A cura di Dott. CARLO MACALE (Roma) * carlo.macale@dconline.info
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< Carta dei diritti o diritti di Carta? Interessante convegno svoltosi recentemente a Milano sulla cogenitorialità >
Nei giorni scorsi (sabato 16 novembre 2019 si è svolto a Milano un importante congresso a trent’anni dalla Dichiarazione dei diritti Universali dei Bambini e degli adolescenti.
Il convegno si intitolava < Carta dei diritti o diritti di Carta? L’interesse del minore alla prova dei fatti >.
Enti promotori di questo interessante evento sono stati < Associazione Mantenimento Diretto > e la < Fondazione Arpa >.
L’Associazione Mantenimento Diretto – Movimento per l’Uguaglianza Genitoriale è una rete di persone, padri e madri, che hanno deciso di contribuire fattivamente al dibattito sull’importanza della cogenitorialità, specialmente dopo la separazione della coppia genitoriale.
Scopo dell’Associazione è “quello di contribuire a promuovere una crescita morale e culturale del Paese attraverso un’attiva partecipazione al dibattito sulla riforma dell’affido condiviso e al modo di pensare la separazione, ponendo al centro il fanciullo e il suo diritto alla salute e al benessere psico-affettivo.
Un tanto anche attraverso la garanzia della prosecuzione del rapporto, nel quotidiano, con entrambi i genitori.
Ed anche mediante l’equilibrata gestione cogenitoriale, da parte di entrambi, dei compiti di accudimento, educazione e cura, che costituiscono un diritto/dovere costituzionalmente tutelato”.
La Fondazione Arpa è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale (O.N.L.U.S.) che promuove la ricerca e la formazione nei vari campi della Sanità.
Presidente onorario di Arpa è il Maestro Andrea Bocelli il quale, parlando del tema del congresso, ha scritto in una sua nota:
<< Mi auguro che l’interesse del minore sia sempre più tutelato e che possa essere garantito ai bambini e agli adolescenti, figli di genitori separati, il diritto di crescere comunque vicino ad entrambi i genitori, con paritetico loro impegno.
E questi ultimi siano messi in grado di poter essere protagonisti della vita dei loro figli.
È un diritto, anch’esso, previsto dalla legge, eppure sovente ignorato dai tribunali >>.
Il convegno è riuscito a rivestire una doppia veste: quella di un congresso scientifico e quella di un evento/dibattito culturale.
Erano presenti diversi accademici, professionisti di fama nazionale e operatori del settore che hanno portato le loro esperienze.
Un incontro, quindi, dal sapore “problematizzante”, cioè pensato per comprendere il motivo per cui il tema della bigenitorialità in Italia ancora trovi delle resistenze culturali, i cui effetti si possono riscontrare nelle sentenze delle aule dei Tribunali.
Una giornata di natura interdisciplinare come testimoniano le diverse competenze dei relatori presenti (giurisprudenza, filosofia, psicologia, pedagogia, giornalismo, medicina).
Tutti i contenuti sono risultati validi e riscontrabili nella letteratura scientifica sull’argomento.
Ma il confronto non è stato solo “accademico”, bensì anche esperienziale.
Infatti si è riflettuto sulle incongruenze della giurisdizione anche nei casi di CTU; sono state presentate delle buone prassi; sono stati proposti esempi concreti da cui prendere spunto; ed infine, si sono proposti possibili soluzioni sia in ambito intellettuale che pratico.
Il tema della cogenitorialità è molto caldo, reso ancora più incandescente dal precedente disegno di legge“Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia dibigenitorialità” redatto dal governo giallo-verde.
Il suddetto DDL, più noto come “DDL Pillon”, ha trovato troppe resistenze che hanno trasportato il tema della bigenitorialità su un terreno ideologico e partitico, senza comprendere come la vita dei bambini non possa essere inserita in una lotta di classe o in uno spostamento di voti per una maggioranza politica.
Infatti, quando si parla di cogenitorialità, si commette l’errore di pensare che essa sia una questione che divide e non che unisce; una battaglia tra le parti genitoriali (maschi contro femmine) e non un elemento imprescindibile per una sana crescita della prole.
Gli interventi che si sono susseguiti nel corso del convegno hanno posto il loro “focus” su quello che in letteratura giuridica viene chiamato il supremo interesse del minore e in letteratura psico-pedagogica, ma anche medica, benessere del bambino.
Un tanto contrariamente a quanto avviene nelle aule di tribunale dove, invece, si pone l’accento sul tema della conflittualità dei coniugi, tralasciando il diritto del bambino a crescere con accanto (nel limite del posssibile) ambo le figure genitoriali.
Da ciò conseguono sentenze troppo spesso “scontate”, basate su stereotipi culturali del passato o su un concetto di genitore funzionale che portano i figli lontano da una delle due figure genitoriali.
È proprio la letteratura scientifica la grande assente nelle motivazioni delle sentenze.
Parliamo di quella scienza che viene spesso scimmiottata dai luoghi comuni o dalle contestazioni miopi di parte, anche nei tribunali, e che non sempre trova un giusto spazio.
Ne è un esempio il caso dell’alienazione genitoriale, un tema spesso ghigliottinato in pubblica piazza da pseudo “sacerdoti” e “sacerdotesse” del sapere, che invece durante il convegno è stato trattato con onestà intellettuale, definendone i limiti, le implicazioni e le mistificazioni di studio.
Si intende concludere con una nota positiva.
La presenza della Presidente della Sezione Civile di Brindisi, dottoressa Fausta Fiorella Palazzo, nonchè le buone prassi espresse dal Tribunale di competenza, hanno permesso di pensare che qualcosa sarà possibile cambiare nella prassi giudiziaria e che i diritti dei minori e dei genitori possano trovare un riconoscimento concreto nelle aule di tribunale.
Questo perché, così ome ha scritto Biller << è sempre maggiore il numero di bambini che crescono con la metà di ciò di cui hanno bisogno. È probabile che essi saranno in futuro solo la metà di ciò che dovrebbero essere >>.
Il nostro augurio è che i bambini possano crescere felici, sostenuti da entrambe le figure genitoriali; che dette figure abbiano cura dei figli nella quotidianità della loro vita e non solo nei fini settimana alterni.
Come afferma Emery, noto studioso del settore: << il miglior dono che possiamo fare ai nostri figli è l’amore e il nostro “permesso” di amare anche l’altro genitore >>.
A cura di Dott. CARLO MACALE (Roma) * carlo.macale@dconline.info
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