A cura di Alfredo De Vito (Roma) * alfredo.devito@dconline.info *
Segretario nazionale Vicario del Dipartimento “Sanità ed Assistenza sociale” della Democrazia Cristiana italiana.
< Non ripetiamo gli errori dello scorso anno ed utilizziamo il buon senso ! >
Mentre riprendono le riaperture e la campagna vaccinale procede, pur tra polemiche e tentennamenti, gli italiani iniziano a vedere quantomeno la prospettiva di un ritorno alla normalità.
Ma adesso sarà importante fare in modo che quella con cui avremo a che fare – iniziata lunedì 26 aprile 2021 – sia davvero una nuova normalità e non una falsa normalità.
Abbiamo già vissuto una situazione del genere un anno fà, quando usciti dal “lockdown” iniziato a marzo ricominciarono gradualmente le riaperture.
Abituiamoci alla nuova normalità, si diceva: abbiamo imparato ad andare al ristorante con la mascherina; a sederci in tavoli distanziati; a rivedere amici e parenti dopo mesi trascorsi confinati tenendo un metro di distanza, tutt’al più salutandoci con un colpo di gomito.
Giorno dopo giorno i contagi scendevano, i pareri che lasciavano intendere che il virus ci stesse gradualmente salutando aumentavano e si pensò che si potesse tornare a vivere nella normalità: si trattava però di una falsa normalità. Perché come purtroppo sappiamo, il coronavirus era ancora tra noi.
Per molto tempo c’eravamo detti “andrà tutto bene”, come se avessimo semplicemente dovuto attendere che il virus se ne andasse da solo per qualche ragione.
Il virus non se ne va da solo, se ne va con le azioni, sia dei singoli cittadini che delle istituzioni.
E se vogliamo tornare al ristorante, al museo, allo stadio, dobbiamo farlo seguendo precisi comportamenti ed avendo la possibilità di farlo in sicurezza.
Ma le prime – da cui ci si aspetta che le riaperture avvengano con senno – sono le istituzioni.
Molti studi hanno dimostrato infatti che gli spostamenti di massa rappresentano uno dei principali veicoli di contagio esono uno dei principali elementi da tenere sotto controllo.
Oggi i contagi sono ancora tanti. I virologi hanno timore che abbassare la guardia possa avere effetti molto negativi e la strada per uscire dalla pandemia è ancora lunga.
Essere cauti ed assennati è necessario e dobbiamo ricordare che oltre alle vittime di Covid questa pandemia ha avuto tante vittime collaterali: persone rimaste senza lavoro, attività commerciali che non possono operare ed a cui non sempre bastano i ristori.
Così come chi, per la prolungata solitudine e la mancanza di stimoli, ha dovuto affrontare problemi psicologici. Anche queste persone devono avere una prospettiva di uscita.
Le riaperture rappresentano per questa parte d’Italia un primo passo per la ripartenza, mentre per tutti la vera prospettiva arriva dal vaccino.
Oggi una parte della nostra popolazione, composta soprattutto dai soggetti più vulnerabili, è stata immunizzata e questo ci permette di essere maggiormente fiduciosi sul fatto che aprire qualche spiraglio della società possa avere effetti migliori rispetto alla riapertura dell’anno scorso.
Ma deve avvenire con senno, e senza alcuna retorica o propaganda: sia da parte nostra che delle istituzioni. Noi della Democrazia Cristiana continueremo a monitorare la situazione: sia sotto gli aspetti “propagandistici” che sui comportamenti delle istituzioni.
E sempre pensando al bene dell’Italia ed alla salute dei cittadini !