Famoso più per essere il fratello di Luca, il Montalbano televisivo, che per le sue qualità politiche, Nicola Zingaretti presidente del PD, ultimamente non ne azzecca più una. Prima, negando l’evidenza, disse che il Covid-19 era poco più che un’influenza, poi a Milano per solidarietà coi cinesi, si mise a mangiare involtini primavera e bere aperitivi sui navigli, e tutti sappiamo come è andata a finire; per arrivare a ieri quando, con la sua solita sicumera, ha affermato che”è difficile che in questo momento e in questo Parlamento possa maturare un nuovo asse politico di maggioranza”. Purtroppo per lui Pierferdinando Casini, politico di lungo corso, collezionista di casacche politiche di ogni colore, l’ha puntualmente smentito.
L’ex presidente della Camera, ospite a Sky tg24, ha parlato dello stato di salute dell’esecutivo guidato da Conte e di tutte le sue problematiche: “fossi Zingaretti non sarei così sicuro, bastano cinque minuti per creare maggioranze nuove, certo la sua è una posizione coerente e chiara, un tentativo generoso di tutelare il governo, anche perché il PD è uno dei principali azionisti, ma il “Conte due” andrà bene o male, governerà o cadrà a seconda dei problemi sociali che sarà in grado di risolvere”. Quindi, secondo il senatore di Centristi per l’Europa eletto nelle file del centrosinistra, Giuseppe Conte e il suo esecutivo si giocano tutto con la Fase 2. “Vede – continua Casini – mentre nella prima fase la gente aveva paura di morire per il virus e tutti ci siamo stretti intorno al governo, adesso c’è il problema della ripartenza, dell’economia, di imprese in ginocchio e persone che perdono il lavoro.
Se il governo, come mi auguro, riuscirà a dare risposte chiare su questi problemi andrà avanti, se queste risposte non arriveranno è inevitabile che si arriverà a una fase diversa dentro il Parlamento e fuori”. Poi conclude con l’affondo finale:”meglio tenere a mente che, nuove maggioranze, si creano in 5 minuti, quando Mario Monti ha governato è stato in un momento di drammatica emergenza, e l’emergenza è stata più forte dei giochi della politica”.
Sul finire della chiacchierata, il senatore di Bologna, prende il tempo anche per bocciare l’idea della famosa patrimoniale: ”sarebbe una cosa profondamente sbagliata e inopportuna, quasi letale considerando il momento. Per come è messa la situazione del Paese, lo stato deve dare più che chiedere, la condizione di tanta gente è talmente drammatica che, se sulla base del vecchio reddito prima della pandemia, si mettesse una tassa patrimoniale moltissimi finirebbero in ginocchio definitivamente”.