ASTENSIONISMO RECORD: UN SEGNALE DI PROFONDA DISILLUSIONE VERSO LA POLITICA !
Il dato più allarmante di queste elezioni regionali non è tanto l’affermazione del centro-sinistra in Umbria ed in Emilia Romagna, quanto la bassa affluenza alle urne che è stata registrata e che si ferma sotto il 50%.
Questo dato evidenzia purtroppo una crescente disillusione verso la politica, che coinvolge trasversalmente tutte le fasce della popolazione italiana.
La bassa partecipazione elettorale è il sintomo di un problema profondo: una parte consistente di cittadini, tra cui molti giovani, lavoratori precari e famiglie in difficoltà, non vede nei partiti attuali risposte adeguate alle proprie esigenze.
Anche categorie come piccoli imprenditori e pensionati sembrano essersi progressivamente allontanate dalle urne, sfiduciate dalla mancanza di interventi concreti sui problemi quotidiani.
Il rischio è che la politica diventi sempre più autoreferenziale, rappresentando solo una minoranza attiva.
Per invertire questa tendenza serve un cambio di paradigma: meno slogan e più proposte pratiche, capaci di ricucire il rapporto tra le istituzioni e chi, ormai da troppo tempo, ha scelto di non votare.
La bassa affluenza, ferma sotto il 50%, è il dato più significativo di queste elezioni regionali.
Indipendentemente dai risultati, il vero vincitore sembra essere l’astensionismo, che ormai rappresenta una fetta sempre più ampia della popolazione.
Ma chi sono questi cittadini che scelgono di non votare?
Analizzando le tendenze degli ultimi anni, emerge un quadro variegato: giovani che non si sentono coinvolti o rappresentati, lavoratori precari e famiglie in difficoltà economica che percepiscono la politica come distante e inefficace, e anche pensionati che hanno perso fiducia nei partiti tradizionali.
Inoltre, molte categorie produttive, come piccoli imprenditori e commercianti, spesso si sentono abbandonate dalle istituzioni e preferiscono non partecipare.
L’astensionismo è un segnale d’allarme che indica una frattura tra cittadini e classe politica.
Ricucire questo rapporto richiederà proposte concrete, ascolto reale delle esigenze della popolazione e una comunicazione che torni a mettere al centro le persone, non solo i numeri.