“A rivedere le stelle” di Aldo Cazzullo: la straordinaria attualità del Sommo Poeta

“A rivedere le stelle” di Aldo Cazzullo: la straordinaria attualità del Sommo Poeta
Fernando Ciarrocchi (Ascoli Piceno)

A cura del Dott. Fernando Ciarrocchi ( Ascoli Piceno)

fernando.ciarrocchi@dconline.info 

< “A rivedere le stelle” di Aldo Cazzullo: la straordinaria attualità del Sommo Poeta >.

In occasione dei 700 anni della morte di Dante Alighieri, il Sommo Poeta, nella nostra amata Italia, nonostante l’orrenda pandemia  ancora oggi non allenta la presa, si organizzano e svolgono numerose iniziative culturali in memoria dello straordinario intelletto dantesco.

Il giornalista-scrittore-editorialista Aldo Cazzullo

Tra i tanti saggi e volumi pubblicati per la ricorrenza dei 700 anni ho avuto l’occasione di leggere ili libro di Aldo Cazzullo” A rivedere le stelle” edito dalla Mondadori, uno dei più venduti, un bestseller a tutti gli effetti.

Aldo Cazzullo è uno dei più noti giornalisti e scrittori italiani degli ultimi anni.

E’ inviato ed editorialista del Corriere della sera.

Nel suo volume scritto davvero in maniera magistrale (non è piaggeria, credetemi !), l’autore con encomiabile professionalità riesce a coinvolgere il lettore a tal punto che sembra accompagnarlo insieme a lui nel viaggio immaginario che ha compiuto il Sommo Poeta.

A tal proposito l’autore con dovizia di particolari illustra, infatti, il viaggio di Dante nella cantica dell’inferno e parallelamente compie frequenti incursioni nella storia e nell’attualità.

Cazzullo ha il merito di aver scritto un volume, si su Dante, in particolar modo sulla cantica dell’Inferno, riuscendo con inedita maestrai ad attualizzarlo nei nostri tempi.

Ad esempio, per comprendere il parallelismo di Cazzullo: Dante si occupa molto dell’usura.

Nell’economia del suo tempo l’usura era una profonda piaga sociale. Mandava in rovina persone, famiglie e città. Dante infatti intende rivelare e denunciare questa turpe pratica stigmatizzando come essa altro non sia che un’offesa agli uomini e a  Dio stesso.

Oggi , giustamente, evidenzia Cazzullo la situazione, purtroppo, è degenerata in modo analogo a quanto denunciò il Sommo Poeta.

Il problema non è solo l’usura in quanto tale ma è ancor più grave in quanto attiene al dominio della finanza sull’arte, sul talento, sulla fatica degli degli uomini .

I soldi generano altri soldi. Il lavoro in quanto tale sembra che non abbia più alcun valore  tanto che viene esportato in altri paesi in cui ha un costo minore. E’ questo il fenomeno della delocalizzazione delle imprese che ha contraddistinto l’economia globalizzata.

La maggior parte della ricchezza è prodotto dalla finanza, ma trattasi di una ricchezza altamente teorica, aleatoria , immateriale. Dunque non è più connessa all’esperienza, alla tenacia e alla cultura.

Da ciò iniziò la grande crisi del 2008 che assunse i tratti di una crisi planetaria da cui l’Italia stenta ancora a riprendersi tanto che la pandemia Covid 19 , altra sciagura mondiale ha assestato il il colpo di grazia.

Per poter risalire la china, Aldo Cazzullo, sostiene che oltre allo spirito è urgente ritrovare il metodo con cui i nostri nonni e genitori riuscirono a risollevarsi dalle macerie della seconda guerra mondiale.

La chiave di volta per la rinascita, per la ripresa sarà il lavoro perché il lavoro è dignità.

E’ questa la leva imprescindibile per rialzare la testa sia dalle macerie dell’orrenda pandemia che stiamo subendo, sia da un’ economia mondiale deviata e prostrata  dalla montagna di derivati in cui il lavoro tradizionale ha avuto sempre meno rilevanza.

Non potendo aumentare i salari l’unico modo, certamente non più auspicabile, per mantenere alto il tenore dei consumi, fu quello di aumentare il debito esponendo le banche che per salvarsi dal fallimento hanno visto l’intervento finanziari dei governi che a loro volta per reperire tali risorse hanno chiamato in causa per l’ennesima volta i contribuenti.

Terminata questa ampia parentesi in cui Cazzullo ha attualizzato l’usura descritta da Dante con i fenomeni finanziari del nostro tempo, l’autore cita gli incontri più noti che il Sommo Poeta ebbe insieme al suo maestro Virgilio durante il loro viaggio: gli incontri con Ulisse, con il Conte Ugolino e tanti altri personaggi maledetti ma emblematici: la fierezza di Farinata degli Uberti, la bestialità di Vanni Fauci, la saggezza di brunetto Latini che fu una delle personalità culturali cui Dante si è ispirato soprattutto per quanto concerne la struttura della sua opera suddivisa in cantiche poichè proprio il Latini a suo tempo scrisse un componimento appunto suddiviso in cantiche, infine la malvagità di Filippo Argenti .

Un volume da leggere e meditare.