Il mistero decennale degli affascinanti iceberg verdi è stato finalmente risolto: a tingerli di un brillante color smeraldo sono gli ossidi di ferro presenti nelle polveri di roccia, che restano intrappolate nel ghiaccio marino mentre solidifica. A determinarlo è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università di Washington, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra e Oceanografiche del Bowdoin College (Stati Uniti), dell’Università Statale di New York e della Divisione Antartica Australiana. Gli scienziati, coordinati dal professor Stephen G. Warren, docente presso il Dipartimento di Scienze dell’Atmosfera dell’ateneo di Seattle, sono giunti alla loro conclusione in seguito alle analisi condotte sulla piattaforma ghiacciata Amery, nella quale è stata rilevata una concentrazione di ossidi di ferro nel ghiaccio marino 500 volte superiore rispetto a quello soprastante.
Un enigma decennale. Gli iceberg sono tipicamente di colore bianco o blu, poiché il ghiaccio assorbe più luce rossa che blu, ma sin dagli inizi del XX secolo, durante le prime spedizioni in Antartide, ne furono documentati alcuni di colore verde. Il professor Warren li studia sin dal 1988, quando scoprì essi erano composti da acqua marina, e non dal comune ghiaccio derivato da neve compattata. A stupire il glaciologo non fu solo il bel colore, ma anche la densità, poiché erano privi delle caratteristiche bolle che si formano nei comuni iceberg. All’epoca ipotizzò che fossero verdi a causa della presenza di materiale organico disciolto in acqua, in particolar modo il carbonio proveniente da carcasse di animali morti e fitoplancton. Poiché questi composti tendono al giallognolo e gli iceberg spesso sono blu, la fusione dei colori avrebbe dato vita agli iceberg verdi. Questa teoria fu però smentita nel 1996, quando analisi di laboratorio determinarono che gli iceberg color smeraldo avevano lo stesso contenuto di materiale organico di quelli blu.
Dispensatori di vita. Il mistero, come indicato, è stato risolto grazie alla recente analisi che ha rilevato un’elevatissima concentrazione di ossidi di ferro nella piattaforma Amery. Secondo Warren e colleghi, quando i ghiacciai scorrono sul substrato sfregano lo strato superficiale roccioso, formando una sorta di farina ricca di elementi (ossidi di ferro compresi); la “polvere di roccia” disciolta può restare intrappolata sotto una piattaforma di ghiaccio in formazione e solidificare assieme all’acqua marina, dando così vita agli spettacolari iceberg verdi. Questi blocchi di ghiaccio non solo sono molto affascinanti, ma per gli studiosi giocano anche un fondamentale ruolo ecologico; gli ossidi di ferro rilasciati nell’acqua, infatti, rappresentano un nutrimento essenziale per il fitoplancton, che è alla base dell’intera catena alimentare antartica, fino alle maestose balenottere. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Geophysical Research: Oceans
da google , redazionale