A cura di BRUNO ZANETTE (Treviso) * bruno.zanette@dconline.info * cell. 345-6544205 * Segretario regionale Dip. Comunicazione della Democrazia Cristiana della regione Veneto.
Davvero clamoroso il ripensamento del famoso professore canadese della Trend University CHRISTOPHER DUMMIT, ritenuto il massimo studioso del gender. Dunque il prof. Dummit ora ci ripensa e ammette: “<< Mi sono inventato tutto !”
Christopher Dummitt, professore canadese della Trent University e autore di alcuni importanti saggi sul gender, ammette dunque i propri errori e recita il suo : “Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa”
Orbene non solo dunque l’ideologia gender non esiste, ma chi l’ha sponsorizzata per anni ora si pente e ammette di aver falsificato le conclusioni delle sue ricerche.
Parliamo del docente canadese Christopher Dummitt, professore associato di storia presso la Trent University di Peterborough, autore di due famosi libri: < The Manly Modern: Masculinity in the Postwar Years > (Vancouver 2007) e < Contesting Clio’s Craft: New Directions and Discussates in Canadian History > (London, 2009).
Il primo, in particolare, è definito “il primo grande libro sulla storia della mascolinità in Canada” e “si rivolge a studiosi e studenti di storia, studi di genere e studi culturali”, nonché ai “lettori interessati alla storia e alla costruzione sociale del genere”.
Il “genere” inteso dunque come una costruzione sociale e culturale, in una visione dei sessi in cui nulla è determinato: anche il corpo e la biologia sarebbero sottoposti all’agire umano, secondo una prospettiva postmoderna e costruttivista.
Ora Dummitt, ideologo del gender e docente di fama, ammette di essersi profondamente sbagliato. In un articolo intitolato “Confessioni di un costruttivista sociale” pubblicato su “Quillette” e tradotto da Le Pointe, il prof. Dummitt osserva che:
<< Inizialmente molte persone non erano della mia opinione. Chiunque (ossia quasi tutti) non fosse pratico delle teorie sul genere aveva difficoltà a credere che il sesso fosse un costrutto sociale, tanto era contro il buon senso.
Ma oggi le mie idee sono ovunque. Nei dibattiti sui diritti dei transessuali e sulla politica da adottare in merito ai trans nello sport.
Per molti attivisti – sottolinea ancora il Prof. Dummitt – dire che il sesso è una realtà biologica equivale a “hate speech” e gli ultra-progressisti accusano chiunque lo affermi di negare l’identità delle persone transessuali e ciò equivale a voler causare danni a un altro essere umano. A tal proposito, il cambiamento culturale è stato stupefacente >>.
Esiste però a questo punto un piccolo problema: lo studioso del gender ammette di essersi sbagliato ed – in buona parte – di essersi inventato tutto dalla A alla Z.
È lo stesso professore canadese a illustrare la fallacia delle sue argomentazioni sugli studi di genere.
<< Innanzitutto – afferma il prof. Dummitt – ho sottolineato come storico che il genere non è stato sempre e ovunque definito allo stesso modo. Come ho scritto in “The Manly Modern”, il genere è una raccolta di concetti e relazioni storicamente mutevoli che danno senso alle differenze tra uomini e donne >>.
Secondo aspetto: il potere, quello che, secondo gli studi di Dummitt, era alla base di tutto. << Pertanto – prosegue Dummitt – se qualcuno negava che il sesso e il genere fossero variabili, se insinuava che c’era qualcosa di intramontabile o biologico nel sesso e nel gender, allora stava effettivamente cercando di giustificare il potere. E quindi legittimare le oppressioni >>.
Nell’articolo-confessione pubblicato su “Quillette”, Dummitt ammette: << La mia ricerca non ha dimostrato nulla, in un modo o nell’altro. Supponevo che il genere fosse un costrutto sociale e ricamavo tutte le mie ‘argomentazioni’ su quella base>>.
Le uniche critiche che il professore ha ricevuto, racconta lui stesso, cercavano di rafforzare ulteriormente il paradigma gender o di lottare per altre identità o contro altre forme di oppressione.
In buona sostanza, in questa prospettiva costruttivista c’era (e c’è, ancora oggi), molta ideologia e pochissima scienza. Studi che si sono perfettamente sposati con il “politically correct” e con la politicità dell’identità imperante nelle università liberal canadesi e americane.
Le conseguenze devastanti di questa deriva le spiega lo stesso professore: << Il mio ragionamento rozzo e altre opere accademiche che sfruttano lo stesso pensiero errato sono ora ripresi da attivisti e governi per imporre un nuovo codice di condotta morale >>
A cura di BRUNO ZANETTE (Treviso) * bruno.zanette@dconline.info * cell. 345-6544205 * Segretario regionale Dip. Comunicazione della Democrazia Cristiana della regione Veneto.