di DANILO BAZZUCCHI
E’ un altro pezzo di storia e di vita di tutti i giorni che se va e finisce in archivio. Il convento domenicano di San Marco, a Firenze, una realtà religiosa fiorentina attiva dal ‘400 , dove nel corso dei secoli hanno vissuto artisti, liberi pensatori e futuri santi (tra i quali il Beato Angelico, Savonarola etc.) e nel secolo scorso anche il “sindaco santo Giorgio La Pira”, si avvia alla chiusura. Fu proprio in questo luogo che, nella notte dell’alluvione, fra il 4 e il 5 novembre ’66, La Pira incontrò l’allora direttore della Nazione Enrico Mattei per dare, insieme, la riscossa alla città.
La notizia, che circolava da tempo, anche per il continuo decremento della comunità dei frati che vi risiedono, in questo momento è composta da sei confratelli, ore è ufficiale l’ordine dei Domenicani ha comunicato che il decreto di soppressione del convento è stato firmato.
Solo il Papa, al quale alcuni confratelli di S. Marco si sono appellati, potrebbe scongiurare la decisione. Non è servita nemmeno una petizione internazionale che ha fatto il giro del mondo e sottoscritta da più di 18.000 firmatari, né il passo indietro chiesto ai domenicani personalmente dall’arcivescovo di Firenze S. E. Giuseppe Batori.
Quando diventerà ufficiale la chiusura ancora non si sa, mentre il luogo dove si trasferiranno i domenicani è già deciso: sarà il complesso di Santa Maria Novella, le attività della chiesa rimarranno inalterate così come quelle del museo (nel quale sono custoditi capolavori del Beato Angelico, Frà Bartolomeo e del Ghirlandaio).
La biblioteca invece perderà la sua autonomia, diventerà un fondo collegato a quella di Santa Maria Novella. C’è molta tristezza a riferire questi fatti e facciamo nostro l’appello al Papa fatto da altri: < Papa Francesco, tu che hai sempre detto ai giovani di darsi da fare, perché non mandi nel convento di S.Marco alcuni religiosi che scommettano sul rilancio di queste mura che hanno visto e ascoltato, nel corso dei secoli, predicazioni passate alla storia? >
Danilo Bazzucchi