Oggi vi raccontiamo come avviene un classico intervento dei Falchi della Polizia Municipale di Torino….Mancano pochi minuti alle 9,00. Due uomini su una moto affiancano un’auto. Un’occhiata veloce dentro l’abitacolo, poi il passeggero estrae una paletta e intima l’alt. L’automobilista arriva da piazza Bernini ed è diretto verso il centro, i motociclisti con la paletta lo fanno svoltare in via Cialdini, a cento metri dal Palagiustizia. Sono «Falchi» della polizia municipale, in servizio di pattuglia contro i «furbetti» del telefonino, i nemici delle cinture di sicurezza e gli allergici alle norme del codice della strada. Per loro, diventeranno un incubo.
Gli obiettivi :«Cerchiamo di rendere le strade più sicure» spiega il comandante del Reparto Radiomobile, Fulvio Illengo. Ai suoi ordini ci sono 117 agenti, 45 sono motociclisti, tutti degli ex nuclei Mobile e Infortunistica. Nuovo nome, nuova forma, ma anche nuova sostanza. Il comandante Emiliano Bezzon vuole concentrare l’attenzione sulla sicurezza stradale. E così, i «Falchi» volano in picchiata con le loro «Aprilia 650» sugli automobilisti indisciplinati.
Gli incidenti :«Il 99 per cento degli incidenti è causato da qualcuno che non ha rispettato il codice della strada», aggiunge Illengo. E lui, di incidenti ne ha visti tanti, quando stava alla sezione Infortunistica. Automobilisti, motociclisti, pedoni finiti in ospedale o all’obitorio perché qualcuno guardava il cellulare anziché la strada oppure aveva deciso di svoltare dove non poteva. I lavoro dei «Falchi» serve a evitare tutto questo.
«In strada ci sono gli agenti del Reparto Radiomobile, ma anche i colleghi della sezione di Pozzo Strada, che hanno a disposizione una moto senza insegne», aggiunge il dirigente Fillengo. È quella utilizzata dagli agenti entrati in azione ieri mattina in corso Ferrucci: hanno multato l’automobilista con il cellulare in mano e poi sono riparti in mezzo al traffico. «Ma ci è capitato anche di trovare un guidatore con il tablet piazzato sul volante. Lui ci scriveva sopra con due mani», spiega un agente con qualche lustro di esperienza da agente motociclista.
Le operazioni:«Le modalità di intervento sono particolari – aggiunge il comandante del Reparto Radiomobile -. I nostri operatori hanno esperienza come servizio in moto, ma sempre da soli. Lavorare con un passeggero è diverso, bisogna calcolare pesi e movimenti in un altro modo». In questo tipo di pattuglia, guidare la moto è l’ultima preoccupazione. Deve essere automatico, istintivo. Gli occhi devono puntare ovunque, pronti a cogliere i comportamenti «anti-codice».
«Lavoriamo anche sulle segnalazioni dei cittadini – dice ancora Fillengo -. Le faccio un esempio. Qualche tempo fa, ci avevano raccontato che molti scooteristi evitavano le code in strada San Mauro viaggiando sul marciapiede fino in strada Settimo». Le pattuglie in borghese sono andate a controllare e poi hanno organizzato un servizio per scoraggiare questo fenomeno. Missione compiuta.
Questo è uno stralcio di quello che a Torino sta accadendo, ma attenzione, l’idea sta venendo in testa in mole altre città, in primis per dare un controllo al traffico e alle varie infrazioni, ma soprattutto potrebbe essere un buon motivo per cominciare a fare cassa con l’introito dei comuni di multe salate.
di Antonio Gentile