ANCHE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA ITALIANA SI SCHIERA CON CONVINZIONE A FAVORE DI UNA LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE CON ESPRESSIONE DI PREFERENZA !

ANCHE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA ITALIANA SI SCHIERA CON CONVINZIONE A FAVORE DI UNA LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE CON ESPRESSIONE DI PREFERENZA !
Andrea Saraniti (Catania)

A cura di Andrea Saraniti (Catania)

andrea.saraniti@dconline.info * cell. 348-4916737 *

Vice-Segretario Nazionale del Dipartimento < Sviluppo – Marketing – Comunicazione > della Democrazia Cristiana italiana.

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

< ANCHE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA ITALIANA SI SCHIERA CON CONVINZIONE A FAVORE DI UNA LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE CON ESPRESSIONE DI PREFERENZA ! >

Come è noto, dal tempo di Pericle, le leggi elettorali giuste, quelle che servono per rispecchiare in maniera equa la volontà degli elettori, si devono fare quando le elezioni sono lontane e gli autori sono – quanto più possibile – scevri da interessi personali e di partito.

Siccome il Parlamento è tuttora – abusivamente – composto da nominati è facile prevedere che l’unico elemento estraneo alla genesi di questa legge annunciata sarà l’interesse generale ! 

Il sistema proporzionale è all’apparenza il modello più intuitivo di legge elettorale e come detto punta alla equa e democratica  rappresentanza.

Per questo in molte proposte fa la sua apparizione anche una quota di seggi per garantire il diritto di tribuna alle minoranze, nonostante lo sbarramento.

In Italia il modello proporzionale è stato adottato per la prima volta nel 1919.

Con una proposta già fatta e finita congelata in Parlamento, la legge elettorale torna dunque al centro del dibattito politico.

Tra gli strascichi della dinamica creatasi con l’elezione del Presidente della Repubblica c’è la riapertura del dibattito sulla legge elettorale, fermo al 9 gennaio 2020, quando fu depositato in Commissione alla Camera il “Germanicum“, sostenuto dall’allora maggioranza giallo-rossa: si tratta di un proporzionale con soglia di sbarramento al 5%, che lo rende appunto simile al modello tedesco.

La conseguenza dell’adozione di un modello proporzionale, come quello che c’è stato fino alle elezioni del 1992, comporterebbe la fine del voto per coalizioni.

Non essendoci più il meccanismo dei collegi unimoninali, dove viene eletto il candidato che prende un voto in più degli avversari all’interno del collegio di competenza, cade l’incentivo a cercare intese prima del voto e ogni formazione si presenta per conto suo, eleggendo una quota di parlamentari, con criterio appunto proporzionale in base ai consensi ricevuti dagli elettori.

Gli eventuali accordi si farebbero solo dopo, in Parlamento, qualora nessuna delle forze avesse da sola – com’è probabile – una maggioranza autosufficiente.

Ovviamente in meccanismo elettorale proporzionale va abbinato al sistema della preferenza ossia l’elettore indica – all’interno del partito prescelto nel suo voto – la persona o le persone che giudica più adatte a ricoprire il ruolo di parlamentare oppure di rappresentante nella istituzione per cui si è chiamati al voto-

Questo è ciò che serve all’Italia, questo è ciò che anche la Democrazia Cristiana propone per ridare la Popolo Sovrano il potere di stabilire chi debba assumere il ruolo di Deputato e che – lo dice la parola stessa – viene delegato a rappresentarlo ai massimi livelli istituzionali con metodo democratico e corretto.

 

 

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