A cura Prof. Alessandro Calabrese (Taranto) * alessandro.calabrese@dconline.info * cell. 334-7029163 * Vice-Presidente nazionale della Democrazia Cristiana e Presidente regionale della D.C. Puglia.
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< Pandemia da corona virus “delenda est” ! – 002 >
In questi giorni di forzata “reclusione” – come già anticipato nel servizio giornalistico pubblicato ieri – ho trovato tempo per approfondire l’argomento che purtroppo è maggiormente dibattuto di questi tempi: il famigerato “corona virus” e come comportarsi per ridurre al massimo i pericoli del contagio.
Riprendo un altro articolo di notevole interesse pubblicato dal dott. Roberto La Pira su < Pinate commenti > in data 8 marzo 2020. L’articolo è intitolato: < Corona virus: come capire quando l’influenza non è normale. I sintomi descritti dall’Istituto superiore di sanità >,
Come distinguere dunque la febbre causata da un’influenza stagionale da quella provocata dal virus Sars-CoV-2? La domanda se la pongono in tanti ed è per questo motivo che l’Istituto superiore di sanità ha descritto quali sono i sintomi per capire meglio la situazione.
I sintomi più comuni dei pazienti con il Covid-19, sono la febbre e la difficoltà a respirare (dispnea).
Meno comuni sono problemi gastrointestinali (diarrea) e l’emissione di sangue dalle vie respiratorie in seguito (per esempio) a un colpo di tosse.
L’elenco dei sintomi è stato realizzato dall’Istituto superiore di sanità sulla base dei dati rilevati sui 155 pazienti italiani deceduti (fino al 6 marzo 2020).
La febbre e le difficoltà respiratorie sono presenti rispettivamente nell’86% e nell’82% dei casi.
Altri sintomi iniziali sono la tosse (50%), mentre la diarrea e perdita di sangue dal naso o da altre vie respiratorie sono state rilevate nel 5% dei soggetti.
“Questi dati – precisa il Dott. Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto superiore di sanità – suggeriscono che quando le persone hanno la febbre è sufficiente allertare il proprio medico rimanendo a casa. Se invece si riscontrano entrambi i sintomi è meglio contattare il 112 o 118.
In ogni caso bisogna assolutamente evitare di andare per proprio conto dal medico o al pronto soccorso, per non esporre il personale e i pazienti a rischi. Seguire questa regola di prevenzione – continua Brusaferro – come le altre indicate nel < vademecum > che è stato redatto è di fondamentale importanza.
Lo scopo è di rallentare il più possibile l’epidemia e proteggere le persone più fragili. Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali sono fondamentali per contrastare il virus. Facciamo appello al senso di responsabilità di tutti”.
Per quanto riguarda la mortalità legata al corona virus, gli ultimi dati confermano quelli del primo studio. L’età media dei pazienti deceduti risultasti positivi a Covid-19 è 81,4 anni. Le donne sono il 31%, mentre il numero medio di patologie pre-esistenti osservate in queste persone è 3,6.
Altro articolo di notevole interesse, sempre del dott. Roberto Lapira, è intitolato < Corona virus: come la Cina ha sconfitto l’epidemia in tre mesi. Il 60% dei pazienti asintomatico. Medici in hotel. Il modello da seguire.>
Come sconfiggere l’epidemia da corona virus? La Cina è stata la prima ad essere colpita ed anche la prima a uscirne dopo tre mesi, adottando una strategia che è stata seguita in buona parte anche in Italia.
Il Dipartimento di statistica dell’Università di Harvard BroadInstitute ha pubblicato un documento che racconta come e cosa hanno fatto i cinesi per arrivare a questo risultato.
Tutto inizia l’8 dicembre 2019, con la chiusura del mercato del pesce della città di Wuhan ritenuto il focolaio dell’epidemia.
Il motivo è da ricercare probabilmente nel consumo illegale di carne cruda di pangolino. Un mese dopo, l’11 gennaio 2020, nella città che conta 11 milioni di abitanti si tiene una grande festa con centinaia di migliaia di persone in piazza. Il 23 gennaio l’area metropolitana e lo stato dello Hubei viene classificata come zona rossa e tutta la regione composta da 50 milioni di persone viene isolata (come abbiamo fatto in Italia con l’area di Codogno tre settimane fa).
Il 2 febbraio vengono allestiti 16 ospedali mobili per ospitare una parte dei malati.
La cosa importante è la classificazione e la gestione dei malati, dei familiari e delle persone che hanno avuto contatti. Dal mese di gennaio vengono costituiti quattro gruppi.
Il primo comprende soggetti positivi al test da collocare nei nuovi ospedali costruiti appositamente, salvo poi essere trasferiti nei veri ospedali se si aggravano.
Nel secondo gruppo ci sono i casi sospetti, persone con sintomatologia da coronavirus da mettere in quarantena negli hotel o in altre strutture appositamente designate.
Il terzo comprende soggetti con febbre da mettere in quarantena negli hotel.
Nel quarto gruppo ci sono persone che hanno avuto contatti con soggetti del primo e del secondo gruppo. Anche per loro la quarantena veniva fatta in hotel, in studentati o altre strutture dedicate.
Tutte le persone in quarantena quando manifestano positività al test vengono trasferite nei 16 ospedali mobili o in locali simili appositamente allestiti.
L’ospedale Wuchang Fangchang, che ospitava pazienti positivi al test, era una delle strutture che insieme a sale congressi e stadi erano state convertite in ospedali provvisori. In questo modo sono stati creati 20mila posti letto, per ridurre il carico delle terapie intensive dei veri ospedali.
Altri provvedimenti fondamentali per ridurre la diffusione dell’epidemia sono stati il divieto di circolazione, la distanza sociale e la quarantena domestica. Ma non sono stati sufficiente.
Oltre a ciò è stato fatto un controllo delle frequenze di uscita delle persone per fare la spesa ed è stata organizzata la spesa a domicilio.
Un altro aspetto decisivo riguarda gli operatori sanitari, tutti dotati di tute protettive, occhiali medici, cappellini, maschere e due strati di guanti. Queste persone hanno vissuto in hotel o in altre strutture designate per evitare il contagio dei familiari.
Secondo lo studio circa il 60% dei casi infetti non è stato accertato per la presenza di persone asintomatiche. Per questo è stato decisivo fare test a tutte le persone venute a contatto con i pazienti malati. La diagnosi precoce previene la progressione della malattia, riduce i casi gravi e il numero di morti.
Tutti i 16 ospedali Fangchang di Wuhan sono stati chiusi il 10 marzo e i cinesi pensano che all’inizio di maggio in città non si registreranno più casi.
Nessuno dei 42.000 operatori sanitari esterni che sono andati a Wuhan è stato infettato.
Ieri (16 marzo 2020, NDR) la Cina ha registrato un solo caso a Wuhan e altri 20 di contagio di ritorno.
L’esperienza di Wuhan è preziosa e aiuta tutti a non iniziare da zero.
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