Il portavoce delle Forze democratiche siriane ha annunciato la fine della battaglia di Baghuz, l’ultimo villaggio ancora controllato dall’Isis in Siria. Mustafa Bali ha dedicato la vittoria alle “migliaia di martiri” e a tutti quelli che in questi anni hanno lottato assieme ai curdi siriani contro gli jihadisti dello Stato islamico. Fra loro ci sono stati anche decine di italiani, compreso Lorenzo Orsetti, caduto proprio sul fronte di Baghuz.
L’ultima roccaforte dello Stato Islamico in Siria, Baghuz, è stata liberata. Lo ha annunciato Mustafa Bali, portavoce delle Forse democratiche siriane (Sdf), le milizie curde appoggiate dagli Stati Uniti. “Le Forze democratiche siriane dichiarano la totale eliminazione del cosiddetto califfato e la sconfitta territoriale al 100 per cento dell’Isis. In questo giorno unico, commemoriamo migliaia di martiri i cui sforzi hanno reso possibile la vittoria”, ha annunciato Bali su Twitter.
Civili scudi umani
La battaglia nell’ultima sacca dell’Isis, lungo la sponda orientale dell’Eufrate, al confine dell’Iraq, è durata quasi quattro mesi, dall’inizio di dicembre. I jihadisti avevano ammassato in pochi villaggi e nella cittadina di Hajin migliaia di combattenti e decine di migliaia di civili. La lotta è stata prolungata perché i curdi hanno tentato di evacuare il maggior numero di civili, in totale 46 mila. Migliaia di combattenti si sono arresti e sono prigionieri nei campi, compresi centinaia di stranieri.
Tende e cunicoli
Gli irriducibili hanno resistito oltre l’inverosimile, facendosi scudo persino dei loro bambini, in un campo di tende fra il villaggio di Baghuz e la collina sovrastante. Le tende in realtà nascondevano gli ingressi di una rete di tunnel e cunicoli che hanno permesso ai jihadisti di tendere agguati e respingere gli assalti dei curdi per settimane. Ma alla fine i raid della coalizione internazionale li hanno costretti a ritirarsi sulla collina e sulla riva del fiume dove sono stati annientati.
Da Kobane a Raqqa
La battaglia dei curdi contro l’Isis è cominciata alla fine del 2014, quando i jihadisti hanno lanciato l’assalto alla più importante città a stragrande maggioranza curda in Siria, Kobane. I raid americani e la resistenza dei guerriglieri delle Ypg, Unità di protezione del popolo, hanno salvato Kobane e di lì e cominciata una lunga controffensiva che ha portato alla conquista di Raqqa il 17 ottobre del 2017. Ora i curdi, inquadrati nelle Forze democratiche siriane e appoggiati da Stati Uniti ed Europa, controllano un quarto della Siria, tutto il Nord-Est.
LE TAPPE – Era l’OTTOBRE 2006 quando venne annunciata la creazione dello Stato Islamico dell’Iraq (Isi) e poi, quattro anni dopo, nell’APRILE 2010, Abu Bakr al-Baghdadi diviene l’emiro del gruppo jihadista. Da allora, lo Stato Islamico, ha iniziato la sua ascesa, conquistando, a partire dal GENNAIO 2013, anche fette di territorio siriano, compresa la città di Raqqa. Nell’aprile dello stesso anno, il gruppo cambia il suo nome, diventando lo Stato Islamico in Iraq e nel levante (Isil o Isis).
Nel GIUGNO 2014, l’Isis conquista una decina di città e villaggi iracheni, compresi Mosul e Tikrit, e assume il controllo dei campi petroliferi siriani nella provincia di Homs. Il 29 giugno dello stesso anno, il gruppo jihadista annuncia formalmente la creazione del “califfato” e assume la denominazione di Stato Islamico (Is). Nell’AGOSTO 2014, i miliziani dell’Is avviano nel nord dell’Iraq il massacro e la riduzione in schiavitù di migliaia di appartenenti alla minoranza religiosa degli yazidi, e cominciano a diffondere una serie di video nei quali vengono mostrate le decapitazioni di ostaggi occidentali.
Nel SETTEMBRE 2014 gli Stati Uniti danno il via ad una campagna di bombardamenti, colpendo anche la ‘capitale’ dell’Is, Raqqa. Nel GENNAIO 2015 lo Stato Islamico è all’apice della sua espansione territoriale, con il controllo di un’area di 88mila chilometri quadrati, tra la Siria occidentale e l’Iraq orientale, nella quale vivono quasi 8milioni di persone. Le entrate dell’Is ammontano a miliardi di dollari, grazie al contrabbando del petrolio, alle estorsioni e ai rapimenti di ostaggi.
A MARZO 2016 le forze militari del governo siriano riconquistano l’antica città di Palmira, che poi verrà persa di nuovo nel dicembre dello stesso anno e definitivamente riconquistata nel MARZO 2017. A LUGLIO 2017 le forze irachene liberano Mosul, ma il prezzo pagato è altissimo. In 10 mesi di battaglia muoiono migliaia di civili, la città viene in gran parte distrutta e circa 800mila persone perdono le loro abitazioni. Nell’OTTOBRE 2017, le Forze democratiche siriane (Sdf) riprendono il controllo di Raqqa, mettendo fine a tre anni di dominio dell’Is. a DICEMBRE 2017 il governo iracheno dichiara la vittoria contro lo Stato islamico, riprendendo il controllo del confine tra Iraq e Siria. A FEBBRAIO 2019, il presidente Usa Donald Trump dichiara che l’Is è prossimo alla sconfitta, dopo settimane di battaglia per la riconquista degli ultimi territori in mano jihadista, lungo il confine siriano-iracheno. Oggi, le milizie curde-siriane dell’Sdf annunciano la caduta di Baghuz, l’ultima roccaforte dell’Is. E’ “la totale eliminazione del cosiddetto califfato e la sconfitta territoriale al 100 per cento dell’Isis”.
Nuovi pericoli
Il successo dei curdi ha però allarmato la Turchia, che considera le Ypg il braccio siriano del Pkk, la formazione curda che rivendica l’autonomia nei territori curdi della Turchia e ha condotto decenni di guerriglia contro le forze di sicurezza di Ankara. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato di intervenire in Siria, come ha già fatto ad Afrin, per “distruggere i terroristi”. Dopo la sconfitta dell’Isis il presidente americano Donald Trump ha annunciato una drastica riduzione delle forze americane presenti a sostegno dei curdi, circa duemila uomini, e questo potrebbe esporli a rappresaglie turche.
Le forze curde-siriane hanno avuto un ruolo chiave nella sconfitta dell’Is, riconquistando gran parte del territorio in mano allo Stato Islamico, compresa l’ex ‘capitale’ Raqqa.
dal web di Antonio Gentile