Google incassa la terza multa miliardaria dall’Europa. E per far sì che sia l’ultima, lancia alcune modifiche ai suoi sistemi: un modo per evitare nuovi guai e far pace con l’Antitrust del Vecchio continente guidata dalla combattiva Margrethe Vestager, prima che arrivi il nuovo inquilino nel prossimo autunno.
La sanzione annunciata oggi da Bruxelles è da 1,49 miliardi e deriva dalla violazione delle regole di concorrenza: secondo gli sceriffi del mercato europeo, la società Usa ha abusato della sua posizione dominante sul mercato – con la piattaforma AdSense – imponendo una serie di clausole restrittive nei contratti con i siti web terzi, impedendo ai concorrenti di piazzare le loro pubblicità su tali siti.
“La cattiva condotta è durata dieci anni e ha impedito alle altre aziende di competere sul merito e innovare”, ha detto la commissaria Vestager. Non è una novità, ma la terza sanzione in pochi anni: l’anno scorso, la responsabile della Concorrenza aveva staccato una sanzione record da 4,34 miliardi per il sistema operativo Android; che fece seguito a sua volta a quella da 2,4 miliardi del 2017 per i servizi di comparazione e shopping.
Nel mirino della Ue è andato in particolare il servizio che Google fornisce ai proprietari dei siti web, come giornali, blog o aggregatori di viaggi, che hanno una funzione di ricerca integrata. Quando un utente la usa per eseguire una ricerca, sul portale appaiono anche annunci pubblicitari contestuali, forniti appunto da AdSense che fa da piattaforma per l’intermediazione pubblicitaria online. Secondo Bruxelles, Google ha utilizzato clausole contrattuali nella fornitura di questo servizio agli ‘editori’ dei siti che si configuravano un obbligo di fornitura esclusivo di fatto; oppure impediva ai concorrenti di inserire pubblicità contestuale sui siti più importanti; o ancora, in un’ultima fase, si riservava comunque i piazzamenti migliori con la possibilità di monitorare il rendimento della pubblicità dei concorrenti.
Kent Walker, vice presidente Global Affairs Google, ha commentato dopo la sentenza: “Siamo sempre stati d’accordo sul fatto che mercati sani e prosperi siano nell’interesse di tutti. Abbiamo già introdotto una serie di cambiamenti ai nostri prodotti per rispondere alle preoccupazioni della Commissione; nei prossimi mesi, introdurremo ulteriori aggiornamenti per incrementare la visibilità dei nostri concorrenti in Europa”.
Cambiamenti a Shopping e Android
Prima di incassare la nuova sanzione, il gigante del web aveva resa nota la decisione di modificare in Europa alcune funzionalità del servizio Shopping e di Android, proprio per rispondere alle richieste dell’Antitrust che ormai da anni ha ingaggiato una battaglia con Mountain View. La strategia di Google è quella di operare preventivamente su alcuni aspetti dei suoi strumenti, per evitare di cadere nuovamente nelle maglie Ue.
“Dal 2017, quando abbiamo adattato Google Shopping per rispondere alle direttive della Commissione Ue, abbiamo fatto numerose modifiche”, ha detto Kent Walker, vicepresidente di Google, annunciando un nuovo cambiamento introdotto recentemente. “Abbiamo iniziato a testare un nuovo formato, che dà link diretti ai siti che confrontano i prezzi, assieme ad offerte specifiche dei venditori”. In sostanza, i ‘rivalì dovrebbero trovare più spazio e maggior dignità sul motore di ricerca.
Un’altra innovazione riguarda Android: chi possiede un telefono con il sistema operativo sviluppato da Google può già scegliere se installare un browser diverso da Google, ma nei prossimi mesi all’utente verrà esplicitamente chiesto quale browser o App di ricerca vuole utilizzare.
di Antonio Gentile