Fernando Ciarrocchi di Ascoli Piceno
L’Italia sta attraversando un momento politico particolarmente difficile, confuso e delicato su più fronti. A tal proposito abbiamo incontrato il Dott. Angelo Sandri, segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana.
D) Segretario i big politici che affollano gli schermi televisivi e i media in generale, all’unisono hanno emanato un verdetto: la politica è morta. L’ennesimo ricorso ad un governo tecnico, sostengono, ne è la conferma. Il suo punto di vista?
R) Che la attuale situazione politica italiana stia vivendo un momento delicato e confuso è sotto gli occhi di tutti. Il giudizio che la attuale classe politico/parlamentare non sia all’altezza della situazione è altrettanto sotto gli occhi di tutti. Le cause di tutto questo sono molteplici ma in particolare balzano in evidenza che la selezione di questa classe dirigente è stata sottratta al giudizio del popolo (e dell’elettorato) ed affidata in via “birichina” (o se vogliamo usare altro termine in maniera “truffaldina”) ai gruppi oligarchici di potere che governano i partiti. Gli stessi partiti che si preoccupano molto di affollare gli schermi televisivi ed i media in generale (come sottolineato anche nella domanda) e non di avvicinarsi alla gente, al popolo a cui spetta pur sempre – come recita la Costituzione della Repubblica italiana – quella Sovranità Popolare che invece viene sempre più disattesa e vilipesa.
D) Vige un sistema elettorale che sicuramente non agevola il risultato. Ma nonostante tutto non potrebbe essere questa l’occasione per una sua riforma di stampo proporzionale?
R) Certamente si. Ma non basta una riforma di stampo proporzionale se essa non viene fatta con criteri di buona fede e di volontà effettiva di cambiare le cose. Mi esprimo meglio: per ridare effettivamente voce alla volontà dell’elettorato bisogna far si che l’elettore possa scegliere il proprio deputato e questo si può avere solo cancellando il vergognoso sistema esistente con le liste bloccate (il che è palesemente anticostituzionale) e ridando forza alla libera scelta dell’elettore (con il voto di preferenza). Inoltre lo sbarramento esistente (del tre per cento) è sufficientemente garante di una non eccessiva frammentazione di liste concorrenti. Alzare lo sbarramento significa invece limitare lo spazio di democrazia esistente, “sport” questo in cui i partiti attualmente in auge sembrano particolarmente predisposti.
D) La situazione economica, pandemica, il dramma della disoccupazione giovanile, esigono un governo forte e coeso, riuscirà l Italia a venirne fuori?
R) I gravi problemi esistenti, così come ha richiamato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento alla conclusione del mandato esplorativo dell’On. Fico, richiedono un Governo all’altezza della situazione e l’incarico affidato al Prof. Draghi va senz’altro in questa Direzione.
Un Governo tecnico istituzionale con il supporto delle forze politiche presenti in Parlamento pare l’unica via di uscita per rispondere alle emergenze che attualmente attanagliano il nostro Paese.
Il Prof. Mario Draghi, Presidente incaricato
Un Governo tecnico istituzionale che parallelamente si impegni a predisporre una riforma di legge elettorale, equa ed in sintonia con il dettato costituzionale (leggasi legge elettorale proporzionale con voto di preferenza).
Sotto questo aspetto il tentativo del prof. Draghi dovrebbe essere appoggiato.
Andare alle urne subito, con la legge elettorale iniqua ed anticostituzionale sarebbe invece l’ennesimo imbroglio ai danni del popolo italiano!
Tutti dovrebbero concordare con questa analisi.