A cura di Dott. Jacob De Meledje *
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Vice-Presidente della Democrazia Cristiana Internazionale
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< Anche la Democrazia Cristiana Internazionale chiede con forza l’intervento della Comunità Internazionale per garantire la democrazia nella Repubblica della Costa d’Avorio>.
Dali inizi dell’agosto 2020 (per la precisione dalla data 06/08/2020) la Repubblica della Costa d’Avorio vive una situazione di grave crisi politica ed istituzionale.
In quella data infatti il Presidente uscente Alassane Dramane Ouattara ebbe ad annunciare la sua candidatura per un terzo mandato alle elezioni presidenziali previste per il 31 ottobre 2020, in palese violazione della Costituzione che lui stesso ha fatto revisionare dai cosiddetti “esperti” a suo servizio e che è poi stata votata nel referendum svoltosi nel 2016.
La decisione di candidarsi per un terzo mandato è stata dunque una palese violazione della Costituzione della Repubblica della Costa d’Avorio e che ha trovato la assoluta contrarietà di varie associazioni della società civile che non hanno accettato questa dispotica intenzione ed hanno chiamato la popolazione ad opporsi chiedendo di manifestare la loro contrarietà, così come previsto anche dalla Carta Costituzionale della Costa d’Avorio (nell’art. 25 della Costituzione).
Le manifestazioni che sono seguite nei mesi successivi (nel secondo semestre del 2020) sono state represse duramente e vi sono stati diversi arresti di membri delle associazioni nonché di membri di partiti politici dell’opposizione.
Le suddette manifestazioni hanno causato una vera e propria crisi che ha attirato l’attenzione internazionale sulle cause di questo inaccettabile stato di cose.
Alassane Dramane Ouattara era stato imposto con la forza nel 2011 come Presidente della Costa d’Avorio (vedasi il bombardamento della precedente Presidenza) il che comunque ha causato una grave divisione fra i gruppi etnici del Paese e tra Nord e Sud della Cost’Avorio.
La diaspora ivoriana nel mondo ha manifestato con forza contro l’ipotesi di questo terzo mandato del tutto incostituzionale.
In Italia, gli ivoriani – nei loro numerosi raduni – hanno protestato contro la radiazione dei nomi di esponenti dell’opposizione dalla lista elettorale.
Tra i nomi di cui trattasi spiccano quelli dell’ex Presidente ivoriano Laurent Gbago; di Charles Blé Goudeex (Ministro) e di Guillaume Soro (ex Presidente dell’Assemblea nazionale).
Va sottolineato che l’ex Presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbago, ingiustamente accusato con secondi fini, è stato assolto dalla Corte Penale Internazionale dell’Aia
La protesta contro la CEI (Commissione Elettorale Indipendente) dela Costa d’Avorio ha messo in luce i brogli in atto, chiedendo a tal proposito un < audit > internazionale della lista elettorale dell’opposizione, visto le diverse anomalie scoperte dai vari partiti.
Per quanto riguarda l’Italia, prima la CEI ha informato che le liste degli elettori di Milano, Torino e Roma non erano state accolte, ma a seguito delle loro accorate lettere di protesta hanno poi comunicato di averle accolte.
E’ noto purtroppo che sono stati assoldati dei malintenzionati, noti come i “microbes” o “bambini di strada”, che terrorizzano, aggrediscono ed uccidono gli ivoriani con armi bianche durante leloro manifestazioni.
Si contano ad oggi più di un centinaio di manifestanti uccisi in Costa d’Avorio (vedasi in proposito gli attacchi perpetrati nelle città di Bonoua e di Bongouanou, con morti e distruzioni).
A Dabou (sita a cinquanta chilometri da Abidjan), ad esempio, dopo due giorni di attacchi senza opposizione e tutela da parte delle forze di sicurezza, le popolazioni locali hanno dovuto organizzarsi per difendersi, per affrontare poi anche i miliziani di Alassane Dramane Ouattara alleati con i microbes (le immagini e i video che inondano il web lo dimostrano).
Il rifiuto sistematico a dialogare ha spinto i partiti politici dell’opposizione alleati a decretare la disobbedienza civile per poi passare al boicottaggio attivo delle elezioni Presidenziali.
Le elezioni forzate che sono state imposte dal Governo uscente il 31 ottobre 2020 sono state un fiasco clamoroso perché – in base a credibili stime – solo il 10 per cento degli aventi diritto al voto si è recato alle urne. La disobbedienza civile è stata dunque attuata dalla popolazione che ha appoggiato i partiti politici dell’opposizione.
Il “Carter Center“, che ha monitorato le elezioni svoltesi in Costa d’Avorio, ha dichiarato che la situazione politica e di sicurezza esistente nel Paese ha reso estremamente difficile organizzare un voto credibile.
“Il processo elettorale a cui si è assistito infatti ha escluso un gran numero di forze politiche ivoriane e le elezioni sono state boicottate da gran parte della popolazione”.
E’ quanto si è potuto leggere in una nota ufficiale del Centro di monitoraggio “Carter Center”.
I vari partiti dell’opposizione, alleati tra loro, hanno annunciato la creazione di un Governo di transizione CNT (Conseil National de Transition) con a capo il Presidente Henri Konan Bedié, che avrà il compito di preparare un quadro delle istanze da proporre, trasparenti ed inclusive, al fine di organizzare le nuove elezioni del Presidente della repubblica.
Purtroppo, nel Paese, continuano gli attacchi alle popolazioni inermi, soprattutto nelle zone favorevoli all’opposizione, con il saccheggio di case, incendi e numerose vittime rinvenute nelle loro abitazioni incendiate. Sono state, inoltre, attaccate e distrutte le abitazioni di alcuni oppositori politici.
Questa è dunque al momento la terribile situazione in varie zone della Costa d’Avorio.
Ma la popolazione non demorde ed è decisa a continuare la disobbedienza civile al fine di raggiungere gli obiettivi finali prefissati dall’opposizione democratica del Paese.
Tutti ora sono in attesa del discorso del Presidente Henri Konan Bedie, anche se Alassane Dramane Ouattara ha fatto arrestare gran parte degli oppositori che erano in riunione presso la sua residenza.
Anche il Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana italiana Dott. Angelo Sandri (Udine) si è associato alle giuste istanze delle forze politiche di opposizione in Costa d’Avorio, chiedendo il rispetto delle garanzie democratiche fondamentali previste dalla Carta Costituzionale della Repubblica ivoriana.
E’ necessario che gli Organismi di tutela internazionale intervengano per il rispetto dei fondamentali diritti che devono essere garantiti a tutti.