CAOS SENTENZE: SCIOPERANO GLI AVVOCATI DEL FORO DI NAPOLI !

CAOS SENTENZE: SCIOPERANO GLI AVVOCATI DEL FORO DI  NAPOLI !
Loredana Di Lorenzo (Roma)

A cura di Loredana Di Lorenzo (Tivoli/provincia di Roma)

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< CAOS SENTENZE: SCIOPERANO GLI AVVOCATI DEL FORO DI NAPOLI ! >

Che l’Associazione Nazionale Magistrati fosse una “associazione tra il sovversivo ed il ….  mafioso”  ci aveva avvertiti  più e più volte il compianto Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, la cui felice memoria viene ancora oggi immediatamente associata all’esilarante quanto amaro episodio di” Palamara faccia di tonno“.

Francesco Cossiga

Ma leggere  la minacciosa replica partorita dalla Giunta distrettuale della Corte di appello di Napoli all’indirizzo dell’avvocato Gerardo Mariano Rocco Di Torrepadula, lascia raggelati:

<< Bisogna fare molta attenzione a parlare di verdetto anticipato, perché degli appunti sui fatti di causa riportati in un foglio recante l’intestazione dell’organo giudicante, ma non firmato e privo dei segni che conferiscano ad esso il crisma dell’ufficialità, non possono essere mai e poi mai scambiati per una sentenza, ma restano dei semplici appunti privi di qualsiasi valore giuridico; l’assunto che fosse una sentenza pronta per essere firmata è del tutto indimostrabile e sembra piuttosto contraddetto dalla notizia che i cinque fogli si trovassero non nel fascicolo processuale, ma in un separato fascicoletto contenente le carte private del giudice, nel quale nessuno dovrebbe mettere le mani senza essere stato preventivamente autorizzato dal magistrato ad uso esclusivo del quale il fascicoletto viene formato.

Mi domando inoltre se ci si può davvero meravigliare che, a fronte di udienze in cui sono fissate non meno di quindici discussioni, i magistrati della Corte di appello preparino qualcosa di scritto in vista della Camera di consiglio, nella quale poi si formerà il convincimento dell’organo deliberante.

Grave sarebbe piuttosto se la sentenza fosse stata già firmata e licenziata, perché nessuna decisione può ritenersi validamente formata, ove venga adottata senza adeguatamente valutare le argomentazioni esposte nella discussione orale.

Sono infine convinto che non siano queste le battaglia giuste da combattere, perché la Corte di appello di Napoli e la magistratura napoletana tutta danno quotidiana prova di riconoscere l’imprescindibile valore della dialettica processuale e non sono certo episodi come questo che possono smentirlo >>.

Il fatto riguarda ovviamente l’ormai arcinota vicenda del  menzionato avvocato del foro di Napoli, che alla vigilia della udienza, nel visionare il fascicolo, si trova davanti ad una sentenza giá scritta, ahimè non in senso retorico, ma nero su bianco, avendo dunque sotto i suoi occhi  il verdetto di condanna per il suo assitito che confermava quello di primo grado, il giorno  prima della udienza, documento redatto in ogni sua parte al quale mancava soltanto la firma.

 

La incresciosa vicenda ha portato sul piede di guerra tutta l’avvocatura napoletana che ha indetto una giornata di sciopero per richiamare l’attenzione sul gravissimo episodio.

Il Comitato che da anni segue in tutta Italia casi di processi il cui ambito si rivela criminogeno, si è attivato unitamente al Dipartimento nazionale “per la Legalità e la Giustizia” della Democrazia Cristiana, dal momento che verosimilmente, a rigor di logica, questo potrebbe non essere, putroppo, un caso isolato.

Potrebbe invece trattarsi di un fatale errore facente parte di un “ennesimo segmento di quel sistema” che ha incacrenito il sistema giudiziario in  Italia e che ad oggi ha portato ai dis – onori della cronaca numerosissime e troppe Procure del Bel Paese.

Ldl