“Green pass” come strumento di prevaricazione a servizio della burocrazia ?

“Green pass” come strumento di prevaricazione a servizio della burocrazia ?

A cura di Rag. Aldo Sandri (Cervignano del Friuli/UD)

aldo.sandri@dconline.info * Cell. 388-9969846 *

“Green pass” come strumento di prevaricazione a servizio della burocrazia ?

Volevo portare all’attenzione de < IL POPOLO > e dei suoi lettori un caso che riteniamo un piccolo esempio, ma ce ne siamo a conoscenza di tantissimi e che non riteniamo certo edificanti.

A me è capitato in quel di Cervignano del Friuli (UD), presso la locale Casa di riposo “Valentino Sarcinelli”, dove da qualche mese soggiorna mio fratello Franco Sandri, quale ospite di quella struttura.

Una premessa:  si è molto predicato – da più parti – sulla necessità di far in modo che gli ospiti, generalmente persone piuttosto anziane, si sentano facenti parte della comunità nell’ambito della quale hanno vissuto ed operato per tanti anni.

Anche se il protrarsi della pandemia ha creato qualche notevole problematica – e che ormai tutti conosciamo – non capisco come mai non si cerchi di favorire questo aspetto, che giustamente si ritiene di fondamentale importanza, invece che comportarsi in maniera eccessivamente “burocratica”.

Ora che c’è l’obbligo di “green pass” infatti, gli addetti alla sorveglianza sono molto scrupolosi in materia ed anche se, come nel mio caso, sono varie settimane che mi presento all’ingresso della summenzionata Casa di riposo munito del certificato di cui trattasi, in un paio di circostanzer, vuoi per il non funzionamento del mio telefonico, vuoi per un difetto di stampa del “green pass” (che non poteva essere letto dallo strumento di lettura di cui il controllore usufruiva) mi è stato impedito l’accesso alla struttura per effettuale la visita a mio fratello.

E questo dunque per un accadimento fortuito indipendente dalla mia volontà e nonostante il “green pass” fosse stato verificato dagli addetti alla sorveglianza nella stessa struttura, più volte negli ultimi temi ed addirittura il giorno prima.

Nel caso della non leggibilità del mio “green pass” cartaceo da parte dello strumento di lettura del controllore – ad esempio –  se il “code” (quella specie di insieme nebuloso di punti del tutto indecifrabile ad occhio umano) non era leggibile, era ben vero che sul documento carteceo del “green pass” erano riportati anche tutti i dati che mi riguardavano in ordine a data di vaccinazione, scadenza del “green pass”, ecc. ecc.

Ed allora perchè rifiutarsi di leggere con occhio umano quello che c’era scritto ?

Ritengo che quanto accaduto sia un abuso, per cui andrebbero adite le vie legali, ecc. ecc.

Ma la mia domanda è un’altra: come mai non si vuole usare il buon senso e si vuole invece fare un’applicazione così rigida e strumentale del “green pass”, quasi che esso sia uno strumentro prodromico a ben altri tipi di controllo e di prevaricazione ?