A cura di Nicola Reza Marsico (Milano) * nicola.marsico@dconline.info * Segretario del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana di Milano città metropolitana.
CARI PARLAMENTARi: “FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI MA PER SEGUIR VIRTUTE E CANOSCENZA!”
Gaffes, errori di lingua, confusioni o citazioni sbagliate sono all’ordine del giorno nel dibattito politico odierno.
Al riguardo è necessario capire quali sono le origini dell’incompetenza e dell’ignoranza della attuale classe dirigente del nostro Paese.
La formazione, se così si può chiamare, degli “eletti”, ci permette senz’altro di dare una prima risposta a questa problematica: in Italia non ci sono vere scuole o percorsi di formazione che prepari al fare politica.
Contrariamente alla Francia, ad esempio, il percorso di Scienze politiche in Italia viene visto come un programma di formazione culturale, senza un vero obiettivo di inserimento nel campo lavorativo. Non vi è nessuna forma di competitività o di selezione per seguire il programma della facoltà.
In Francia, invece, la sezione di scienze politiche, la storica “Sciences po” ma anche “l’école de l’administration”, sono selettive tanto quanto la facoltà di medicina in Italia. Solo il 18% dei richiedenti possiede un’opportunità di formazione, contro il 100% di accettazione per scienze politiche in Italia.
La formazione degli studenti è più pratica che teorica, contrariamente al sistema Italiano. Questo dà una prima spiegazione delle difficoltà di formare persone pronte per gestire il Paese.
Fare politica deve essere in primis una scelta personale che si fonda sullo studio della persona, che deve fare a livello universitario o altrove.
Oltre che a delle evidenti mancanze nel sistema formativo nella scuola ed a livello universitario, è comunque difficile gestire un paese senza conoscerlo.
La cosiddetta politica non solo si è riempita di incompetenti, ma anche di persone che non erano “destinate” a ricoprire cariche istituzionale o a svolgere attività per così dire intellettuali.
Pensiamo al Ministro degli Esteri Di Maio che chiese al Presidente della Regione Puglia Emiliano, come fosse la situazione a Matera, città che non è in Puglia ma in Basilicata …
Oppure pensiamo all’On. Tripiedi che inizia il proprio intervento dicendo “sarò breve e circonciso”….
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, non donna di provincia,ma bordello.”: disse il sommo Poeta commentando situazioni simili alle attuali …
I grandi discorsi di retorica di Almirante (destra , Berlinguer (sinistra) o Andreotti (centro), oggi ce li sognamo.
Esso sembrano ormai svaniti e vengono rimpiazzati da discorsi scritti da altri che i politici non si degnano nemmeno di leggere prima almeno una volta.
Come l’attuale Presidente del Consiglio, “Giuseppino” Conte, che parla della Pasqua come passaggio “dalla schiavitù dall’Egitto”, invece “dell’Egitto”, rivolgendosi inoltre ai Cristiani invece dei Giudei.
I difetti linguistici e le fragilità di formazione spiegano questa decadenza, ma il disordine politico viene motivato anche da una perdita di riferimenti ideologici.
A mio parere la mancanza di ideologie e di filosofia politica sono una spiegazione della grande confusione dei programmi elettorali.
All’epoca i comunisti proponevano un programma chiaro in riferimento alle visioni Marxiste e Leniniste e l’elettore sapeva che la sua scelta portava ad un possibile cambiamento sociale ed economico.
Come quando un elettore votava un partito di centro, sapeva della volontà politica di costruire un sistema moderato, liberale ed a base capitalista, temperato da una visione nazionl popolare, come nel cado della Democrazia Cristiana..
Oggi come oggi nascono partiti senza alcuna ideologia, senza alcuna concezione dello Stato e con una visione teorica delle cose.
Ma come si fa a proporre un programma senza avere una teoria in testa ?
Come il cittadino medio può comprendere le visioni dei politici, se questi ultimi hanno perso i riferimenti ideologici, praticamente ignorando la storia dell’Italia ?
Basti pensare al M5S, fondato sul nulla ideologico, ma unicamente sul contrasto, sull’odio al sistema e sulla protesta. Salvo poi adeguarsi ad esso in maniera vergognosa una volta “arrivato al potere”.
Infatti, se il partito di Di Maio oggi ha comunque una certa qual notevole consistenza (secondo Youtrend è al 15 %) è proprio per un grido di battaglia privo di qualsiasi base ideologica, filosofica o di valori. E questo spiega il continuo cambiamento di programma e le scelte incoerenti del “partito”.
In conclusione, se la politica Italiana odierna può essere considerata come degradata, è per colpa di una mancanza di una formazione politica, scolastica e culturale che sarebbe necessario essere rigorosa.
La perdita delle ideologie e dei riferimenti filosofici ha contribuito alla affermazione di una classe politica ignorante e non adeguata alla gestione del nostro Paese.
E’ anche vero che la politica e la democrazia non corrispondono alle élite del paese, ma sono lo specchio del popolo.
E se Alfano, all’epoca Ministro degli Esteri, non parlava inglese, non bisogna meravigliarsi – visto il numero di Italiani che conoscono la lingua straniera (più o meno il 50 %, con un livello A2) – se le cose non funzionano come sarebbe necessario!
A cura di Nicola Reza Marsico (Milano) * nicola.marsico@dconline.info * Segretario del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana di Milano città metropolitana.
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Complimenti!…
…. infatti si vedono i “risultati”!
O meglio, i danni!