A cura Dott. Alessio Piccirillo (Roma) * alessio.piccirillo@dconline.info * Cell. 392-7455813 * Segretario regionale Dipartimento Esteri e problematiche Internazionali della Democrazia Cristiana regione Lazio.
< C’era una volta … la Democrazia Cristiana >.
C’era una volta un tempo in cui i ragazzi, con un solo pezzo di gesso si inventavano decine di giochi, come la campana, il mondo, e via discorrendo. Un tempo in cui si giocava a calcio, anche in un prato di un terreno di periferia, o in un campo di terra di riporto. Tutto andava bene per tirare due calci al pallone o, comunque, per fare comunella tra amici. Per i più fortunati, poi, vi era sempre un oratorio con annesso centro sportivo ad accoglierli.
E tutti aspettavano il primo pomeriggio, dopo i compiti, e non vedevano l’ora di uscire e di svagarsi.
Un tempo, certo, che adesso non è più. Un tempo in cui un pezzo di legno diventava una spada, un fucile, una pistola, e con un elastico, le ragazze, passavano le ore intere a giocare.
Adesso, che dire, il mondo, specie quello giovanile, si è auto imprigionato all’interno del web, una sorta di trappola che lo inchioda davanti al pc per ore, fino a fargli perdere il senso del mondo, quello reale e – tenendo presente le ultime notizie che ci arrivano dai media – in alcuni casi limite, anche la propria vita, magari, per una stupida e banale sfida dove, a farla da padrone sono dei personaggi improbabili cui la rete ha regalato una certa notorietà, elevandoli a ruolo di “influencer” .
Una volta, ad “influenzare” la vita di un ragazzo o di una ragazza, erano i propri coach di volley, di tennis oppure anche un semplice allenatore di calcio nei tornei da bar o nelle scuole, un maestro di arti marziali, una maestra di ballo.
Oggi le ore si passano davanti ai canali social – men che meno se un ragazzo vive in una zona che poco offre per le distrazioni di un giovane – dove individui o gruppi fanno a gara per attirare gli internauti, come la mosca con la ragnatela.
Ed ecco che escono le scommesse, le gare, le sfide che – come abbiamo tutti avuto modo di vedere in questi ultimi giorni – a volte, hanno degli epiloghi assolutamente assurdi. Assurdi si, perchè non si può perdere la vita a 20 anni per una stupida e pericolosa scommessa, e non si può nemmeno sopportare che qualche “influencer” – pena il declassamento sociale davanti alla tribù degli “amici” – obblighi qualcuno a spogliarsi via web perchè così “è più figo”, fa trendy ed è trasgressivo.
A tal proposito, chi scrive, già una ventina di anni fa – quando la rete muoveva i suoi primi passi e non esistevano social come twitter o facebook, ma una serie di chat ed un sito, Second Life, dove si poteva diventare in maniera pirandelliana “uno, nessuno e centomila” – durante una tesina universitaria in occasione di un esame di Sociologia della comunicazione, puntualizzò che c’era qualcosa che assolutamente non andava ma, a dirla tutta, al giorno d’oggi, sembra davvero che la cosa ci sia ampiamente sfuggita di mano.
Le colpe? Ai genitori, in parte, ma non troppo, perchè non penso che nessuna madre o padre spinga i propri figli verso certe pratiche o certi atteggiamenti. Piuttosto vorrei toccare quel tasto del nulla che – specie nelle periferie o nelle zone non “bene” di una città – spesso circonda un giovane dei giorni nostri, privandolo di stimoli, di input, di autostima e di progetti concreti per il suo futuro.
E qui che entra in campo la DEMOCRAZIA CRISTIANA, con vecchie idee, dal sapore antico, ma sempre valide e sempre orientate verso il domani.
Lo scopo? Sicuramente quello di spronare il giovane, così come anche l’adulto – perchè a volte, pur crescendo, si rimane sempre eterni ragazzi – ad uscire da quel mondo trappola che può essere il web, per tornare in una realtà che potrebbe dar loro spunti validi per una giusta ripartenza.
Di qui a poco tempo ci saranno le votazioni, e quale migliore banco di prova, allora, per presentarsi con progetti validi per i nostri territori?
Qui il discorso si dovrebbe allargare tantissimo ma, per il momento forse, è meglio – dopo aver gettato il cosiddetto “sasso nello stagno” – fermarsi qui, con la promessa di ritornare al più presto a parlare in maniera più approfondita di questo argomento. Ed allora, come spesso si legge in molte serie tv americane, ci accomiatiamo con il classico “to be continued” .
Alessio Piccirillo (Roma)
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