando il volto di molte industrie, filiere produttive, mestieri. Il giornalismo non è da meno. Con algoritmi avanzati e capacità di apprendimento automatico, l’IA promette di portare cambiamenti significativi nel modo in cui produciamo e “consumiamo” le notizie.
Come spesso accade quando parliamo di IA, l’opinione pubblica e gli esperti sono divisi fra tecno-ottimisti e catastrofisti. L’intelligenza artificiale sostituirà i giornalisti o li aiuterà a lavorare meglio?
Secondo Sergio Ferraris, giornalista scientifico e ambientale, entrambe le risposte sono in parte corrette. L’intelligenza artificiale può essere un ottimo strumento al servizio dei giornalisti – soprattutto dei reporter – se saputo usare in maniera intelligente. Al tempo stesso aumenterà la produttività e renderà superfluo l’utilizzo di giornalisti in molti compiti ripetitivi, compilativi o che non richiedono l’accesso diretto alle fonti.
Autore Franco Capanna editorialista