“Hanno ucciso il cane eroe di Amatrice, Norcia, e Campotosto. Kaos salvava gli umani, gli stessi umani che lo hanno avvelenato”. Sono sufficienti le parole diffuse in una nota da Rinaldo Sidoli, responsabile comunicazione della onlus Animalisti Italiani, per descrivere l’insensatezza di una vicenda che mette in luce la pochezza degli esseri umani.
Kaos era un pastore tedesco di poco più di tre anni, allenato ed in buona salute. Aveva conosciuto l’aquilano Fabiano Ettore, il suo padrone, ma forse è meglio chiamarlo amico visto lo stretto legame che li univa, in occasione di un corso di addestramento per cani da valanghe. Kaos, infatti, non era un cane qualunque, ma un cane addestrato per salvare le vite umane. In tante occasioni aveva dato prova della sua abilità, ma soprattutto durante il terremoto di Amatrice il suo contributo era risultato fondamentale per riuscire ad individuare sotto le macerie persone ancora vive.
«Con la morte di Kaos mi hanno tolto un pezzo di vita. Hanno ucciso il mio migliore amico e non riesco a darmi una spiegazione». A parlare, con la voce rotta dal pianto, è Fabiano Ettorre, 40 anni, proprietario del cane eroe che con le sue zampe ha scavato tra macerie e inferno nei giorni successivi al terremoto di Amatrice cercando di salvare vite umane. Aveva conosciuto Kaos in occasione del corso di addestramento per i cani da valanghe, che si svolge periodicamente in diverse località italiane e si avvale di una quindicina di istruttori tra i quali figura lo stesso Ettorre. «Mi auguro che chi ha fatto questo al mio cane sia punito come merita e che l’attenzione mediatica del momento non svanisca nel giro di poche ore».
Aveva affiancato i soccorritori nella ricerca dei dispersi nel terremoto del 24 agosto 2016, che distrusse Amatrice, diventando uno degli eroi a quattro zampe del sisma. Kaos, un pastore tedesco è stato avvelenato nel cortile di casa, a Sant’Eusanio Forconese, in Abruzzo. La domanda che molti si stanno ponendo…perché?
La morte di Kaos, Pastore tedesco il cane eroe, riaccende un’annosa questione che si muove tra uomo e animale. Il gesto di chi ha avvelenato Kaos ci fa capire ancora una volta come l’uomo provi odio e gli animali non siano in grado di farlo. Le imprese eroiche di questa bestiola hanno fatto il giro del mondo, ricevendo consensi ovunque, ma purtroppo c’è qualcuno che non ha abbastanza cuore per capirlo. Le immagini che ci giungono del corpo esanime del Pastore tedesco ci lasciano di stucco e creano un grande dolore. Piangere è l’unica cosa che resta a chi è stato salvato da Kaos e a chi era molto legato a questo cucciolotto che aveva ancora tutta la sua vita davanti , ma la cosa più sconvolgente che ci chiederemo …quante vite umane avrebbe potuto ancora salvare?.
di Antonio Genttile