Colpo di scena nel caso Orlandi, noi del giornale IL POPOLO, con la Rubrrica (Scomparsi) stiamo ripercorrendo tutte le fasi della misteriosa scomparsa della ragazza Emanuela e come oramai è risaputo, lo scorso 29 Ottobre sono stati scoperti alcuni frammenti ossei presso la Nunziatura Apostolica di via Po a Roma. I mass media, in un primo momento, avevano collegato (seppur senza fonti concrete) tali ossa alla scomparsa di due minorenni avvenuta presso la Capitale ad inizio anni ’80: Emanuela Orlandi e Mirella Gregori (entrambe 15enni al momento della sparizione).
Di recente, Pietro Orlandi (fratello di Emanuela) che da anni si batte per scoprire la verità sul destino della sorella, è stato ospite a Radio Campus. L’uomo, ex dipendente dello IOR, ha chiarito il perché a livello mediatico ci sia stata questa associazione ossa-Emanuela.
Emanuela Orlandi: il chiarimento da parte di Pietro
Pietro Orlandi, intervistato a Radio Campus, ha dichiarato che inizialmente è stata una fonte interna alla Santa Sede a comunicare all’Ansa la notizia riguardante il rinvenimento di quei frammenti ossei, al momento sotto analisi da parte degli esperti, associando la scoperta alla povera Emanuela. Orlandi ha proseguito, affermando il suo stupore, poiché è consapevole del comportamento manifestato dal Vaticano riguardo il caso di scomparsa della sorella minore, basato, a suo dire, sul silenzio e sulla riservatezza.
Il parere di Monsignor Parolin
Pietro Orlandi ha inoltre affermato come Monsignor Pietro Parolin, ricoprente il ruolo di Segretario di Stato in Vaticano, avrebbe smentito come le ossa ritrovate possano appartenere a Emanuela Orlandi.
Pietro Orlandi non comprende tali asserzioni, anche perché le analisi dei resti sono ancora in atto. Il fratello di Emanuela ipotizza che, nonostante tutto, la Chiesa nutra interesse riguardo la vicenda.
Parolin ha inoltre affermato che in questi anni, a differenza di quanto dica la famiglia Orlandi, il Vaticano avrebbe manifestato tutta la sua trasparenza e disponibilità riguardo l’intricato caso di sparizione. Due opinioni contrastanti che non trovano il benestare di Pietro Orlandi. Quest’ultimo, tuttavia, si augura che le nuove parole del Segretario di Stato vaticano suonino come un cambiamento all’interno del sistema ecclesiastico e che la Chiesa dia il suo contributo per arrivare alla verità.
Papa Francesco saprebbe tutto
‘Emanuela sta in Cielo’, questa è la frase che Papa Francesco avrebbe riferito nel lontano 2013 alla famiglia Orlandi durante un rapido incontro in Vaticano. Ad affermarlo è lo stesso Pietro Orlandi, che ribadisce come il pontefice saprebbe la verità sulla vicenda.
A conoscere la verità dei fatti sarebbe stato anche il papa emerito Benedetto XVI ed ancor prima Giovanni Paolo II.
Sempre secondo le impressioni del fratello di Emanuela, dopo la presunta dichiarazione di Bergoglio, il muro di silenzio e di omertà in Vaticano si sarebbe alzato ulteriormente. Al di là di come stiano realmente le cose, il risultato non cambia; dopo 35 anni, dopo decine di insabbiamenti, depistaggi e false testimonianze, permane il mistero sul destino di due ragazzine innocenti: Emanuela e Mirella.
“Una cosa è certa- ha concluso Pietro Orlandi a Radio Cusano Campus- Papa Francesco sa cosa è successo a Emanuela, così come lo sa il Papa Emerito Benedetto XVI, così come lo sapeva Giovanni Paolo II. Il fatto stesso che Bergoglio, a inchiesta ancora aperta, mi abbia detto ‘Emanuela sta in cielo’vuol dire che sa che fine ha fatto Emanuela. Non a caso dopo che mi disse quella frase, il muro di omertà si è alzato ulteriormente: non ho mai più ricevuto dal Papa una risposta, una spiegazione, un incontro, un segnale, una parola, nonostante le mie tante richieste avanzate al suo segretario.Evidentemente dopo 35 anni c’è ancora qualcosa che pesa tanto sull’immagine della Chiesa”.
Il mistero continua, noi continueremo ad informarvi su tutte le news del caso con la Rubrica “Scomparsi” redatta e creata da Antonio Gentile per il Popolo.