A cura di Daniele De Vito (Roma) * daniele.devito@dconline.info *
< I rapporti con l’Europa ai tempi del Covid 19 >.
Dalla fine di febbraio, l’Italia è alle prese con uno dei focolai più gravi al mondo di COVID-19.
Ad oggi l’Italia ha riportato il maggior numero di decessi in Europa, nonostante le misure di mitigazione estreme, incluso un nuovo blocco a livello nazionale che è stato imposto il 10 marzo scorso.
Questa insolita sofferenza, in una florida democrazia europea, ha attirato fin da subito l’attenzione dei poteri autoritari, per i quali ha rappresentato un’opportunità unica per insinuare la superiorità dei loro sistemi ed evidenziare il fallimento delle tradizionali alleanze nell’offrire assistenza.
La consegna di materiali ed altri aiuti più che necessari da parte di Cina, Russia e Cuba è stata esaltata presso il pubblico italiano alimentando così una narrativa che punta il dito contro l’Europa per la mancanza di solidarietà durante la crisi.
Tuttavia, analizzando rigorosamente i fatti accaduti negli ultimi due mesi, appare evidente che le iniziative di aiuto da parte dei sistemi autoritari hanno a che vedere più con la propaganda di regime che non con i principi solidarietà.
Mentre le missioni di Cina, Russia e Cuba hanno attirato molta attenzione da parte dei media, anche gli alleati democratici dell’Italia hanno iniziato a fornire aiuti.
Nonostante anche la Francia sia stata colpita duramente dal coronavirus, Parigi ha donato un milione di mascherine e 20.000 tute protettive.
La Germania ha riservato 85 posti letto in terapia intensiva per pazienti italiani e ha consegnato sette tonnellate di attrezzature mediche, inclusi ventilatori e mascherine.
Ad oggi, i paesi europei hanno donato all’Italia più forniture mediche della Cina. Altri paesi come Albania, Norvegia, Polonia e Romania hanno inviato team di medici e infermieri per supportare le strutture sanitarie italiane.
Dagli Stati Uniti è giunto un ospedale da campo con otto unità di terapia intensiva e già l’Amministrazione del Presidente Trump ha inviato aiuti e forniture mediche all’Italia.
Infine, i ministri delle finanze dell’Unione europea hanno concordato un pacchetto di salvataggio da 500 miliardi di euro per gli Stati membri gravemente colpiti dal COVID-19, anche se importanti dettagli devono ancora essere definiti.
L’assistenza ricevuta dai tradizionali partner democratici è stata accolta con favore, ma potrebbe essere giunta troppo tardi per correggere rapidamente la falsa narrativa secondo la quale Cina, Russia e Cuba sono partner più responsabili ed affidabili.
L’idea che gli alleati europei siano stati in qualche modo forzati dalle circostanze e non siano riusciti a mostrare solidarietà quando più si necessitava è stata amplificata dai politici italiani.
Le conseguenze ultime della pandemia dipederanno dalle misure prese fino ad ora, ma anche dalle decisioni che verranno intraprese nell’immediato futuro. I paesi europei, in collaborazione con altre democrazie, dovrebbero rispondere all’emergenza globale promuovendo sforzi genuini e coordinati per sviluppare e produrre vaccini e trattamenti, sostenere i lavoratori e le economie in difficoltà, e difendersi dalle campagne di disinformazione volte alla destabilizzazione politica e alla divisione sociale.
È necessaria un’azione tempestiva per evitare una crisi più profonda che potrebbe essere sfruttata dagli attori autoritari. L’unità democratica basata sui valori di trasparenza e responsabilità è fondamentale non solo per creare una risposta efficace alla pandemia, ma anche per preservare la libertà in un momento di grande vulnerabilità.