Quando si dice il caso!! Qualche giorno fa c’eravamo occupati del Prof. De Donno, pneumologo all’ospedale di Mantova, e della sua terapia con il plasma iperimmune impiegato sui pazienti gravi affetti da Coronavirus che, nonostante lo scetticismo generale (o l’invidia), sta dando risultati importanti. Felice Manti e Edoardo Montolli del “Giornale” iniziano ad interessarsi della vicenda e notano che, dopo un naturale scetticismo iniziale sulla sperimentazione, alla luce degli eccellenti risultati e delle vita salvate, la comunità scientifica e il mondo politico comprendono l’importanza di questo esperimento. Dopodiché l’Istituto Sup. della Sanità decide immediatamente di far partire una sperimentazione a livello nazionale, e al protocollo aderiscono quattro regioni, guarda caso tutte del PD.
Ma adesso viene il bello, qualche giorno fa il governo ha dato l’Ok per la sperimentazione e la produzione del Plasma Iperimmune a livello industriale, e per fare tutto ciò è stata scelta l’azienda di famiglia di un Senatore del PD. Infatti sarà la Kedrion Biopharma di Barga (Lucca) ha portare avanti la sperimentazione e la produzione, il cui A. D. è Paolo Marcucci, fratello del più noto Andrea Marcucci Capogruppo al Senato del PD. Il 15 maggio nasce il comitato scientifico per studiare il Plasma Iperimmune, formato da 13 esperti, ma a sorpresa viene escluso il Prof. De Donno, pioniere della sperimentazione, scatenando un putiferio, con accuse e querele annunciate. Da notare che il giorno prima, il 14 maggio, lo stesso Di Donno sarebbe dovuto intervenire in streaming alla commissione Sanità del Senato, per parlare degli ottimi risultati ottenuti con il Plasma Iperimmune, ma soprattutto che è gratuito.
Invece è stato scavalcato da Paolo Marcucci, fratello del senatore del PD che ha annunciato “metteremo a disposizione la filiale napoletana di Kedrion per raccogliere il plasma dei donatori italiani, trasformandolo in plasma iperimmune industriale da usare nei quattro anni successivi, così – continua Marcucci – si eviterà di eseguire l’inattivazione virale nei singoli centri, che è un’inattivazione comunque artigianale, costosa e adatta solo alla sperimentazione”. Peccato che il Prof. De Donno poco dopo l’abbia smentito clamorosamente, asserendo l’esatto contrario.
“Insomma, concludono i collaboratori del “Giornale”, il plasma donato gratuitamente dai convalescenti italiani diventerà un prodotto industriale di un’azienda privata che, sicuramente, non lavorerà gratis”. Intanto i due indagano anche su alcune strane coincidenze, come l’appartenenza politica della Regione a cui è stato dato il mandato della sperimentazione nazionale, cioè la Toscana ed il fatto che sia stato di fatto esautorato il Prof. De Donno, colui che la terapia l’ha sperimentata e fatta conoscere.