I capolavori della canzone accostabili ad opere poetiche ce ne sono tanti, oggi ne ho selezionato uno in particolare che mi sembra meritevole di tale paragone, parlo di Franco Battiato e la canzone “La Cura”.
Di esempi ne abbiamo sia a livello italiano che a livello internazionale: Ma di capolavori della canzone accostabili ad opere poetiche ce ne sono tanti. Oggi, per celebrare la Giornata Mondiale della Poesia, ve ne proponiamo alcune che ci sembrano meritevoli di tale paragone.
Ognuno interpreta a suo modo un testo, in base a quello che sente e all’esperienza di vita. Il caso del brano “La cura” di Franco Battiato è emblematico. Uscito per la prima volta nell’album “L’imboscata” nel 1996 e diventato quasi subito uno dei pezzi più amati della musica italiana.
Ha compiuto a Marzo 73 anni Franco Battiato, amatissimo cantautore, compositore e regista siciliano. La sua virtù di cantautore è sempre stata quella di saper combinare molteplici stili musicali, combinandoli tra loro in un approccio eclettico e originale. La poesia e la letteratura, come ci ha insegnato il buon Sartre, vivono grazie a chi le legge e chi attribuisce loro un significato. E ognuno interpreta a suo modo un testo, in base a quello che sente, a quello che sa, alla sua esperienza di vita. Il caso del brano “La cura” di Franco Battiato è emblematico, uscito per la prima volta nell’album “L’imboscata” nel 1996 e diventato quasi subito uno dei pezzi più amati della musica italiana.
L’amore universale
Non sbaglia chi in questa canzone scorge una canzone d’amore. Ma quello che canta Battiato è l’amore nella sua forma più alta: la persona, l’io lirico, si rivolge a un “tu” indefinito, al quale promette di dedicare la propria vita. La proteggerà dalle “paure delle ipocondrie“, dagli ostacoli della vita, dalle ingiustizie, dalle cadute e dalle ossessioni. Si prenderà cura di lei, aiutandola a fronteggiare i pericoli che vengono dall’esterno e le inquietudini che vengono invece dall’interno, più pericolose delle armi. Un tale desiderio di aiutare l’altra persona avrà effetti potenti in chi ha tali aspirazioni, perché lo renderà capace di superare i propri limiti: “supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare“. Sì, perché “più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare“.
Una preghiera al contrario
Ma c’è chi in questa canzone vede una dedica al proprio io interiore, di cui l’artista promette di prendersi cura e chi, invece, ha visto nel brano una preghiera al contrario, perché non è l’uomo che si rivolge al Dio-amore ma è questo Dio-amore che parla all’uomo, che considera “un essere speciale” di cui si prenderà cura. All’uomo donerà “il silenzio e la pazienza“, lo condurrà per “le vie che portano all’essenza“, gli regalerà “le leggi del mondo“. Un’interpretazione affascinante in cui molte persone credono, ma sta alla sensibilità di ognuno di noi, come dicevamo all’inizio, scegliere che cosa leggere in queste parole. In ogni caso, è una canzone che parla d’amore, che può essere quello per una figlia, un figlio, la moglie o il marito, un amico o una compagna, o quello di Dio per le sue creature. Al centro c’è quella misteriosa spinta che ci porta ad accostarci a qualcuno e decidere di percorrere insieme un pezzo, se non l’intero, percorso della vita.
dalla rubrica Canzoni d’Autore di Antonio Gentile.