Il 20 luglio del 1969, esattamente 49 anni fa, per la prima volta, un veicolo spaziale pilotato dall’uomo, toccava il suolo di un altro corpo celeste: la Luna. Erano le 20.18 (ora italiana) quando il modulo Lem “Eagle”, della missione Nasa Apollo 11, si posava sul suolo lunare sull’altipiano denominato Mare della Tranquillità. Solo sei ore più tardi, prima il comandante, Neil Armstrong e poi il pilota furono i primi esseri umani a mettere piede sulla Luna. “Un piccolo passo per un uomo, ma un gigantesco balzo per l’umanità” fu la frase pronunciata da Neil Armstrong mentre muoveva il suo primo passo sul suolo lunare, lasciando un’impronta che resterà indelebile nella storia. Armstrong e il pilota restarono circa 21 ore sulla Luna di cui 2 ore e mezza fuori dall’Eagle che poi si ricongiunse con il modulo di comando in orbita lunare ai comandi di Collins, per fare ritorno sulla Terra, dove la missione Apollo 11 si concluse il 24 luglio 1969.
Con i suoi 110 metri di altezza, un diametro di dieci metri e pesante oltre 2.000 tonnellate, il Saturno V era un gigante silenzioso sulla rampa di lancio 39A del Kennedy Space Center; la navetta Apollo 11 con i tre uomini era rannicchiata sulla
sommità. L’America era decisa ad accaparrarsi il primato più importante della sua corsa allo spazio contro l’Unione Sovietica. Dodici anni prima, nel 1957 l’Urss aveva stupito il mondo con il ”bip” del primo satellite artificiale, lo Sputnik e l’anno successivo aveva spedito il primo essere vivente nello spazio: la cagnetta Laika a bordo dello Sputnik 2.
Quel giorno, lasciarono la famosa impronta, “il grande passo per l’umanità”, e due ore di passeggiata, quindi raccolsero una ventina di chili di pietre e polvere lunare da portare sulla Terra e lasciarono sul satellite degli specchi per calcolare con enorme precisione la distanza grazie al laser sparato continuamente dalla Terra. Quando Apollo 11 tornò fu festa: gli Stati Uniti dimostrarono che l’impossibile era possibile conquistando la Luna in breve tempo, proprio come voleva il suo presidente che purtroppo non vide mai questo enorme successo, visto che venne ucciso a Dallas. In Italia le reazioni furono varie: nel 1969 scrittori importanti come Eugenio Montale si cimentarono nel commentare l’impresa. Quel che era successo toglieva o meno fascino e poesia al nostro satellite? Se lo chiese Montale, il quale si mise tra due partiti, quello di Zanzotto e Ceronetti ostili all’impresa, in senso poetico, e il grande Calvino che era a favore.
Il Saturno V, con la navetta Apollo e il suo equipaggio vennero lanciati in perfetto orario mercoledì 16 luglio 1969 e arrivarono nell’orbita lunare sabato 19 luglio. Domenica 20, mentre Collins restava sul modulo di comando chiamato Columbia, Armstrong e Aldrin entravano nel modulo lunare, chiamato Aquila. Alla 13/ma orbita lunare i due moduli si separarono e Aquila accese i motori per cominciare la discesa. In tutto il mondo oltre 500 milioni di persone seguivano dalle Tv in bianco e nero ogni fase della missione col fiato sospeso. Mentre il modulo Aquila sorvolava la zona rocciosa del “Mare della Tranquillità”, Armstrong decise di passare ai comandi manuali e comunicò al centro di
controllo: “Aquila è atterrata”. Poi il comandante rinunciò alle quattro ore di riposo previste, aprì il portello e scese dalla scaletta. Arrivato all’ultimo gradino disse: “È un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità”. A distanza di 18 minuti scese Aldrin.
“Qui nel luglio 1969 misero per la prima volta piede sulla Luna uomini venuti dal pianeta Terra, siamo venuti in pace per l’intera umanità“.
di Antonio Gentile