Alessandro Cappelli , segretario dipartimento sport della Democrazia Cristiana di Ascoli Piceno
Dopo la famiglia un’altra agenzia molto importante per il ragazzo è senza dubbio la scuola, dove oltre a imparare le discipline fondamentali: l’italiano, la matematica l’inglese, l’informatica, la storia, la geografia ,l’educazione civica e l’educazione motoria, (materie queste ultime non sempre valorizzate al meglio)e a memorizzare nozioni: è maestra di vita se effettuata in presenza. In questo periodo storico si è capito il ruolo della scuola e come essa sia stata vittima di tagli assieme alla sanità. La scuola ha il compito di rafforzare l’educazione non certo quella di insegnarla ( a questo ci pensa la famiglia), in classe si possono affrontare temi del giorno, discutere ed elaborare pensieri, l’attività didattica diventa efficace se effettuata in modo dinamico e non statico ovvero solo un nozionismo basato esclusivamente sulla memoria delle date e le rigide regole grammaticali ,matematiche ( sono fondamentali importanti senza dubbio), ma la giusta interazione comunicativa tra l’insegnante e l’alunno renderà più forte la crescita del ragazzo.In questo periodo però la dad ( didattica a distanza)obbligatoria non consente la crescita integrale del ragazzo che è obbligato a stare in casa quindi non può interagire in presenza nè con i suoi compagni di classe , quindi, parlare con loro mentre l’apprendimento avviene in modo rigido attraverso lo schermo per quattro ore consecutive con il ruolo dell’insegnante che diventa molto pesante che in queste condizioni deve trovare la giusta soluzione per pianificare il programma di studio per la sua classe e comunicare in maniera efficace ai suoi alunni. Questo periodo di chiusura forzata non giova né per il bambino , per l’adolescente, nè per l’insegnante, la scuola non ha la funzione di baby sitter. La scuola pubblica ha per scopo precipuo la formazione di coloro che oggi sono bambini ma poi crescendo diventeranno uomini che andranno a inserirsi nel contesto sociale ed economico per cambiare in meglio il proprio Paese.