A cura di Loredana Di Lorenzo (Tivoli / in provincia di Roma)
loredana.dilorenzo@dconline.info * cell.
Segretario organizzativo nazionale del Dipartimento Legalità e Giustizia della Democrazia Cristiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana.
< ALDO MORO: AFFRONTIAMO IL TRAVAGLIO DOLOROSO DAL QUALE NASCE UNA NUOVA UMANITA’ !
Ci avviamo dunque a concludere questo nostro primo “giro di orizzonti” sul pianeta giustizia che abbiamo compiuto grazie anche alla valente collaborazione dell’Avvocato Alfredo De Filippo (Salerno), Presidente nazionale del Dipartimento “Legalità e Giustizia” della Democrazia Cristiana italiana.
Chi ha avuto la bontà (e la costanza) di seguirci in queste quattro puntate di questa intervista si è potuto già fare un’idea che il giudizio della Democrazia Cristiana sull’argomento è assai pesante e negativo ed anche molto preoccupato.
La Giustizia italiana è gravemente ammalata e non possiasmo certo dire che ha…un semplice raffreddore.
Ha bisogno di una diagnosi seria e di ben precise “cure mediche” !
Ma completiamo per ora il < De Filippo pensiero > e passeremo ad indagare su aspetti maggiormente operativi.
D.: Avvocato De Filippo, a suo avviso cosa ferma la giustizia?
R.: Un sistema che ha stravolto la Magistratura e che viene accentrata come potere nel Csm.
Poi, con un processo ormai noto e sperimentato, il Csm – accentrando in sé tutti i poteri – ha la possibilità di incidere su tutti i magistrati “correntizzati” che agiscono sul territorio, fornendo le dovute garanzie processuali al protetto di turno.
Sei vicino alla “Corrente”? Sei vicino a quella parte politica? Allora sei protetto e garantito. Diversamente invece, sarai soccombente, anche perché, se protesti, ti faranno apparire come lo “stupido” di turno; come colui che nella sua follia va contestando inesistenti complotti, ovvero, si oppone al “Sistema”. Al sistema solo cosiddetto Palamara.
D.: Cosa a suo avviso può cambiare le sorti di un sistema giudiziario così corrotto e ripiegato su stesso?
R.: Questo è Costituzionalmente compito della Politica (non a caso uso la maiuscola).
Una Politica capace di essere Forte, Libera, Fedele al mandato popolare e, tutt’uno con il dettato Costituzionale, capace di saper mettere al centro della propria azione, la Persona… una ridefinizione di quei valori umani, attualmente immolati sull’altare della vanagloria e del compromesso per la sopravvivenza, una definizione dei valori umani degli Italiani, «una componente di rigore morale, una ansiosa ricerca di dignità, di libertà, di uguaglianza, di concordia e di progresso».
È il modo con cui Moro disegna la nostra comunità nazionale e ne configura così i caratteri che la contrassegnano nel Congresso nazionale della Democrazia Cristiana del 1969.
Nel 1965, sempre lo Statista, con una visione veramente lungimirante, ebbe a preannunciare:
<<Tempi nuovi si annunciano ed avanzano in fretta come non mai. Il vorticoso succedersi delle rivendicazioni, la sensazione che storture, ingiustizie, zone d’ombra, condizioni d’insufficiente dignità e d’insufficiente potere non siano oltre tollerabili, l’ampliarsi del quadro delle attese e delle speranze all’intera umanità, la visione del diritto degli altri, anche dei più lontani, da tutelare non meno del proprio, il fatto che i giovani, sentendosi ad un punto nodale della storia, non si riconoscano nella società in cui sono e la mettano in crisi, sono tutti segni di grandi cambiamenti e del travaglio doloroso nel quale nasce una nuova umanità>>.