A cura di Dott. FERNANDO CIARROCCHI (Ascoli Piceno)
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Vice-Segretario nazionale Dipartimento “Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana italiana
Vice-Direttore de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.
Responsabile nazionale dell’Agenzia Stampa “Libertas”
Buon 1° Maggio festa del lavoro vero (e non della retorica) !
Quanta retorica! Spesso e volentieri davvero ridondante, a dire il vero anche non gradevole.
Si una retorica che cozza con la realtà quotidiana, con le difficoltà di tutti i giorni in cui milioni di famiglie italiane si imbattono (e soprattutto combattono) con tante difficoltà.
Chi disprezza la libertà, chi disprezza la democrazia ? Credo nessuno.
Però poi la sanità fa imbarca acqua da ogni dove, i pronto soccorso sono allo stremo, le liste di attesa sempre più lunghe, i medici scarseggiano: queste sono alcune delle principali criticità esistenti nel pianeta sanità.
E pensare che l’Italia è uno dei pochi Paesi ad avere la sanità pubblica, la sanità per tutti.
Uomini come Aldo Moro, personaggi politici della levatura di Tina Anselmi, sono stati coloro che hanno reso possibile tutto questo dando attuazione concreta all’art.32 della nostra Costituzione.
Articolo che ha previsto la salute come diritto per tutti senza distinzione di classe, di razza, di credo politico o religioso.
Una conquista di civiltà che ha consolidato la democrazia e la libertà per tutti.
Da alcuni decenni a questa parte stanno dilapidando questo diritto fondamentale costituzionalmente garantito.
Stanno assestando un duro colpo ad uno dei pilastri della democrazia.
Poi la scuola, il diritto allo studio, idem.
Hanno iniziato quanto hanno introdotto tre maestri per le scuole elementari sostituendo la maestra/o.
Non è stato una scelta che ha portato i fruttati ipotizzati.
La scuola deve essere una palestra di vita in cui nozionismo, educazione, umanità dialogano all’unisono per una formazione integrale della persona in cui non può certo mancare la dimensione religiosa.
Hanno fatto mille riforme della scuola ma hanno allo stesso tempo dimenticato giganti dell’educazione e della scuola, uno su tutti: Don Lorenzo Milani padre della scuola per tutti in cui la prima materia da insegnare era , è, e sarà sempre l’umanità .
Da qui bisogna ripartire, non dalla divisione delle classi come si va sbandierando in questi giorni.
La scuola a servizio dei bambini, dei ragazzi.
La scuola per una nuova società in cui a farla da padrone non dovranno essere le diavolerie tecnologiche ma il rispetto, il lavoro, l’amicizia, la solidarietà e la pace.
La libertà, la democrazia, il progresso, incarnati dai grandi statisti della Democrazia Cristiana, che sul serio hanno fatto grande l’Italia, non vanno sbandierati, solo per prassi, per maniera, per consuetudine o perché il protocollo lo impone.
Devono essere richiamati per mantenere vivo quel senso di responsabilità nelle istituzioni e negli uomini chiamati a rappresentarle.
Perché solo così si ha contezza, appunto, di quanta responsabilità comportano anche solo a citarle.
Altrimenti tutto finisce in bell’applauso, strette di mano, sorrisi e tutto rimane così com’è e resta solo la soddisfazione di aver fatto una bella figura dinanzi al “parterre” delle autorità e davanti alle telecamere.
Democrazia, libertà, progresso, sono pilastri portanti di uno Stato democratico in cui il cittadino deve essere protagonista e deve essere il destinatario di diritti tutelati e posti in essere in modo concreto, efficiente con al centro la dignità della Persona altrimenti è mera accademia.
Ed è in questo modo si pongono le basi per una mai auspicabile e tanto meno impensabile involuzione democratica che purtroppo, Dio non voglia, potrebbe essere dietro l’angolo.
Servizi efficienti per la Persona e con la Persona sono la “conditio sine qua non” per riacquistare la fiducia dei cittadini e favorire una rinascita democratica e popolare.
Oggi si si festeggiano i lavoratori.
E’ infatti la festa di San Giuseppe lavoratore.
Il lavoro è un diritto inalienabile, su scala planetaria, alla stessa stregua del diritto alla salute.
Si susseguiranno manifestazioni di piazza, concerti e quant’altro. Vanno bene ci mancherebbe!
Però urge una legislazione più snella in materia.
I giovani hanno il sacrosanto diritto al lavoro per alimentare la speranza e i loro legittimi sogni e desideri.
Dunque non parole, ma leggi concrete che danno attuazione al dettato costituzionale a beneficio di tutti destinatari del diritto inalienabile al lavoro, alla dignità della Persona, alla persona ed alla PACE.
Buona festa del 1 maggio affinchè il lavoro non sia un mero miraggio ma certezza per tutti.
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