di Antonio Gentile su : www.ilpopolo.news
Ora legale sì, ora legale no. L’Europa e gli europei si dividono sullo spostamento delle lancette. Se gli Stati membri non hanno saputo indicare se mantenere o meno il cambio dell’ora due volte l’anno, i cittadini invece si sono espressi. L’80% dei partecipanti alla consultazione pubblica avviata dall’esecutivo comunitario ha detto “sì” all’abbandono del sistema di cambio dell’ora.“
Una questione di priorità. Juncker ha annunciato che la Commissione proporrà l’abolizione dell’ora legale, rispondendo con una straordinaria reattività ai risultati di una consultazione pubblica. “Lo chiedono i cittadini e lo faremo”, ha detto il presidente della Commissione, lasciando sbigottiti per primi i cronisti di Bruxelles, che in tanti anni di onorata carriera non avevano mai sentito pronunciare quelle parole dalla viva voce di Juncker.
Le dichiarazioni del presidente hanno lasciato basiti anche milioni di cittadini europei, che per anni hanno chiesto alla Commissione di abbandonare le vergognose politiche di austerità ricevendo in cambio derisioni e sfottò. E cosa dire delle risposte europee sui migranti? I Paesi del Sud Europa sono abbandonati nella gestione del fenomeno migratorio, chiedono solidarietà e ricevono silenzi.
Altro che “ce lo chiedono i cittadini e lo faremo”. Possiamo anche affrontare seriamente, e lo faremo, l’argomento dell’abolizione dell’ora legale, ma solo quando questa Unione di nome e non di fatto dimostrerà di poter affrontare, e risolvere, altre prove con altrettanta solerzia. Poi, se andiamo a guardare bene, l’abolizione dell’ora legale è richiesta in particolare dai Paesi del Nord e dalla Germania.
Bisogna però capire quanto può venire in aiuto la statistica. La popolazione dell’Ue conta circa 500 milioni di persone. Alla consultazione pubblica avrebbero però partecipato 4,6 milioni di persone, meno cioè dell’1% degli abitanti dell’Unione europea, di cui solo 30 mila italiani. L’80% di loro, però, si sarebbe espressa contro l’attuale sistema. Che fare di fronte a un simile esito? I numeri, riportati dalla stampa tedesca, non sono stati confermati dalla Commissione europea, il cui capo dei portavoce, Margaritis Schinas, ha preferito quindi non commentare.
“Questa consultazione non è un referendum”, sottolinea Schinas. Il risultato non è dunque vincolante e il legislatore comunitario potrebbe di conseguenza anche non tenerne conto. Anche se, continua Schinas, “è un elemento che verrà considerato nelle raccomandazioni che saranno formulate in seguito”.
Ma cerchiamo di capire perché è fondamentale l’uso dell’ora legale. La primavera porta con sé l’ora legale, ossia la convenzione (non solo italiana bensì europea) di mettere avanti di un’ora le lancette degli orologi durante il periodo primaverile ed estivo, per avere più la luce solare nel tardo pomeriggio (in cambio di un po’ meno luce al mattino prestissimo), quindi si risparmia.
La società Terna, che è il gestore della rete elettrica nazionale, ad esempio, comunicava che nel 2016 grazie all’ora legale, in Italia si risparmiarono 573 milioni di kilowattora (il kilowattora è la misura della corrente elettrica che si consuma). Una cifra pari al consumo elettrico medio annuale di 210 mila famiglie e, cosa anche più importante oltre che risparmiare energia si risparmia l’ambiente, visto l’ora legale evita di immettere nell’atmosfera italiana, nel tempo della sua durata almeno 300mila tonnellate di anidride carbonica.
Lo spostamento in avanti avviene all’inizio della primavera e viene tolto,ripristinando l’ora solare durante l’autunno, quando le giornate corte annullano i benefici dell’ora legale e dunque sarebbe inutile mantenerla. Lo svantaggio è che la notte del cambio di ora perdiamo un’ora di sonno e che, per tutti i giorni in cui l’ora legale è in vigore, in realtà ci svegliamo un’ora prima dell’ora indicata dall’orologio. In compenso, tutte le giornate seguenti ci sembreranno molto più lunghe visto che abbiamo un’ora di luce in più.I vantaggi di questa convenzione non finiscono qui. Infatti, il motivo per cui si è deciso di adottarla è che permette di risparmiare energia . Facciamo un rapido calcolo: recuperando un’ora di luce solare ogni giorno accenderemo la luce elettrica un’ora più tardi.
Chi ha inventato l’ora legale?
La prima teoria dell’ora legale risale addirittura al Settecento. L’americano Benjamin Franklin (l’inventore del parafulmine) capì che facendo adattare l’orario ai cambiamenti della luce, durante l’estate si sarebbe risparmiato molto, in energia destinata all’illuminazione.
In Italia l’ora legale venne introdotta per la prima volta nel 1916. L’Unione Europea (nel 2001) ha stabilito che in ciascuno Stato membro il periodo dell’ora legale ha inizio alle ore 1.00 del mattino, ora universale, dell’ultima domenica di marzo e termina alle ore 1.00 del mattino, ora universale, dell’ultima domenica di ottobre. In Italia significa regolare l’orologio alle 2 del mattino e portarlo a segnare le 3.
Non tutti i Paesi del mondo hanno deciso di seguire la convenzione dell’ora legale. Alcuni l’hanno adottata in passato ma l’hanno abbandonata, altri addirittura seguono sempre l’ora legale e hanno sospeso l’ora solare.
L’ora solare è l’orario “naturale”, quello stabilito dal movimento apparente del Sole nel cielo e usato, da ogni Paese, nei mesi in cui non viene applicata l’ora legale. Questo orario coincide con quello del fuso orario di riferimento.
A volte cambiare ora può dare un po’ fastidio, perché le nostre abitudini vengono scombussolate. Non a caso si è scelta la domenica per far scattare l’ora legale: in questo modo le persone possono adattarsi più dolcemente alla variazione, dormendo un po’ di più, ed evitare errori di un’ora (di ritardo o di anticipo) nell’arrivare a scuola o al lavoro!
Ma torniamo al caso Europa e l’abolizione dell’ora legale, forse il punto è proprio questo: bisognerebbe essere cittadini di serie A. Perché quando loro chiedono, l’Europa fa. Veloce come un fulmine.
di Antonio Gentile